... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

lunedì 31 dicembre 2007

Osama e la filosofia di un Dessert

Questa mattina ho ricevuto una E-Mail da parte di Osama Bin Laden: Minacce agli occidentali.

Io però non sono un politico. Non prendo decisioni. Non decido neanche quale marca di carta igienica bisogna comprare. Perchè allora Osama scrive a me? Rispondo garbatamente alla sua E-mail che io non sono un “Personaggio”. Non sono un capo di stato. Che forse ha sbagliato a digitare sulla tastiera l’indirizzo di posta.

Non passano neanche dieci minuti, che Bin Laden mi invia una nuova E-mail. Si scusa. Dice che in effetti gli deve essere scappata qualche lettera di troppo. Mi chiede che tempo c’è qui in Italia. Mi chiede di dove sono.

Io sto per cliccare su “Rispondi” ma ho un lampo di genio. Voglio fare una prova. Evidenzio l’indirizzo E-Mail di Osama Bin Laden. Copia. Apro Msn Messenger. Aggiungo un nuovo contatto. Incollo l’indirizzo di Osama. Aspetto qualche secondo e scopro che funziona! Osama Bin Laden ora fa parte dei miei contatti MSN.

Mi presento e trovo che sia molto cordiale. Io evito a priori ogni argomento che potrebbe farlo incazzare, certo, ma lui è molto gentile e disponibile. Non so se credergli ma mi dice che lui, infondo, non è cattivo. Dice che lui recita un copione scritto da altri. Dice che quando glie ne avevano parlato anni fa gli era sembrata una buona idea, una figata, una cosa molto “cooool !!”. Lui usa l’espressione: “una occasione per fare il botto” e poi ride della sua stessa battuta con ben cinque generosi righi fatti di “AhAhAhAh”.

Poi il discorrere si fa serio. Osama dice: “Uno stronzo è sempre uno stronzo. Anche se te la offrono in una coppa da dessert con un ombrellino da cocktail, la merda rimane sempre merda”.

Non fidarti delle apparenze. Il problema sorge quando nella coppetta c’è veramente della mousse al cioccolato. Sembra merda ma è mousse al cioccolato. Tu però, che di merda ne hai mangiata molta in coppette IDENTICHE non ti fidi, e dici: “No, grazie”. Tu però, vorresti morire quando il cameriere torna a prendersi la tua coppetta, quella che hai appena rifiutato e vedi che l’assaggia col tuo cucchiaino. L’assaggia e tu leggi l’estasi nel suo viso. Un’espressione di divina goduria. E pensi: - Gesù! Era davvero cioccolato! Che testadicazzochessono!! Per una volta era DAVVERO cioccolata ed io ho rifiutato! -

I giorni seguenti li passi a rimuginare. Vivi quella scena mille volte ogni ora. Per mille volte in sessanta minuti rivedi te stesso dire: “No, grazie” e mille volte urli - Coglione! - al protagonista di quella visione, che poi saresti tu. Ogni volta che rifiuti della cioccolata i giorni che passi a rimuginare sul passato aumentano con progressione geometrica. Uno, due, quattro, otto, sedici, trentadue …

Quando arrivi a passare un anno intero impantanato nel passato, decidi che è giunto il momento di smettere di rifiutare. Mangerai di tutto. Mangerai sicuramente anche merda, ma se dovesse passare una di quelle mousse al cioccolato, beh stavolta, fanculo il cameriere, la mangerai tu.

“Pensi di aver capito il trucco”, dice Osama. Pensi di averli fregati ma loro ne sanno sempre una in più del diavolo. Può anche darsi che loro stessi siano il diavolo. Ti presentano l’ennesima coppetta. L’annusi e sembra buona. Ne scavi un poco con la punta del tuo cucchiaino e l’assaggi. Fai schioccare un paio di volte la lingua sul palato e .. cavolo sembra buona! Questa volta il cucchiaio lo riempi, te lo ficchi in bocca ed è proprio mousse!

Rivolgi lo sguardo al cameriere e sorridi soddisfatto. Il cameriere ricambia il sorriso, alza al cielo una coppetta del tutto identica alla tua come a dire “alla nostra! (salute)” e si caccia in bocca una cucchiaiata. Ritrovi la sua espressione di estatico piacere. Quel maledetto cameriere mangia sempre, non ne sbaglia una. Ma questa volta però non mangia roba tua e quindi poco male.

E così sei li a mangiare la tua mousse già da cinque minuti. Sei arrivato al CUORE del dolce, a dove si concentra il meglio. Fino a quel momento hai mangiato tutto intorno perché volevi lasciarti la parte più buona alla fine.

Eccoti dunque. Finalmente tocca a te. L’ombrellino da cocktail è abbandonato sul tavolino accanto al piatto. E tu stai per aggredire l’ultimo paio di centimetri quadrati di mousse. Armeggi un poco col cucchiaino ma alla fine riesci a farlo stare tutto quanto in quello che sarà l’ultimo gustosissimo boccone.

Ripensi a ciò che è stato il tuo passato e ti torna in mente il sapore della merda che hai mangiato. Ti tornano in mente le volte che hai rifiutato quella bontà che hai appena mangiato e lentamente infili in bocca il cucchiaio. Poi chiudi le labbra ed estrai il cucchiaio. Facendo attenzione a non mandare giù niente (perché vuoi assaporare ogni atomo) spalmi con il cuore della tua mousse sul palato. Vuoi che si attivino tutte le papille gustative presenti nella tua bocca. Vuoi che il successo giunga a te in un gran finale degno degli ultima carica di fuochi d’artificio in una festa patronale. Ma tu senti ancora sapore di merda. E di quelli peggiori. Il più brutto sapore di merda che tu abbia mai avuto in bocca. “E di merda, ti ricordo”, mi dice Osama, “ne avevo mangiata già tanta. Avevo una certa esperienza insomma”.

La meraviglia, lo sgomento, è così forte che all’inizio non ci credi e continui a gustare pensando che si tratti solo di autosuggestione. Poi quando ti accorgi che effettivamente non ti sei sbagliato, stai mangiando merda allora, proprio allora non puoi trattenere più la saliva ed ingoi.

Ti hanno fregato ancora una volta. Ma questa volta ti senti fregato due volte. Tu ci avevi creduto. Al diavolo le vecchie batoste. Al diavolo il pessimismo. Questa volta era davvero il tuo turno di essere felice.

“Il bello” commenta Osama, “è che il cameriere che ti serve il dessert, non sa se ti sta portando merda o cioccolata. La colpa non è sua, che ti porta soltanto la coppa al tavolo e non è tua che decidi di mangiare o di rifiutare. Lui, il cameriere, non infila neanche l’ombrellino da Cocktail. Lui è solo un mezzo. Trova la coppa ad aspettarlo su di un bancone, la prende e te la serve. Il Pasticcere, ossia il vero responsabile, nessuno l’ha mai visto. Forse riconosce d’essere uno stronzo e si nasconde”

Ed è a questo punto che Osama Bin Laden mi saluta di gran fretta. Si scusa. Dice che lo reclamano (upstairs) di sopra. Faccio appena in tempo a rispondere (See U) arrivederci che il suo contatto è OFF-LINE.

domenica 30 dicembre 2007

Meglio o Peggio?

Meglio vivere un esperienza ed averne poi nostalgia, oppure ignorarla ed in seguito rimpiangere di averci rinunciato?

Mister X: - Pensi di stare sempre meglio ogni giorno che passa? -
Mister Y: - No, penso di essere ogni giorno un passo sempre più vicino alla tomba! -

Saggio Mister Y. Ma il messaggio è ben diverso da quello che potrebbe apparire.

Mister Z: - Sopravvivi. Devi sopravvivere. Gente, vivete -

Questo è il messaggio. Vivere. Vivere e prendere tutto ciò che la vita offre.

Giochiamo a fare gli illuminati. "Facciamo che io ero illuminato".

Facciamo che io ero illuminato e che tutto quello che la vita mi offriva io la prendevo e che poi, dopo, non c'avevo rimorsi perchè io intanto avevo preso. Facciamo che io dopo aver vissuto l'esperienza non avevo rimpianti. Facciamo che non ne avevo nostalgia. Facciamo che va bene così. Facciamo che io ero illuminato e non ho l'ansia e la voglia di fare quell'esperienza ancora... tanto io ormai l'ho vissuta. Facciamo che io ci riuscivo per davvero a staccare con quello che avevo sperimentato e a rimanere asceta in attesa. In attesa che la vita mi offrisse tanto da poter prendere ancora.

Spiacente informarvi che "Facciamo che io ero" è un gioco adatto in media a bambini dai 6 ai 12 anni. Spiacente farvi tornare alla mente che la maggior parte di noi, non ha mai ricevuto l'illuminazione. Non è qualcosa che si ordina su PostalMarket, non è qualcosa che si compra su Ebay per poi lasciare un feedback.

E' difficile prendere distacco dalle proprie azioni, siano queste meschine o di nobili intenti. Ogni decisione ci porterà inevitabilmente a dover affrontare altre decisioni. Ogni azione influenzerà le nostre future azioni. E noi siamo responsabili delle nostre azioni.

Se schianto la mia auto nuova contro un muro volontariamente sono un bel coglione. Ma se ho proprio voglia di farlo, perchè no? Certo agli occhi di tutti, e molto probabilmente anche ai miei, sarò un gran coglione, ma intanto ho assaporato. Ho vissuto. E dopo ne pago le conseguenze. Dopo dovrò pagare il carroziere. Ma se dovessi decidere che in fondo ne è valsa la pena, io la macchina la schianto ancora. Se mi va bene così lo faccio. Se non faccio male a nessuno, tranne che alle mie finanze. Posso farlo. No? Tanto accade sempre così. Chi smetterebbe volentieri di aggredire un barattolo di Nutella (R) una volta assagiatane per la prima volta un cucchiaio?

Magari poi facciamo che io ero illuminato. Facciamo che ho schiantato la macchina, facciamo che io assaggio la Nutella. E' stato bello. Chissà ora cos'altro accadrà.