... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

domenica 9 novembre 2008

Pasqua o Natale?

Forse stasera ho capito il senso della Pasqua. Sono ateo ma ormai non me ne frega nulla. Non mi frega più di discutere, di fare domande, di rilevare incongruenze eccetera. Una delle tante domande, comunque, che prima ponevo e mi ponevo era: Perchè la Pasqua cade sempre in un giorno differente? Una persona quando muore, muore in un giorno preciso. Non variabile. Mio nonno muore sempre lo stesso giorno di novembre, ad esempio. Stasera forse ho capito il senso di questo giorno variabile. L'undici novebre dell'anno scorso era domenica e quello è stato un giorno tra i migliori vissuti che io ricordi. Uno di quei giorni che cerchiereste sul calendario. Uno di quelli che, in punto di morte, rivivreste nella proiezione onirica descritta dall'ormai famosa frase: "Ho rivisto passare la mia vita davanti agli occhi". Insomma, l'undici Novembre Duemilaotto, sarà il prossimo martedì. Tuttavia, il giorno più vicino per atmosfera, per circostanze, il giorno più assimilabile a quanto accaduto l'anno scorso è stato oggi. Non un martedì, ma oggi, domenica. Come allora. Quindi? E' stato oggi che è la domenica "corrispondente" oppure sarà l'undici? Martedì? Un po tutti e due. Bella risposta del cazzo eh? Ma stavolta non so proprio rispondere. Non so rispondere ma pensavo a questa bislacca circostanza. Leggete qua.

Vi ho detto dell'undici novembre duemilasette, che è stato un giorno lieto. IL giorno lieto. Una sorta di Natale, QUEL giorno.

Ebbene l'undici dicembre dello stesso anno (2007) in tre giorni (vi ricorda qualcosa?) si è verificata la rovina della contentezza. La fine di un periodo spensierato in tre giorni.
Il primo giorno, l'undici, perchè era l'ultimo di quel periodo sereno. E non lo sapevo.
Il secondo giorno, il dodici, perchè la disgrazia era vicina e nulla era sotto il mio controllo, non avevo il controllo su ciò che temevo, seppur lontanamente, sarebbe potuto succedere il terzo giorno.
Il terzo giorno perchè è avvenuta la catastrofe. Si sono allineati pianeti che s'allineano una volta ogni tre virgola quattordici millenni e la circostanza si è verificata. Fine dei giochi in tre giorni.

Ecco in questo caso, qual'è il giorno da commemorare? Il PRIMO che ha dato inizio alla sequenza, o l'ultimo che l'ha chiusa? ... Oppure tutti e tre, proprio come se fosse Pasqua?

Secondo questo ragionamento parallelo di "Gioie e Dolori" dovrei festeggiare il prossimo undici, anche se di martedì, e commemorare quei tre giorni di dicembre. Però, dato che qui si tratta di me, e nessuno al Vaticano può metterci bocca, ho deciso di commemorare oggi. Di commemorare martedì prossimo e di commemorare quei tre giorni che verranno tra un mese.

giovedì 6 novembre 2008

L'ho comprato

Finalmente dopo più di un anno e mezzo passato con in tasca un telefono rotto, ho approfittato di un'offerta su internet per un cellulare ultratecnologico che proprio mi piaceva. L'avevo puntato da un anno. L'ho preso a cento euro (ed anche più) in meno rispetto ai prezzi che si trovano in giro per centri commerciali e negozi cittadini. Mi sono stufato di doverlo torcere come una spugna (letteralmente) per poter mandare o leggere un sms. Anche semplicemente per leggere che ore sono. Dovrei essere contento quindi. Generalmente l'euforia passa dopo alcuni giorni dall'acquisto ed il prodotto finisce per diventare "il solito". Un anno e mezzo fa è stata la volta del PC. Con un dual-core ci avrei installato questo e quello, l'avrei usato per fantaesperimenti grazie al mio hard-disk secondario... e invece è finito per fare MENO del vecchio PC che aveva ormai cinque anni. Ora ho questo cazzutissimo telefono e va a finire che smetterò anche di telefonare, ci guarderò solo che ore sono ogni tanto. Al massimo lo userò come promemoria. Quello che volevo dire però è che questa volta la depressione "post-spesa" mi è venuta PRIMA. Avevo abbandonato l'intento. Ero ad un click da "Acquista" ed ho chiuso il browser. Mi sono sdraiato sul letto ed ho pensato che in fondo non era questione di tirchieria. Alla fine quei soldi che avrei risparmiato sarebbero rimasti a vegetare in un conto corrente bancario. Non nella bocca di moglie e figli. Non sarebbe stato uno spreco-spreco. Quindi perchè no? C'è chi viaggia, c'è chi va in disco ogni settimana, c'è chi va dal parrucchiere. C'è anche gente che spende cento euro al mese per palestre/massaggi/cure estetiche. Fanno bene cazzo. Se questo non comporta sacrifici su fattori importanti fanno bene. Poi mentre mandavo un messaggio durante queste riflessioni, nell'ordine schermo nero, poi bianco. Torsione. Schermo ok, tasti non funzionanti. Torsione. Schermo nero,poi bianco. Torsione e finalmente ho potuto mandare quell'sms di poche parole.
Mi sono alzato ed ho completato l'ordine. L'ho fatto. Tra pochi giorni avrò un telefono nuovo e venderò questo vecchio su ebay per pochi euro a qualche smanettone. L'offerta sarà per me dunque ancora più offerta. Volevo scrivere in questo post della sensazione di malessere che provavo PRIMA dell'acquisto. Solitamente quando compro qualcosa sono felice per la decisione presa. Una piccola soddisfazione, ed invece no. Questa cosa la stavo prendendo troppo sul serio. Non stavo sprecando una vita, non stavo dilapidando un patrimonio. Non stavo acquistando una casa o una macchina. Perchè dovevo avere tutti questi blocchi? Quindi l'ho fatto. Io sono solito pensare che ciascuno dovrebbe fare ciò che vuole, ciò che si sente sempre nei limiti delle proprie possibilità, ovvio, senza strafare. La mia buona 500 mi accompagna da più di dieci anni e non la cambierò perchè solo perchè "è vecchia", la cambierò QUANDO lo riterrò opportuno. Bisogna viversi i propri desideri ed i propri sfizi. Non i capricci, intendiamoci. I soldi non sono fondamentali, ma non vanno ne sperperati ma neanche immobilizzati, tesaurizzati.

A me piace proprio tanto quel cappello verde ma quello rosso costa cinque euro di meno. Cinque euro son tanti, riferito ad un cappello che alla fine "basta che ti copra la testa". Però se compro questo cappello rosso tanto da risparmiare, sarò contento? Sarò soddisfatto? Io credo che quelle cinque euro in più sarebbe valsa la pena spenderle. I rimorsi per aver fatto uno strappetto (tra l'altro che possiamo ampiamente permetterci) sono meno dolorosi rispetto al fastidio di avere in testa qualcosa che alla fine consideriamo un ripiego oppure un qualcosa presa solo per non far parlare male di noi in giro. Di come sprechiamo i soldi NOI. Per le malelingue è più scandaloso avere in testa un cappello che costa 5 euro in più, piuttosto che vendersi le chiappe.

mercoledì 29 ottobre 2008

Cagarsi addosso in un Jeans di Calvin Clain

Mi è capitato di notare come ogni cosa che accada, anche la più normale, venga ricondotta a qualcosa di particolare, che ci è accaduta, o che temiamo ci possa accadere. Questo vale sia per qualcosa che può essere negativa sia per ciò che potrebbe essere positiva.

Sono in un ritardo mostruoso e mi faccio un pezzo di autostrada che è dritto e deserto a centosessanta. Mentre guido penso: Cazzo mi beccano, cazzo mi beccano, cazzo mi beccano. Quando arrivo a destinazione penso: Cazzo mi avranno beccato? Cazzo mi avranno beccato? Cazzo mi avranno beccato? Il giorno dopo, mentre sono a casa bello tranquillo e spensierato d'un tratto penso: Cazzo mi hanno sicuramente beccato. Cazzo mi hanno sicuramente beccato. Cazzo mi hanno sicuramente beccato. Da quel momento ogni giorno, mi aspetto nella cassetta della posta una bella multa. Mi squilla il telefono ad un'ora insolita e dico: "Ecco. E' la stradale che mi notifica la multa" ed invece è una signora rincoglionita che ha sbagliato a comporre il numero.
Poi la sfiga si accanisce in questi casi. Il postino ti chiama per "firmare una ricevuta". La multa. Inevitabile che sia la multa. E invece è solo uno stupido libro dell'Euroclub da consegnare alla vicina, assente. Addirittura si prospettano scenari apocalittici. Pago con un mese di ritardo la bolletta dell'Enel? Il Black-Out di tutta la città, sotto un sole che spacca le pietre non è un guasto. E' una manovra che l'Enel sta effettuando per staccare il mio contatore. Poi magari i giorni passano, la multa non arriva e piano si torna alla normalità. Fin quando sul giornale leggi che "centinaia di cittadini si sono lamentati per la ritardata notifica di multe e bollette, a causa di ritardi nella consegna della posta". E da li, riparti in due settimane di fisse, avendo la certezza assoluta che tra quei cento italiani ci sia anche tu. Insomma, avvenimenti razionalmente indipendenti o privi di collegamenti fondati diventano invece indizi fondamentali della veridicità di un tarlo che ci opprime e più il tarlo cresce più i collegamenti sono fondati. Anche la pattuglia della stradale che fa la sua ronda diventa l'oppressore che sta cercando la tua auto per mettere una bella multa sul parabrezza.

D'altro canto, questo vale anche per quando ci sono circostanze potenzialmente positive. Una ragazzia mi ha sorriso e questa telefonata anonima che ricevo, questo (odioso) squillo "no numero", è sicuramente lei. Magari questa sorrideva perchè ripensava alla barzelletta sporca che aveva sentito il giorno prima, ma noi ci costruiamo il nostro bel castello. Ci infighettiamo nel nostro metaforico pantalone "Calvin Clain" tutto ciò che accade è una conferma che questo pantalone sia nostro e ci stia davvero bene. Non è un caso rivedere quella stessa ragazza anche il giorno dopo. Ok oggi non ci ha sorriso ma intanto s'è fatta vedere, mai prima s'era fatta vedere. Ha capito che strada faccio ed ogni giorno la percorre per me! E invece quella s'è stufata del pane del fornaio di là, e si fa cento metri per comprare il pane dal fornaio di qua.

Sarebbe proprio bello potersi liberare da tutte queste dinamiche. Forse potendo scegliere, preferirei trovarmi continuamente nella seconda. Si tratta pur sempre di una illusione, niente di concreto. Zero prima, zero dopo. Ma se si deve passare da un illusione all'altra meglio che si tratti della seconda, dove tutto sembra andare bene piuttosto che la prima, dove tutto sembra andare male.

domenica 26 ottobre 2008

Profetici Pentagrammi: Non Volermi Male (Carmen Consoli)

Troppo stanca
per pensare
forse ero al punto di capirci qualcosa
Non so più
parlare
forse è perché non ho niente da dire

Non volermi male

Quante cose
per le mani
in questo inspiegabile groviglio d'intenti
Reggo con fatica
le orrende e infondate accuse di ieri

Non volermi male

Certe volte
l'importante è vedersi più belli
Quanto basta
per sentire che il mondo è vicino
e non è perfetto

Ammaliante percezione…
la notte conserva preziosi consigli
Non so più domare
gli istinti repressi da logiche incerte
Non volermi male

Certe volte
l'importante è vedersi più belli
Quanto basta
per sentire che il mondo è vicino
e non è perfetto

venerdì 24 ottobre 2008

L'apparente abbuffata

Allora allora. Non ho proprio idea di cosa voglio scrivere di preciso e di dove andare a parare e quindi vi parlerò di qualcosa di già trattato pochi giorni fa. Stavolta però sarò più sintetico e diretto.

Mi da fastidio apparire MEGLIO di quello che sono o in una situazione migliore.
Se prima eravamo in 10 ad andare per la strada adesso siamo rimasti in due ad andare per la strada. Una mia amica, che è tornata single da poco, dopo molto ed io, single da sempre*.
Ora, essendo rimasti in due ad andare per la strada potrei anche dare l'impressione che finalmente anche io mi sia aggiustato. E invece no. Questa tra l'altro è anche una bella e piacevole ragazza. I maschi dagli otto ai sessan'tanni si girano a guardarla. Bel colpo, parrebbe. Ma non è così. Precisiamo. E' una piacevolissima amica e nulla più, nessuna mira espansionistica. Tuttavia qualcuno potrebbe pensare "bel colpo". Bel colpo un par di palle! Ho la solita sfiga di sempre!
Invito a pranzo un'amica con la quale sono sempre in contatto. Giovanni che non ha mai invitato nessuno, invita un'amica a pranzo? Che stia finalmente combinando qualcosa? ... pensano speranzosi i famigliari ... NO! un par di palle anche stavolta. Nessun sottinteso, nessun occhiolino. E' un amica e punto!
Pensate di aver fame e di andare in giro con una baguette gigante a macerare ed insaporirsi sotto la vostra ascella, baguette che però non vi appartiene e che non potete quindi mordere. Non è ancora più frustrante? Non è un evidenziatore giallo brillante del vostro interiorissimo disagio? Perchè la gente dovrebbe pensare che io sto andando a casa a trascorrere un bel quarto d'ora con quella baguette quando invece passerà di mano? Perchè un passante non dovrebbe offrirmi una delle sue patatine San Carlo (e non trovateci allusioni) dato che con la rusti ca baguette di 50cm figurati se ho bisogno di 0.5 Gr di patatina?


*(Se è vero che di martedì non ci si sposa e non si parte, sappiate che io sono nato MARTEDI 15 Maggio, 1979 e a quanto pare non fu neanche una delle primavere più calde che si ricordino. Quando mi estrassero dall'utero erano circe le 3 del mattino. Erano le 3:15 quando il 13 Novembre 1974 Ronald De Feo uccise madre, padre, fratelli e sorella perchè glie l'aveva ordinato il diavolo).

martedì 21 ottobre 2008

Quello che ho e quello che so

Dopo tanta autocritica, tanto sfacelo e svariati tentativi di suicidio critico ecco quello che invece mi rende fortunato rispetto ad altra gente. Dunque vediamo. Allo stato attuale ho:

La salute, un tetto, un lavoro autonomo, un reddito, un conticino personale in banca e dunque una prospettiva di sopravvivenza. Ho un'automobile ed anche un motorino. Ho due genitori ed una nonna. Ho tanti amici e decisamente troppe amiche. Ho tanti libri, ho un computer, ho del tempo per leggere e del tempo per stare al computer. Ho due criceti, dei vestiti da indossare, del cibo da mangiare ed ho anche, pensate, una tv tutta mia. Godo di una discreta libertà, posso, nei limiti della ragionevolezza prendermi un po di riposo, ho i miei doveri, le mie responsabilità ed ho influenza nelle scelte lavorative.

So far ridere, so trovare collegamenti comici anche ad eventi tragici. Sono anche sensibile e dotato di logica. So ascoltare, so consigliare, so parlare. Ho una ideologia politica anche troppo eterogenea: riconosco le buone idee "degli altri" e quelle pessime della mia "area politica". Ovviamente riconosco le cavolate degli "altri". Insomma decido io e non quello in tribuna politica.
So suonare qualche nota di basso e qualche accordo di tastiera. Ogni tanto mi riesce anche di scrivere. Ritengo di saper leggere le circostanze.

Questo è tutto credo. Avrò almeno toccato i punti più importanti. Uno tende spesso a parlare dei propri difetti, dei propri limiti. Fa bene. Meglio presentarsi prima con i difetti, perchè poi si scopra una persona migliore, non il contrario. Una sontuosa scatola che cela una sputacchiera.
Ad ogni modo, questi sono i meriti che ritengo di avere. Per alcuni sarò anche stronzo e fastidioso come un tassello Fisher piantato ... si, su per il culo (di quelli che più avviti e più si allargano) ma se per molti sarò simpatico ed "in gamba" allora conta il parere dei molti, non degli alcuni.
Non si è come ci si porge, ma come gli altri ci vedono. Se 3 persone pensano che Eddie Murphy sia bianco e 97 ritengono che invece sia di colore, è facile che saranno i tre ad avere una differente percezione, non i 97.

giovedì 16 ottobre 2008

Varie ed Eventuali

Questa volta scriverò di più argomenti, di fatti, pensieri e situazioni troppo brevi per meritare un unico post. Di quelle cose che ti vengono in mente mentre le vivi e pensi: dovrò scriverne. Addirittura parlerò anche di questo stesso concetto. Partirò da una considerazione facile facile. Molta gente giunge su questo blog scrivendo parole su un motore di ricerca. Rimarranno assai delusi dopo, dato che quello che loro cercano qui è solo nominato oppure usato impropriamente. C'è gente che cercava rimedi per le caccole del naso, gente che cercava il titolo di un cartone animato dove "un genio viveva in un vaso" e c'è gente che cercava ragazze da rimorchiare. Ed è proprio così che (sesso, sesso, figa) mi è venuto in mente di fare un post (culo, tette) che contenesse delle parole CHIAVE nella ricerca di molta gente. Scopare, troie, ragazze.
Beh chi capiterà su questo blog sperando di trovare PORNOGRAFIA oppure RAGAZZE NUDE o magari anche CELEBRITA' come ad esempio BRITNEY SPEARS rimarrà deluso. Spero però non venga nessuno in cerca di FETISH, di SADOMASO o di FISTING. Spero però si affacci qualcuna di queste RAGAZZE SINGLE o RAGAZZE SINGLES che mi trovi, mi contatti ed instauri con me una CHAT, non necessariamente EROTICA. L'EROTISMO non è una componente fondamentale nel RAPPORTO. Non vorrei che le RAGAZZE si sentissero offese da quanto sto scrivendo (Zinne, minne, capezzoli). Ho molto rispetto per il SESSO femminile, chi mi conosce potrà confermarlo, Blowjob,scopare,gratis. Ad ogni modo, terrò d'occhio se per caso qualche PORCO o PORCA finirà sul blog vittima della mia trappola (borchie, frustino, perizoma). Mi propongo di pubblicare, se mai questa spassosa occasione si verificasse le chiavi di ricerca utilizzate da questi utenti anonimi. Limonare, baciare, fare soldi, stimolazione prostatica.

La seconda cosa della quale vi volevo parlare sono i cornuti. Quelli eufemistici. I cornuti della strada. Non vi danno fastidio quelli che ad esempio in aperta campagna procedono a trenta all'ora? Cazzo. Dico: non c'è NIENTE da cercare, niente da guardare, nessun incrocio, nessuna casa .. NULLA! Perchè vai così piano? Ma fin qui ci può anche stare. Vedi questa gente che si accosta a destra, non si ferma .. si accosta solo e quasi PRETENDE che tu sorpassi perchè loro possano proseguire la loro passeggiata. Pretendono che tu faccia un sorpasso magari infrangendo trecentocinquantamilasettecentoventidue norme stradali e se c'è un posto di blocco proprio dietro la siepe oscurante ci godono anche: "Ecco! Fatto bene! Stò stronzo!" ti dicono.
Odio anche quando vengo preso per cornuto senza averne il merito. Sapete quando siete su quelle strade "a rischio" controllo e ci sono quelli che ti si attaccano al culo? Vorrebbero che tu accelerassi, che superassi i limiti. Certo, per fare 25 Km tiro volentieri fuori 153 EURO di multa perchè quello dietro ha fretta. Non mi verrebbe a costare 153 EURO neanche se mi facessi scarozzare da Ambrogio in una Limousine piena di Ferrero Rocher.

Terzo ed ultimo argomento: gli argomenti. In passato, quando me la sentivo (e spero che in futuro tornerò a sentirmela) scrivevo brevi racconti. Non sto a dire se fossero buoni o meno.
Nella vita di ogni giorno spesso mi capita di guardare una scena, pensare a qualcosa e dire: "ci si potrebbe scrivere sopra". Una frase e mi vengono in mente alcune scene, delle frasi, un introduzione per una storia, magari anche l'abbozzo di una storia. Poi però non ho la voglia, il carburante per mettere tutto (quello che ho pensato) su "carta". Oggi, quando ho pensato che in fondo si potesse trattare anche quest'ultimo paragrafo in un post, ho pensato di unire tutte queste tre microidee per aggiornare il mio blog, che sarà sicuramente tra i più lenti, monotoni e deprimenti della rete.

Siccome non so neanche come chiudere il tutto, io chiuderei qui, al punto.

venerdì 10 ottobre 2008

Una LUNGA storia di un terapeuta frustrato, triste ed improvvisato

Non ricordo come cominciò di preciso tanti e tanti anni fa. Forse è iniziata come succede a tutti quelli che vogliono ingraziarsi la bella di turno, che poi ovviamente ringrazia e se ne va.
Forse ho iniziato con l'ascoltare la gente ed offrendo aiuto psicomateriale sperando di essere a mia volta aiutato in caso di necessità. Fattostà che ad oggi sono il massimo consulente, tra i miei amici, per quanto riguarda i conflitti di psicologia, dubbi, paure e ansie. Ho una specializzazione nei rapporti di coppia, ma va bene tutto. Non credo tuttavia di potervi offrire consulenza finanziaria, soprattutto in questo brutto periodo! Racconto questo fatto perchè è espone meglio ciò che voglio comunicarvi. Anzi, ora vi racconto anche i particolari irrilevanti, ho intenzione di tediarvi.

Anni fa, una mia amica incontrata per caso sul corso principale della mia cittadina, mi presenta "sua cugina". Sua cugina di Teramo. Alcuni mesi dopo, ero allo stadio a guardarmi Pescara - Chieti (scialbo pareggio), tribuna Adriatica, eh si, per il Pescara. Mi arriva uno strano SMS, di quelli che ogni tanto arrivano da numeri "nuovi", non in rubrica, che poi appartengono solitamente a uomini allupati. Verso sera, un nuovo SMS dalla stessa persona svela l'arcano. Era lei la Cugina della mia amica. Gli ero rimasto simpatico ed aveva chiesto il cellulare.

Insomma, dopo mesi e mesi di telefonate ci si incontra. Si va a Teramo ad incontrare La Cugina. La mia amica, il suo ragazzo ed io. Nonappena la guardo (si, era la seconda volta che la incontravo, ma non la ricordavo affatto) ho pensato: - Cazzo! Non è il mio tipo. Non fa per me -
Poi, conoscendola ho notato che aveva una specie di carisma, mi piaccque abbastanza da volerla rivedere. Credevo di avere il coltello dalla parte del manico. Eppure dopo, onestamente non ricordo come e perchè, ho capito che l'incontro non sarebbe potuto evolversi, ma non per mia scelta.

Del resto di questa storia ricordo solo che: Divenne l'ennesima delusione, la presi come la n+1 sconfitta. Ricordo che le telefonate con questa Cugina continuavano ma si parlava d'altro.
Prima erano stupidi dialoghi sul cosa hai fatto oggi, che ne pensi di, che hai fatto quando, oggi ho le palle girate per.... e poi sono diventate un monologo. Lei mi telefonava o si faceva chiamare (ecco perchè ho attivato la promo wind) e mi raccontava di lei con quel tipo che aveva conosciuto. Il siculo. No, non ero geloso affatto. Non del siculo. Mi deprimeva però il fatto generale che a tutti giungesse qualcosa mentre a me non giungeva mai nulla. Se non ricordo male, in quel periodo stavo anche annusando l'odore di un nuovo "No grazie".

Va bene l'amicizia. Va bene essere di buon cuore, ma quando hai le chiappe arrossate la cute è più sensibile. Ascoltare delle gioie altrui evidenzia il proprio dolore.

Non mancavano neanche i momenti brutti. E cosi questa Cugina mi raccontava anche di problemi che erano stronzate epocali, in confronto a quelle difficoltà che ritenevo di avere personalmente. Mi sembravano giochi di bambini, ripicche infantili. Sembravano si impuntassero solo per avere un motivo di stare separati. Eppure da ciò che sentivo entrambi volevano stare insieme. E allora? Perchè non fare un gesto, anche andando contro il proprio orgoglio, ma che poi permetta di stare dieci volte meglio? Boh, proprio non lo capivo.

Telefonata dopo telefonata, giorno dopo giorno accade che mi sono stancato. Ok, lei non era la sola alla quale fornivo i miei servigi di consulente, ma è stata lei la sola a pagarne le spese.

Non l'ho chiamata più, ho tenuto il telefono spento. Mi sono negato. Ero troppo stressato. Volevo avere anche IO qualche problema ogni tanto. Meglio della piattezza di uno zero assoluto, pensavo allora. Cugina mi cercava ma io non rispondevo ai suoi squilli, che erano segnali. Non rispondevo neanche ai suoi messaggi nei quali mi chiedeva se fossi morto. Poi, una volta per rimorso di coscienza, le risposi. Le scrissi che era un momento decisamente NO e che mi sarei rifatto vivo. Non l'ho mai fatto. Lei continuava a cercarmi ed io non davo risposte.

Poi m'è capitata una cosa che proprio non m'aspettavo. Una situazione positiva spuntata dal nulla e finalmente ero contento. Non ce l'avevo più con il mondo. Avrei sopportato che tutte le protagoniste delle mie precedenti delusioni si accoppiassero promisquamente a uomini, donne ed animali di ogni razza ed età. Figuriamoci quindi se non avrei sopportato, anzi gradito una telefonata alla buona, vecchia e cara Cugina, per poterle comunicare finalmente qualcosa di buono anche io. Poi ho pensato che era meglio di no. Che forse avrei fatto bene ad aspettare. Non si sa mai, meglio esserne sicuri. Come diceva Trapattoni: "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco". Poi mi sarebbe toccato essere consolato a forza. Quindi ho lasciato perdere e non l'ho chiamata.

Ho fatto bene.

Tutto questo per dire che forse, davvero il sesto senso esiste. Forse è per questo che tutti e tutte vogliono un mio parere. Potrei metterci su un Business ma non credo che mi aiuterebbe a risolvere il mio problema primario.

lunedì 6 ottobre 2008

I labili confini della Dismorfofobia

Avete presente quando risentite la vostra voce al registratore e dite:
"No cazzo! Non sono io, non ho quella voce così brutta!"
E invece SI, cazzo, avete quella voce così brutta, ma non ve ne rendete conto! Quella è proprio la vostra brutta voce!

Da qui mi chiedo: quanto sono brutto? Sono brutto come appaio in foto o sono brutto come appaio allo specchio?
Eh si perchè personalmente mi vedo più brutto in foto che allo specchio. Sarà una "protezione" per potermi ancora radere e pettinarmi, anche se per motivi di comodità ora i rasoi hanno le batterie(!!) e riesco a radermi anche ben distante dallo specchio.

Insomma sono brutto quanto allo specchio, o peggio quanto in foto? Io credo purtroppo che la risposta giusta sia la seconda: Siamo brutti quanto in foto (con le dovute eccezioni: conosco una ragazza tanto carina che in foto è solo carina, ma lei ne è al corrente).

La DISMORFOFOBIA è come dice Wiki "la fobia che nasce da una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore, causata da un'eccessiva preoccupazione della propria esteriorità.

Causa in taluni soggetti un forte stress emozionale, incapacità di tessere relazioni sociali con conseguente isolamento sociale. Sviluppa comportamenti fobico – ossessivi altamente pericolosi, inducendo spesso ad anoressia e alla bulimia semplice e nervosa. Si sviluppa nei soggetti in cui è basso il livello di autostima, adolescenti sia maschi che femmine.

Può focalizzarsi sull’intero aspetto esteriore o solo su una porzione precisata di corpo. Molto spesso queste porzioni riguardano seno, capelli, cosce e fianchi per le donne; pene, testicoli, capelli per gli uomini."

Per quanto mi riguarda non mi sono mai specchiato pene e testicoli per slancio personale. Se mai inizierò a farlo ve lo racconterò in questo blog. Tuttavia penso... dov'è il limite tra la dismorfofobia e la semplice verità dei fatti?

John (Joseph) Merrick non credo si potesse tacciarlo di avere ANCHE la dismorfofobia. Beh certo questo è un esempio un po gonfiato .. un po TANTO gonfiato. Ma allora QUANDO è la patologia a bloccarci e QUANDO è davvero il nostro aspetto esteriore? E le reazioni emotive personali che si hanno quando si sa avere coscienza di un brutto aspetto, sono da ricondursi sempre alla solita DISMORFOFOBIA ? E ripeto dico quando EFFETTIVAMENTE si è un tantino oggettivamente bruttini, non quando si è Brad Pitt nella fase "Ma che occhiaie stamattina".

Per la cronaca Joseph Merrick aveva l'uccellino e le palline perfettamente formate. Niente facili battute. E' tutto documentato.

sabato 4 ottobre 2008

La Semiotica Relativa

Mi dica Fantocci: cos'è la semiotica?
Eh! Eh! Dicesi semiotica ... lo studio... dei segni, dei siboli .. e ... e .. e del loro significato!
Bravo Fantocci! E sappia, caro Fantocci, che il segno, il simobolo è "un qualcosa" che rimanda a qualcos'altro. E' un processo, una comunicazione!

Una bandiera gialla in una corsa di F1 vuol dire PERICOLO, ma quella materialmente è solo una bandiera gialla. La spia arancione sul cruscotto vuol dire che sta per finire la benzina. Insomma qualcosa che materialmente non c'entra nulla con la benzina, significa, lascia intendere che siamo in riserva e dobbiamo fermarci alla prossima stazione di servizio.

Un semaforo rosso è solo una lampadina rossa accessa, ma vuol dire fermati. Ora, se la semiotica fosse relativa (e credo che anche se di rado, alla fine è davvero RELATIVAMENTE relativa)... potresti trovarti a guidare in una città che non è la tua. Disorientato guardi a destra e a sinistra cercando di non fare cappellate. Arrivi ad un incrocio ed il semaforo è verde. Tu procedi tranquillo... fin quando quello davanti inchioda e tu tamponi perché SOLO in quella città, quella che è solo una lampadina verde accessa vuol dire STOP, ALT, FERMA!!! e non TUTTO OK, VIA LIBERA!

Tu non lo sapevi perché all'ingresso della città non c'era scritto che qui la semiotica fosse diversa. Quindi tamponi bestemmiando l'Altissimo perché quello davanti ha inchiodato col verde, scendi dalla macchina tutto incazzato, l'altro davanti è ancora più incazzato di te e finisce che hai torto due volte:
1) hai tamponato
2) il verde vuol dire ALT

e magari prendi anche le botte!

Quello che ti frustra però è che nel torto, sai di avere ragione perché non c'era nessun cartello all'ingresso della città, se non "Guidare con prudenza" che può vuol dire niente.
Seppur dotato di buonsenso è solo un comune e banale cartello stradale che può tranquillamente trovarsi all'ingresso di ogni normale città, cittadina o paese.

-Non hai letto il cartello all'ingresso?- Ti dirà vigile, il vigile urbano.
-Si- risponderai
-E allora!?-

Tu non potrai fare altro che aprire la bocca per obiettare, ma rimarrai in silenzio.

Attenzione quindi quando entrate in nuove città a voi sconosciute (o quasi).
Decidete voi se è meglio chiedere prima al sindaco che tipo di interpretazione semiotica ci sia in quel comune, rischiando di fare la figura dello zotico errante vagabondo, privo di tatto, buon senso ed intelligenza... o se entrare e guidare tra semafori trabocchetto e divieti d'accesso che ti obbligano in realtà ad imboccare proprio quella strada.

venerdì 19 settembre 2008

I conti senza l'Oste.

Immagina che inventino una nuova lotteria.
Hai tempo di comprare il biglietto fino ad un giorno fissato, dopo di che stop alle vendite. Chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori.

Un programma RAI divertentissimo e pieno di gag esilaranti, con momenti culturali e angoli del dibattito, del confronto, avrà il compito di svelare all'unico fortunato che lui, proprio lui, è il vincitore del super UNICO premio della lotteria. L'estrazione vincente si effettua durante la prima puntata e la matrice del biglietto la custodisce scrupolosamente un dott.Ing. Lup man. NOTAIO di Gran Croc. Questo notaio è fidato ed onesto. Si lo so. Quasi impossibile, ma ricorda che tutto questo è un discorso di pura fantasia.

Il numero vincente però, il notaio lo renderà noto (proprio in quanto notaio) puntata dopo puntata. La situazione quindi è questa: Il vincitore esiste già. La decisione è stata già presa sin dall'inizio, niente e nessuno potrà cambiare l'esito dell'estrazione durante le puntate successive. In pratica la verità è stata già decisa, il dado è tratto ma il notaio rende nota una cifra o una lettera vincente in ogni puntata. Può essere che hai già vinto ma non lo sai. Metti poi anche che l'estrazione è stata fatta solo con i biglietti venduti e che la matrice vincente è composta da una lunga serie di cifre e lettere, così che tutti i biglietti venduti siano ragionevolmente dissimili tra di loro. Giorno dopo giorno, puntata dopo puntata i potenziali vincitori rimarranno sempre meno. Così, se dopo due settimane alla quindicesima parte (su venti) della matrice, sei ancora in gioco... con della combinazioni così impossibili inizi a pensare che il biglietto che il notaio ha estratto tempo fa sia per forza il tuo e che quindi il tutto si risolva in una questione di giorni. Basta saper attendere che il notaio completi la lettura della matrice vincente (che sarà senz'altro la tua). Il buon esito dei due giorni successivi (anche il sedicesimo ed il diciassettesimo numero sono esatti) ti da la certezza che si tratti proprio del tuo biglietto. Impossibile ci sia coincidenza così bastarda con una combinazione di 10 cifre e di più di 21 lettere in una sequenza alternata di 30. Invece... Alla penultima cifra, quando oramai eri arrivato a contare i minuti (passando prima dai giorni e poi dalle ore) il notaio dice "9" ma tu hai "0". Paradossalmente è vero. Hai zero. Hai sempre avuto zero, anche se fino al giorno prima eri sicuro di aver vinto il premio, fin dalla prima puntata hai sempre avuto zero, niente. Avevi un biglietto perdente. Certo bislaccamente perdente ma PERDENTE. L'oste è tornato ed ha fatto lui i conti. Poi l'ultima puntata non vuoi perdertela, anche se ti rodono le chiappe. La vuoi vedere quella faccia da culo che ha vinto il premio con un biglietto incredibilmente simile al tuo. Te lo figuri allegro e pieno di speranze in quei due giorni prima della premiazione, quando il tuo biglietto era già carta straccia ed il suo continuava ad essere d'oro. Veramente non era ancora oro, ma lui aveva fatto involontariamente la tua stessa considerazione. Se son giusti i primi 17 numeri, vista la così bassa probabilità di biglietti molto simili, sarò sicuramente il vincitore. Anche lui ignorava la tua stessa esistenza scandita dagli stessi umori, dalle stesse sensazioni e dalle stesse speranze. Poi tu sei "morto" e lui ha vissuto ancora fino al traguardo. Sempre all'insaputa di te. Ti senti esautorato, defraudato, spodestato, ma lui, "la faccia da culo" non ha colpe, poraccio. Di certo poi, a saperlo, non ti avrebbe detto: "ah poverino! Ci speravi tanto eh? Ecco il mio biglietto, prenditi il mio supermegapremio". Il fatto è che per una volta vorresti essere tu "la faccia da culo" in tv che regge il mega assegno simbolico gigante e che tutti invidiano. A tutti quelli che hanno vinto quell'assegno simbolico. È così grande perché avete avuto un grande culo nel vincerlo. Ed ora, quindi, potete piegarlo in due, potete infilarvelo nella grossa tasca posteriore del vostro jeans col culo grosso ed andare in banca a riscuotere. L'unica raccomandazione: sappiate amministrare la vostra fortuna.

mercoledì 17 settembre 2008

Un sogno (cretino) mi disse ....

Tiziano Terzani poteva farsi dire cose dai suoi indovini, mentre si faceva una lunghissima vacanza di lavoro in giro per il mondo nei paesi più sfortunati (guardando con disprezzo al benessere, facendo tuttavia lui stesso parte di questo), io invece posso affidarmi ai più economici ed ordinari sogni.

Nessuna novità, comunque. Avevo già riflettuto su quello che il sogno mi aveva suggerito. Una parte di questo, anzi, mi era già capitata di sognarla. Forse però all'ora gli avevo dato una differente interpretazione, o forse una differente interpretazione l'aveva sul serio (vedi "Tempi Imperfetti").

Il sogno è davvero cretino. Neanche una neo Teen-Ager con le copertine di "cioè" appese in cameretta avrebbe potuto fare un sogno così. All'inizio non era chiaro COSA fosse, ma dov'ero si.

Ero a pochi chilometri da Ortona, a Francavilla al Mare e precisamente (per chi è della zona) nella zona di San Franco. Camminavo in salita verso la Statale Adriatica ed ero in compagnia di due, non bellissime ragazze. Una di queste era verbosa, l'altra silenziosa.
Verbosa parlava a bassa voce ed in inglese, si mangiava le parole e non si capiva un accidente. Le chiedevo (in inglese) di parlare forte, le chiedevo di ripetere, ma era tutto inutile. Non riuscivo a capire quello che Verbosa diceva. Silenziosa invece era così silenziosa che non mi dava una mano, quando le dicevo che di ciò che la sua amica mi diceva, non riuscivo a capire nulla.

Poi ecco che compaiono nuovi personaggi. Ragazzi e ragazze. In strada. Tutti (miei) amici a quanto pareva. Ed ecco che so di essere in una di quelle popolari (per gli altri) fiction TV stile "Cesaroni". Sarebbe potuto essere anche un Film di Muccino, dove trentenni impersonano sedicenni, ma c'era un particolare che mi fa propendere per l'idea Fiction/Telefilm/Cesaroni: ero in una replica!!!

Si. Ero consapevole che era una replica. Una di quelle repliche della puntata precedente che danno il giorno dopo a sera tardi. Pur essendo una replica (e quindi qualcosa di "già fatto"), mi trovavo a vivere, ancora le stesse situazioni. "Ricordavo" (tra virgolette perchè non si tratta di un vero e proprio ricordo) che in quella puntata, in quella andata già in onda, una ragazza del gruppo si era incazzata per una mancanza. Una mancanza non solo mia, ma anche di altra gente. Un appuntamento dimenticato, una parola non mantenuta, qualcosa del genere. Ricordo che con un gruppo di ragazzi (forse esclusivamente maschi) siamo saliti in un ufficio (un avvocato?) ed io continuavo a ripetermi che dovevo ricordarmi della parola data a questa ragazza. Dovevo ricordarmi per evitare che si incazzasse. Come se una replica possa essere differente. In quello studio c'era una grande confusione e già qualche secondo dopo avevo la sensazione che ormai era fatta. Nonostante il mio appunto mentale, l'appuntamento era stato disatteso e quella ragazza ormai doveva essere delusa, offesa e triste. Esattamente come nella "Prima" anche nella replica la puntata aveva avuto il suo acme con la disillusione della ragazza.

Adesso tutto questo cosa vuol dire? Che magari spesso ciò che non capiamo non è per forza colpa nostra? Che c'è gente che fa di tutto per farsi vedere attiva ma che alla fine, non ci aiuta per niente? (Paraculismo)

Vuol dire che se qualcosa deve andare male ci va anche se ci impegnamo? Vuol dire che come la mettiamo la mettiamo faremmo del male, ci faremmo male o entrambe le cose insieme?

Chissà come l'avrebbe interpretato l'indovino di Terzani.

martedì 9 settembre 2008

Diversamente Disabili (A/E/F#m/D)

Anni fa mi parlarono del Maya, dell'illusione. Tutto è illusione e quindi, quando si sta male per qualche cosa, semplicemente ci illudiamo di stare male o, quantomeno, ci illudiamo che la nostra brama non soddisfatta sia importante tanto da farci cadare in uno stato depressivo. Tutto bello ed interessante, in teoria ma nella pratica? Io credo che il Maya sia l'unico vero Maya. La sofferenza non è Maya. Il Maya e Maya. Come granparte dei concetti filosofici però il sostenitore della tesi PRO MAYA cade sempre in piedi.

Se sono alto quanto il piccolo Arnold al suo primo giorno di scuola elementare ed ho fame, MOLTA fame ed il cestino della merenda è sull'ultima mensola in alto, cosa racconto al mio stomaco che gorgoglia, che la fame è MAYA? Che anche se sono alto come l'edizione natalizia di una Barbie non importa perchè non è vero che la mensola è troppo alta e che io ho le gambe troppo corte? Che è illusione? Maya?

Certo i cultori diranno che la vita stessa è Maya, il sentire fame è Maya, il vivere è Maya. Tutto non ha importanza in quanto la verità è altra.

Da subito si sarà intuito che per me son tutte cazzate. Se fossi stato alto la metà di Micheal Jordan mi sarei dovuto piegare per RACCOGLIERE quela cesta, e non cercare di volare come avrebbe fatto Arnold a sei anni. Inutile dire che anatomicamente un uomo può chinarsi, ma non ha le ali. Perchè dunque il piccolo Arnold dovrebbe essere UGUALE a Jordan? Jordan deve abbassarsi Arnold dovrebbe volare. Come si fa a dire che Jordan ed Arnold hanno le stesse possibilità di mangiarsi il panino? Poi passa un giorno e cammina cammina Arnold e Jordan si ritrovano nel refettorio. Jordan si abbassa e raccoglie il suo panino, Arnold si mette sulle punte ed il panino è lontano un metro buono. Il terzo giorno Arnold comincia un po ad accusare la fame entra nel refettorio che è di cattivo umore. Jordan si china, raccoglie il panino e se ne va, Arnold salta da fermo, salta con la rincorsa e non riesce neanche a sfiorare la mensola dove è poggiato il panino, anzi c'è ancora un bello spazio da colmare.

Il quarto giorno Arnold è incazzato NERO. Attende che Jordan se ne vada ciondolandogli il suo panino davanti al naso e poi si spoglia nudo. Fa un mucchio con i suoi panni dismessi, ci sale su e neanche ci arriva. Si mette sui panni e sulle punte, ma non ci arriva. Salta come un invasato posseduto da un demonio sodomita ma non ci arriva. Scende dal suo mucchio di vestitini, prende tre metri buoni di rincorsa, arrivato al mucchietto di stracci ci salta sopra scivola, cade e si fa anche un male del diavolo, quello normale, non sodomita.

Il quinto giorno Arnold, sempre più debole dalla fame ha ormai dimenticato anche l'incazzatura. Non fa caso a Jordan che mangia e rimane rannicchiato sotto la mensoletta, allunga una manina ed è addirittura più distante degli altri giorni.

Il sesto giorno Arnold, allo stremo si strascina con le mani. Le gambe non gli reggono più e quindi striscia. Non ha la forza neanche di alzare il braccio e quindi piega il polso ad angolo retto facendo una specie di patetico saluto con la mano, che è sempre più distante da quel panino tanto bramato.

Il settimo giorno, secondo le scritture, Arnold è morto stecchito. Paradossalmente è un ottimo banchetto per tutti quei batteri anaerobi che entrano in azione mangiucchiando il corpo stremato ed ucciso dalla fame. I batteri ruttano e scureggiano anidride carbonica e così il nostro piccolo arnold si gonfia. Anche da gonfio non sarebbe riuscito ad arrivare al panino. Poco male.

Jordan è stronzo? No, Jordan si fa i cazzi suoi. Se Jordan avesse tirato giù dalla mensola anche il panino di Arnold, sicuramente il simpatico ometto sarebbe vivo (a differenza dei sui batteri necrofagi) ma sarebbe merito suo? No! Lo renderebbe uguale a Jordan? No! Avrebbe le stesse possibilità di Jordan? No! Infatti nonappena il cestista americano per qualche imponderabile, improvviso e malvagio gioco del destino si fosse reso irraggiungibile, irrintracciabile. Quando Jordan fosse sparito, CHI avrebbe preso il panino al piccolo Arnold? Nessuno!

E non c'è bisogno di essere Jordan, va bene essere anche Danny De Vito, quel poco più alto tanto da arrivare con un salto a prendere il panino. Magari non si mangia tutti i giorni perchè certe volte il panino capita proprio "più dentro". Perchè cercando di afferrarlo lo spingiamo lontano ed "addio panino" ..soffriremmo la fame per un giorno, due .. ma OGNI GIORNO sarebbe potenzialmente da riempirsi lo stomaco. Per Arnold invece non è così. Ogni giorno è uguale al precedente, ogni ingegno inutile, ogni tentativo fallito. Denny De Vito potrebbe anche trarre beneficio da qualche giorno di dieta forzata (e meglio se voluta). Qualche chilo in meno, un po di esercizio ed un corpo più agile ci permette di saltare in alto ed afferrare il panino. Se lo vogliamo e se lo riteniamo opportuno, non come prima che dovevamo affidarci sempre un po al caso ed alla fortuna di spiccare un salto migliore. Poi vabè, c'è il Mario Rossi che non salta e non si china. Lui è formato standard.

Se sei Jordan sei fortunato, l'altezza non ti aiuterà solo ad afferrare panini. Stai solo attento a piegarti sempre nella maniera corretta.

Se sei Mario Rossi, dovrai a differenza di Jordan, prendere una scala per avvitare una lampadina .. ma ogni quanto può fulminarsi una lampadina?

Se sei Danny de Vito, non lamentarti troppo! Non sei alto, devi faticare di più, ma se ti alleni, se cambi, ti sarà sempre più agile prendere quel panino

Se sei Arnold non c'è nente da fare che aspettare la morte. Se sei Arnold e credi nel Maya allora tanto di guadagnato, ridi, scherza e sii felice fino a quando, all'improvviso le tue difese immunitarie ti diranno "addio" e la disidratazione ti toglierà dal mondo. La forse proverai qualche dolorino .. ma è Maya.
Se sei Arnold e ne sei consapevole, come si diceva in un film trash anni 80: "So cazz'e tua!"

giovedì 14 agosto 2008

Il Prescelto di Nostro Signore

E' noto che io sono totalmente ed ostinatamente ateo ma per una volta voglio far finta che Nostro Signore esista. Uso la lettera maiuscola per riferirmi a Lui per correttezza grammaticale. Può essere anche che più avanti nel testo non sarò così grammaticalmente corretto. Facciamo finta quindi che ci sia Nostro Signore.
In un mondo, anzi, in un universo con a capo Nostro Signore, dovrei sentirmi orgoglioso e fiero di essere il Suo prescelto. Il prescelto per essere "quello a cui rompere i coglioni" però.

Ho notato che quando dico che "accadono tutte a me", non è per modo di dire. E' proprio vero. Adesso, non ricordo onestamente avvenimenti troppo lontani nel tempo, anche perchè ho iniziato a notare di essere il prescelto solo ultimamente.

Ricordo che quando ero piccino i miei, che gestivano sempre la stessa attività commerciale, la domenica erano sempre a casa. Da quando invece ho iniziato a lavorare anche io i tempi sono cambiati. Spesso adesso tra sagre, feste, fiere, liberalizzazioni di orari capita di dover lavorare sette giorni su sette.
Ho notato tra l'altro che da quando è toccato a me lavorare, in centro cittadino hanno aperto almeno tre negozi concorrenti. In un quartiere poco fuori si è insediato un centro commerciale, con due grosse catene di tipologia identica alla mia, solo molto più fornite. Nel giro di 20 Km ci sono come minimo altri dieci centri commerciali, e la rete autostradale è davvero comoda per raggiungerli. Nel momento di maggior bisogno economico (non per vezzo o per capriccio, ma proprio per sussistenza, tra tasse, fatture e bollette) uno dei tanti concorrenti a caso (ed a turno, uno per ogni anno) se ne viene fuori con una strepitosa svendita promozionale. Questo prima non accadeva, ma da quando sono "in affari" anche io .. accade.

Ho notato che ogni volta che ho in mente di fare qualcosa all'aperto quando è finalmente domenica, immancabilmente piove. Se invece desidero che piova il sole spacca le pietre.

Quando mi piace una ragazza, questa mi manda a cagare immancabilmente e quando invece per qualche motivo paranormale non lo fa (forse Nostro Signore s'è distratto) compare all'improvviso qualcuno che non solo è meglio di me, ma sfiora la perfezione (relativa certo, ma ci vuole sempre un gran culo perchè avvenga proprio in quel momento). Nostro Signore frustrato dalla distrazione ci mette il carico (se conoscete la briscola capirete il riferimento).

Proprio oggi mi servivano dieci banalissimi sottovasi. Mi reco in una piccola ferramentuccia locale (la catena italiana BRICO, fanculo la pubblicità) e Brico ne ha di tutte le misure. Della misura che serve a me ne ha però solo NOVE. Non dieci ma nove. Nove mi sono inutili per quello che devo fare, ma mi basta per ricordare che io sono il prescelto.

Sono milanista, il milan sono anni che fa schifo, non fa che perdere e quando vince, vince a culo. Perchè? Perchè sono milanista. Mi dispiace però che altri milanisti siano scontenti per colpa mia. Fin quando va storta a me, Nostro Signore è solo stronzo, ma se per rompere le palle a me deve mandarla in culo ad altri allora è proprio un cornuto.

giovedì 31 luglio 2008

Matto in tre mosse

Giorni fa stavo riflettendo su una cosa. Forse qualche volta i giovani di oggi, e probabilmente anche alcuni di ieri, sono fuorviati da tutto ciò che l'informatica, soprattutto il settore ludico di questa, ci ha portato. Nei videogiochi si "muore", ma si hanno altre "vite", nei videogiochi si perde, ma abbiamo salvato la partita poco prima del punto difficile, così possiamo riprovare. Se proprio non ci riusciamo possiamo provare altre vie, altre strategie per "superare il mostro". Sappiamo di poter fare affidamento su quel salvataggio. Tornare in dietro nel tempo e cambiare le cose è possibile. Accellerare lo scorrere del tempo è possibile. E' possibile uccidere chi ci si para davanti per ostacolarci. Se l'andamento della nostra partita non ci piace, interrompiamo il gioco e ripartiamo da capo. Stiamo giocado "On-Line" agli scacchi con qualcuno di sconosciuto. Sentiamo che lo scacco matto è nell'aria e allora chiudiamo la finestra, spegnamo il computer. Non diamo all'avversario la soddisfazione di batterci. Formalmente evitiamo una sconfitta che sappiamo arriverebbe in tre mosse, ma in realtà, nella nostra testa, sconfitti lo siamo stati comunque. Il problema è quando siamo invece nella vita vera, e nella vita vera non esiste nessun salvataggio. Nessuna disconnessione, nessun arresto del sistema. Certo, potremmo cambiare discorso ed apparire deficienti ed insieme sconfitti il doppio. Potremmo dare una manata alla scacchiera e ribaltare tutti i pezzi, ma probabilmente il nostro avversario a sua volta con una manata ci ribalterebbe i connotati. Potremmo fare di tutto per evitare un argomento, una sfida, una situazione o una decisione, ma non provarci e se non siamo soddisfatti ripristinare la situazione precedente e provare ancora. Il macigno della sconfitta quindi ce lo prendiamo comunque, credo si chiami coscienza. Se sto giocando al Fanta campionato di Calcio sul mio PC e tengo tanto ad una vittoria, in caso di sconfitta, sarebbe facile ripristinare il salvataggio e provarci ancora. Certo non sarà sportivo, non sarà leale, ma il computer non si offende e se sta bene a me, buona camicia a tutti come diceva un noto baffone tutt'ora sulla breccia. Nei rapporti interpersonali è tutt'altra storia. La gente, fatte le dovute eccezioni, è dotata di intelligenza e sensibilità e magari fa solo finta di non aver visto la nostra manata sulla scacchiera. Fa solo finta di credere al colpo di vento che ha ribaltato tutto. Poi se noi "bari della scacchiera", crediamo a questa benevola balla allora buona camicia a quasi tutti. Al nostro avversario distratto andrà un tantino stretta.

La vita è quella che è purtroppo. Dico "purtroppo" perchè io sono tra quelli che si sarebbero resettati più e più volte. Tra quelli che avrebbero cambiato decisioni, quelli che sarebbero tornati di volta in volta in dietro ci sono anche io. Sono tra quelli che avrebbero voluto interrompere questa vita (partita) e vedere se quella "nuova" potesse andare meglio.
Forse quelli delle generazioni precedenti apprezzavano di più la vita, o comunque si facevano una ragione di tutti i propri difetti, problemi e mancanze. Non avevano proprio il concetto del virtuale. Comunque non dico che forse erano meglio quei tempi. Non tornerei di certo a camminare a quattro zampe solo perchè su due si inciampa di più.
Riflettendoci però, sono molto più probabilmente io il malato che ha pensato a quanto sarebbe comodo avere le comodità del virtuale nel mondo reale.

martedì 29 luglio 2008

Sogni: City Fair (1)

Piccola premessa. In un blog come questo credo proprio che ci stia raccontare qualche sogno strano. Non che tutti abbiano un significato nascosto e profondo, non che tutti possano essere facilmente interpretati. Ad ogni modo essendo "il meccanismo del sogno" già di suo affascinante ed anche inquietante, il solo racconto di queste visioni risulta interessante. Spesso siamo inermi a ciò che guardiamo in sogno e non possiamo fare altro che abbandonarci a ciò che succederà. Regna quindi l'incertezza, la paura, l'ansia e spesso anche la morte.

Ieri sera ero in giro con il mio solito gruppo di amici, parlando di niente (come al solito) me ne vengo fuori con la frase "bruciare le case" riferito ad un ipotetico ed assurdo rituale da compiersi durante le feste di qualche paesotto di montagna, così tanto per richiamare turismo. Mezzo secondo dopo aver scherzosamente detto questo mi è tornato alla mente un sogno che feci tanto, ma tanto tempo fa, tempi delle elementari o addirittura anche prima. Con quelle tre parole (bruciare le case) e con quel contesto (feste patronali) avevo esattamente descritto quel sogno che mi è tornato alla memoria in un lampo. Questo che sto per raccontare ha un profondo significato. Il titolo potrebbe essere "Sono Tutti Froci Col Culo Degli Altri"

Nel sogno ero con mia madre, sul marciapiede di Via Xxxxx, qui ad Ortona. Entro pochi metri avremmo dovuto girare a sinistra e percorrere una via perpendicolare di qualche decina di metri per arrivare a casa. Nel sogno l'ambientazione è reale. Ricordo che c'era un clima ilare, si rideva e si scherzava. So che era un periodo di festa, era LA FESTA della cittadina. Ricordo che si stava commentando dell'attrazione principale della festa. Ogni anno UNA casa scelta a caso veniva bruciata. Ricordo che io ero eccitato da questa festa. Mi piaceva l'idea che qualcuno restasse senza la propria casa. che la vedesse addirittura bruciare e ne stavo parlando con mia madre. Poi, giriamo l'angolo a sinistra e giù in fondo alla strada è invece la nostra casa che sta bruciando. Ricordo che in sogno ho avuto delle sensazioni di paura, sorpresa e di .. non saprei come chiamarla .. vergogna vorse. Mi rodeva insomma che altri se la spassassero alle mie spalle ed a mio danno come stavo facendo io poco prima.
L'ultimo ricordo che avevo allora del sogno è lo stesso che ho adesso. Niente di meno.
La scena si sposta all'interno dell'atrio d'ingresso del condomino. C'è mia madre che con la schiena (lei ha subito un'operazione alla schiena, ai tempi del sogno l'aveva subita da poco, immagino) cerca di mantenere chiusa la porta a vetro spingendo con le gambe leggermente piegate verso la porta. Come se stesse seduta su uno sgabello appoggiando la schiena al portone. Ricordo che fuori un caprone o qualcosa di simile cercava di sfondare prendendo rincorse e tirando poderose capocciate (cornate) contro il portone di ingresso. Io ero dentro e mia madre impediva al caprone di entrare. Ero spaventato e non sapevo come aiutarla. Dopo, non ricordo più nulla.



giovedì 24 luglio 2008

Un Settembre Virtuale

Anni fa, tanti anni fa settembre voleva dire "cominciare daccapo". Settembre era molto più significativo, molto più sibolico di gennaio e del suo capodanno. A Settembre si tornava a scuola, gli amici ed i parenti tornavano nelle città e la prima pioggia voleva dire "fine dell'estate", vacanze terminate. A quei tempi c'era così poco da fare che era quasi una liberazione dalla noia. Alla lunga anche il non far niente stanca. Poi, l'evento, il tornare a scuola era un paletto, un confine tra il prima ed il dopo. Adesso invece non c'è proprio una fine ed un inizio, non così significativo almeno. A meno che infilare una T-Shirt a maniche lunghe possa essere così evocativo. Insomma ogni settembre è un'iniezione di speranza, di aspettative. Il clima cambia, le giornate si accorciano e per un po di giorni si sta davvero bene. Non c'è freddo, non c'è caldo. Piano però si scivola nei tediosi Ottobre e Novembre. Piano piano si scopre che questo Settembre è solo virtuale. Non c'è nessuna novità. Nessuna nuova materia da studiare, nessuna nuova persona da conoscere. Tutto uguale, la magia è finita.
Torna l'autunno e la vita rallenta ma è solo una fregatura. Si ha solo più tempo per constatare che effettivamente o il tuo treno è già passato oppure, molto più probabilmente è stato soppresso per carenza di fondi.

domenica 13 luglio 2008

Se come John Lennon, come John Lennon

Forse è per via dei suoi occhiali grossi e tondi, come quelli della defunta star, che lo chiamiamo così. John Lennon è un ultra quarantenne di nostra conoscenza. Single (anche se forse ormai è ora di chiamarlo scapolo), tremendamente impacciato con le donne e si pensa anche cultore del porno scaricato abusivamente su E-Mule. Pare che una volta abbia anche ricevuto un "due di picche" da una ragazza che, si, sarà più giovane di vent'anni, ma lo sovrasta di almeno quaranta chili di peso e diversi centimetri di girovita. Non una prima donna, insomma. John Lennon vive dunque in depressione e frequenta luoghi d'incontro dove gira gente più giovane. Forse lo fa per esorcizzare il tempo che passa. Su di lui si costruiscono fantasiose scenette/gag del tutto inventate, frutto di fantasia, che però risultano spassosissime. Uno zimbello. Beh se io dovessi arrivare a quarant'anni ad elemosinare un posto tra i vent'enni, ad elemosinare una donna, ingrassato, preso in giro ed in preda ad un forte stato depressivo, allora uccidetemi. Come con l'originale.

Comprate una Smith & Wesson calibro 38 e sparatemi. Con me non dovrete perder tempo a farmi firmare copertine di dischi. Nessuna stretta di mano. Cinque colpi di pistola, badate soltanto che almeno uno di questi mi trapassi l'aorta.

lunedì 7 luglio 2008

Dei Bei Tempi e dei suoi abitanti

Generalmente, quando si parla dei Bei Tempi lo si fa sempre al passato. Per deduzione logica devo immaginare che i Tempi Odierni non siano apprezzati pienamente, non nella maniera giusta, che meriterebbero. Tutto quello che ci passa per le mani oggi, io credo che lo recepiamo come "stato di fatto", qualcosa di assodato, di presente e presumibilmente immodificabile nell'immediatezza. Poi passano gli anni e ci troviamo a parlare dei Bei Tempi e vi includiamo anche questi attuali. Vi includiamo l'odierno. L'oggi. L'oggi che utilizziamo per celebrare ancora precedenti Bei Tempi. Mi è spesso capitato di ricordare con nostalgia situazioni in particolare, periodi di particolare contentezza , ma anche tempi che all'epoca mi apparivano tristi e frustranti. I Bei Tempi andati sono quindi anche quelli delle punizioni, delle terrificanti pagelle scolastiche e di altre situazioni che mi portavano apprensione. Talvolta magari capita di notare che stiamo vivendo un Bei Tempi ed è come quando ci accorgiamo di sognare. Gli appassionati (i fanatici?) li chiamano "Sogni Lucidi". Accade talvolta che ci accorgiamo che stiamo sognando. Siamo coscienti in un ambiente innocuo e senza leggi dove tutto ci è permesso. L'eccitazione, la voglia di fare, di provare è così forte che ci si sveglia. Vorremmo provare a lanciarci dalla finestra e volare, prendere a pugni la gente per strada, accoppiarci con estranei, rubare. Tutto ciò che nella vita VERA sarebbe deprecabile. Entriamo quindi in una sorta di festinazione che ci accelera, una pulsione ad agire in fretta, prima che il cervello si svegli del tutto. Questa fretta, questo lottare ci porta solo al risultato meno sperato: ci svegliamo. Quando ci accorgiamo di essere in un Bei Tempi è come viaggiare nel tempo. Stiamo capendo ora qualcosa che avremmo capito solo tra qualche anno. Un bel vantaggio indubbiamente. Però proprio come nel Sogno Lucido la consapevolezza ci porta a svegliarci, nel Bei Tempi la consapevolezza ci porta una gran paura che tutto possa spezzarsi all'improvviso. Forse senza volerlo passiamo dal vivere la situazione al preservare la situazione. E questo tentativo, questa lotta del preservare ci porta al risultato più temuto: la fine. Non c'è bisogno che vi dica, care lettrici e cari lettori, che veder la fine di un Bei Tempi, sapendo che quello era un Bei Tempi è davvero molto, molto più traumatico.

Ad ogni modo questi Bei Tempi hanno anche degli abitanti. Vecchi amori corrisposti e non. Professori, compagni di classe, semplici facce che eravamo abituati a vedere, amici. Amici di amici, amori di amici dei quali sentivamo solo parlare. Spesso mi chiedo che fine abbiano fatto, cosa stanno facendo e cosa è successo loro nell'arco di tempo (che spesso sono anni) intercorso dall'ultima volta che ci abbiamo parlato fino a quel momento. Di molti abbiamo ancora il numero telefonico nella rubrica del cellulare. Chissà poi se quel numero è ancora valido. Avrei voglia di inviare un semplice SMS per sfamare la mia curiosità. Qualche volta l'ho fatto ed ho scoperto cambiamenti spiacevoli di carattere, stravolgimenti fisici (spesso in peggio) e addirittura marcati cambiamenti di accento. Un'altra persona in pratica.
Altre volte invece mi è capitato di contattare questi "Abitanti dei Bei Tempi" per cercare di rievocare ciò che era stato, per crogiolarmi, per illudermi che in realtà poco era cambiato. Sembrava che volendo tutto potesse tornare come quel periodo, dal quale però ero distante anni. Certo una base, un fondo di curiosità per l'evoluzione di quella persona c'era, ma maggiormente era un atto di egoismo, più che di altruismo il chiedere "come va?".

Ciao Ragazza Che Frequentavo Dieci Anni Fa, ti ricordi di me e di come passavamo il tempo insieme? Come stai? Che fai ora? Che piega ha preso la tua vita? Ti ricordi quando ti telefonavo? Che Bei Tempi!

giovedì 3 luglio 2008

Profetici Pentagrammi: Nelle Mani Degli Dei

E' così facile ... ma non posso farlo
... così rischioso ... ma devo provarci
Così divertente .. ma non c'è proprio nulla da ridere

Se non c'è inizio, non c'è una fine.
Nessuna intenzione di essere falso.
Credimi, la vita va avanti, sempre
Perdonami quando ti chiedo a chi io appartenga
e tu rispondi che Io non potrò (puoi) mai lasciarti (puoi lasciarmi) andare
Ma non è vero. E' tutto nelle mani del degli Dei

Come al solito. Questa canzone mi ha colpito per quanto sono vere le contraddizioni alle quali quotidianamente ci troviamo davanti.
Abbiamo tra le mani qualcosa di semplicissimo, e ci rinunciamo per "paura" per timore di sbagliare. Perchè? Perchè se falliamo con il facile avremmo da vergognarci. Perchè una sconfitta potrebbe essere la conferma della nostra inettitudine? O semplicemente perchè riuscendo non potremmo lamentarci. Poi per la sindrome di CandyCandy invece ci troviamo ad affrontare situazioni particolari e difficili. Impossibili. Ci innamoriamo di pazzi, delinquenti, di gente poco rispettabile e PER nulla PER bene. Dalle superiori ci hanno fatto uscire con un giudizio sufficiente ed un calcio in culo e noi siamo pronti ad iscriverci ad una facoltà di ingegneria astrofisica.

Spesso non si inizia un progetto, un'esperienza per non vivere il momento dell'inevitabile distacco. Non sto dicendo che un progetto o un'esperienza debbano finire in fallimento, ma ragazzi purtroppo esiste anche quella cosa chiamata MORTE. Io stesso ho sempre rifiutato di avere un animale domestico perchè la prima cosa alla quale avrei pesato sarebbe stato il momento della sua morte. Purtroppo però con questo modo di ragionare perdiamo tutto il succo, tutto il bene potenziale. Tutti i benefici, la gioia di una esperienza andrebbero persi. Non si può vincere il primo premio senza comprare un biglietto della lotteria. Non si può provare l'eccitante tensione dell'estrazione in diretta mentre si sogna tenendo in mano il proprio biglietto. Bisogna sempre provare.

Notevole riferimento anche a quella gente che con la bocca dice una cosa e con il cuore (beh dire "con il cervello" è senza dubbio meno romantico) invece desidera il contrario. Posso capire che spesso questa contraddizione è puramente in buona fede, ma è controproducente per tutte le parti.



lunedì 30 giugno 2008

Universi Paralleli (Aka "Viaggi Nel Tempo")

Ok. Hanno inventato la macchina del tempo. Tralasciamo che la terra ha una sua orbita e che se tornassimo in dietro nel tempo di sei mesi, ad esempio, ci ritroveremmo nello spazio assoluto. Quello che ci rimane sono vari paradossi tra i quali il più famoso è senza dubbio il "Paradosso Del Nonno". Cosa accadrebbe se l'ipotetico viaggiatore del tempo tornasse nel passato per uccidere suo nonno (prima che sposi la nonna)? Il viaggiatore scomparirebbe all'istante? L'intero futuro si modificherebbe? Ci creerebbe un "Effetto Farfalla" ? No. Secondo alcuni no. Il viaggiatore del tempo rimarrebbe la con la sua pistola fumante in mano ed il cadavere del (giovane) nonno steso a terra. Potrebbe tornarsene in tutta tranquillità nel futuro e riabbracciare quel suo nonno (invecchiato) appena ucciso, vivo e vegeto come prima di partire. Come? Universi paralleli. Nel momento esatto in cui il nipote del futuro spara al nonno si nasce un nuovo universo. Un universo nel quale il signor Mario Rossi (supponendo che questo sia il nome del nonno) sia morto e che quella che doveva essere la nonna, sposi qualcun'altro. Il Viaggiatore del tempo tuttavia rimarrebbe comunque nell'universo originario, ossia quello in cui il nonno non è morto. A ben pensarci questo paradosso potrebbe essere rinominato da "Paradosso del Nonno" a "Paradosso di Enrico Ruggeri". Cosa sarebbe successo se.... ?

Insomma, stando a questa teoria quella che stiamo vivendo è solo una delle tante condizioni che potenzialmente la nostra vita avrebbe potuto prendere. Pensate a quanti bivi abbiamo preso: La scuola superiore che abbiamo scelto tra le due o tre papabili, quella volta che abbiamo rinunciato alla vacanza, quando ci siamo iscritti in palestra piuttosto che in piscina ... abbiamo mischiato le carte, abbiamo lasciato un binario per prenderne un'altro e sugli altri binari ora viaggiano altri "noi stessi" che saranno più felici o più tristi. Addirittura qualcuno di questi "Noi Stessi" avrà finito la corsa sui respingenti di un binario morto ed ora è fermo. Fermo mesi, giorni o anni indietro. Chissà forse anche ore, minuti e secondi. D'altro canto la finestra è qui vicino a me, a destra. Qualche volta c'è un macchinista che aziona uno scambio senza che noi ce ne rendiamo conto e così per dare precedenza noi ci troviamo a cambiare binario, ad intraprendere un percorso più lungo. Altre volte invece il macchinista, l'agente esterno, invece ci agevola, ci instrada su un binario più felice. In sostanza, qualche volta il "destino" non dipende necessariamente da una scelta personale.

Dato che questi universi paralleli si generano anche per assurdo, invidio tanto quel treno Me Stesso che viaggia su binari migliori, quei binari dove io sono plurilaureato e guadagno un mucchio di soldi, o dove una donna speciale ha deciso che, va bene, stiamo insieme.
Ad essere onesto nella vita ricordo di aver lasciato sempre binari migliori, tranne quella volta che rischiai la bocciatura. Chissà se poi quel binario non si sarebbe rivelato migliore con il tempo. Dovrei fare una sorta di seduta spiritica e chiedere al me stesso. Tanto quella vita esiste. Io in un altro universo sono stato bocciato ed ora chissà dove sarei, piuttosto che a morire di caldo davanti a questo PC.

Insomma, dopo aver compreso questa teoria ora posso invidiare non solo "gli altri", ma anche il me stesso che ha preso l'altra strada al bivio. Adesso, così a fine post, potrei aggiungere la nota tragica e funesta. Potrei dire di invidiare anche quei treni fermi contro i respingenti sui tanti binari morti. Tanti quanti sono i secondi di una vita. Tanti quanti sono gli attimi necessari per pensare ad un'azione e metterla in atto.

martedì 24 giugno 2008

La Voce (del) Fantasma

Questa è una storia vera, che non ho mai raccontato a nessuno....

Stronzate, l'ho raccontata a mezzo mondo ma proprio perchè è vera. Quello che racconterò non è eclatante, è solo strambo, ma è accaduto sul serio ed è accaduto A ME direttamente.

A quei tempi erano gli anni ottanta, ero un bambinetto delle elementari ma ero gia addentro al mondo dell'informatica e degli "esperimenti". Molti di quelli di allora erano più sensati degli esperimenti che faccio da adulto, ma quello che volevo mettere in atto in quella mattina durante le vacanze estive, era veramente impossibile.

Possedevo un computer "a Cassette". Programmi e giochi sono memorizzati su delle normali musicassette. Il computer riconosce i fischi ed i rumori registrati sul nastro e ricostruisce nella sua memoria il programma. Mentre il mio vecchio PC era impegnato nella lettura della cassetta, era come in catalessi. Ai tempi il Multitasking era una parolaccia. Dovevi andare in chiesa a confessarti dopo averla pronunciata. Quindi, non potevi fare altro che rimanere seduto davanti al televisore che faceva strani versi ed aspettare. Oppure andare a prepararti un panino. Qualche volta potevi anche guardarti un tempo intero di una partita di calcio.

Avevo una cassetta enorme. Credo fosse da 90 piena di videogiochi. Compilation che un negoziante locale mi aveva preparato. Non so come però, dato che il mio computer era decisamente RARO.

Uno dei giochi presenti sulla cassetta, quello con il nome più accattivante (La Maledizione Di Taahr) non aveva proprio intenzione di "Caricare". Il computer rallentava di colpo il registratore e informava con un messaggio che c'era stato un generico "Errore di Input/Output", che in bella sostanza voleva dire -Non si gioca!-.

Avevo dato la colpa di questo errore alla registrazione. Un fischio, un suono modulato inciso sul nastro doveva essere danneggiato al punto tale che il computer non ci capiva più un cazzo e si arrendeva. Stop. La causa era esatta, la soluzione che mi era venuta in mente era penosa.

Credevo che facendo una copia di quel pezzo di nastro (quello con il gioco) su un altro nastro, avrei risolto il problema. Senza immaginare che se l'originale è danneggiato, la copia sarà danneggiata. Non vedo perchè un registratore doppiapiastra avrebbe dovuto leggere meglio di un registratore fatto apposta per il PC.

Personalmente ero sprovvisto di un registratore doppia piastra (roba di lusso per gli anni ottanta) e così sono andato a casa di un mio compagnuccio di scuola, che non abitava distante. E così ci siamo messi all'opera.

La registrazione tecnicamente è stata perfetta, ma il Computer, leggendo la copia si bloccava nel punto esatto dove si bloccava anche l'originale, ovvio. Ma il mio piccolo cervello notava un miglioramento, mi sembrava che il registratore avesse segnato almeno mezzo giro in più, prima di bloccarsi miseramente. Così chiesi al mio amico un nuovo tentativo in mattinata, che mi fu accordato. Successivamente me ne fu accordato anche un terzo. Ed è qui che arriviamo al succo della storia.

Eravamo seduti a terra. All'ingresso dell'appartamento. Tra me ed il mio amico lo stereo doppiapiastra modello gigante. Come avevo già fatto in precedenza, seleziono il modo di registrazione "Da Cassetta a Cassetta", premo PLAY sul nastro originale e REC (per l'ennesima volta) su un nuovo tratto della cassetta vergine. Questa volta però al posto dei soliti fischi e toni del programma (avete presente il rumore che fa un fax?) sentiamo distintamente una voce maschile. Questa voce maschile era intonata, sembrava cioè che cantasse, che fosse modulata. Come in uno di quei brevi Jingles pubblicitari disse (o cantò): "Kham Kham Ha" o poteva benissimo essere "Kam Kam Ah" o tutto ciò che foneticamente è assimilabile.
Ricordo che la cosa mi spaventò tantissimo. Ho guardato il mio compagno di classe ed anche lui aveva uno sguardo sbigottito e spaventato.

Ricordo che rimanemmo in silenzo, ci salutammo soltanto. Il mio fu un "Ciao" detto di fretta e con voce tremante più per la fretta di lasciare quella casa che per lo spavento appena preso.

A casa provai quella cassetta ancora e quando il caricamento del gioco si fermò per la seconda volta, diedi nuovamente il comando: "Play" ed il registratore ripartì. Pochi insignificanti fischi dopo (c'era ancora la coda del programma da sorpassare) dagli altoparlanti venne il silenzio.
Se non fosse stato per quella inaspettata voce fantasma ci sarebbe dovuto essere il terzo tentativo di registrazione del gioco. Ed invece ci fu il canto. Non mi aspettavo di sentirlo, ad essere onesto. Fu spaventoso. Già il fatto di ascoltare ancora quella nenia impossibile e senza significato mi aveva messo di nuovo paura, ma questa volta era distorta. Come se il nastro girasse più lentamente. Quel "Kham Kham" sembrava venire da un baritono, più cupo, lento e strascicato rispetto alla prima volta. Durante quell' "Ha" finale invece la velocità del nastro sembrava dal principio rallentare ulteriormente per poi tornare a velocità normale, così come doveva essere e come l'avevamo sentita.

Un paio di mesi fa, ho ritrovato quella famosa cassetta. La cassetta "Copia". Quella "Originale" non ricordo neanche più che colore avesse. L'ho ascoltata tutta, dall'inizio alla fine; LATO A e LATO B, sperando che fosse solo una sensazione. Che fosse solo un falso ricordo. Ma non mi sbagliavo. Quel bambino di otto, nove anni che ero aveva cancellato il canto dalla cassetta perchè ne aveva molta paura. Aveva molta paura che quella cosa aliena fosse impressa nella cassetta e che dunque fosse in giro per casa. Quel canto non doveva esserci e nell'originale non c'era, ne la radio era impostata malamente. Ero piccolo, certo, ma fidatevi che ero portato per quelle cose.

Mi sarebbe insomma piaciuto verificare, controllare di cosa si trattasse utilizzando un criterio più adulto, le esperienze e la razionalità di oggi. Posso solo ipotizzare però non avendo sotto mano (e sotto orecchie) niente da analizzare, voglio pensare che ormai venti o ventuno anni fa, ho fatto conoscenza con un vero fantasma. Magari "Kham Kham Ha" vuol dire "Piacere di conoscervi". E allora "Kham Kham Ha" fantasma della cassetta.

venerdì 20 giugno 2008

La Ragazza con L'anello

Oggi me ne andavo al lavoro con la solita fretta chiedendomi come cazzo fosse possibile che ogni giorno mi avviassi da casa in ritardo anche se, in fondo, a casa non stavo facendo nulla di costruttivo. Mi domandavo il perchè mi riducevo sempre ad un passo svelto che farebbe invidia ai testimonial della Monika Sport e soprattutto a quelli di Mediashopping. Nonostante la mia andatura svelta vedo alla mia destra un culo enorme che si allontana nella mia stessa direzione. Quel culo enorme mi ha sorpassato. Quando Culogrosso mi ha sorpassato poco più su, la testa si è voltata verso di me rivolgendomi un saluto. Insomma io Culogrosso la conoscevo. Culogrosso prima era un gran pezzo di figa, adesso è sempre una bella ragazza, forse è già più "carina" che "bella", domani chissà a cosa e come sarebbe regredita. Ad ogni modo la mia attenzione è attratta dalla sua mano sinistra. Si, lo ammetto, quando guardo una ragazza che potenzialmente potrebbe interessarmi le guardo subito la mano sinistra in cerca di anelli, fedi o anche semplici mollette per i capelli. Questa volta però la mia attenzione è stata letteralmente RICHIAMATA alla sua mano sinistra. Anche un cieco avrebbe riacquistato la vista per guardargli la mano sinistra. Avvinghiato al dito anulare aveva una specie di palla da discoteca. Di quelle che riflettono e frammentano le luci sulla pista da ballo. Solo che quell'anello doveva valere BEN PIU' di cento palle da discoteca messe insieme. Era davvero grossa, sicuramente più grande di quella contenuta nel Kit "Barbie Cubista". Mi è venuto in mente che io non potrei MAI essere ad esempio un suo ipotetico "ragazzo successivo". Personalmente non regalerei un anello di quelle dimensioni, così pacchiano e beh, si anche di così tanto valore intrinseco. Gli affetti non si misurano col valore di un diamante, di un anello o col peso di una catenina d'oro. Anche se lei non pretendesse nulla di simile, l'aver sfoggiato tale amenità in pubblico, abbinandolo ad un paio di Jeans Allargachiappe mi frenerebbe a priori. Non potrei mai apprezzare una ragazza che accetta e poi gira con qualche milaeuro di preziosa sfera attaccato alla mano sinistra.
E' inutile che ridete sarcasticamente, non è tirchieria. E' che il danaro potrebbe essere speso in maniera più intelligente. MENO VISTOSA quantomeno, meno appariscente, meno (ripeto) pacchiana! Mi vedo più accanto ad una fidanzata che scambierebbe volentieri quell'anello sbrilluccicoso con tre rate di mutuo per la casa pagate.

mercoledì 18 giugno 2008

Profetici Pentagrammi: Uva Acerba

Riprendo dopo vari mesi la rubrica "Profetici Pentagrammi". In questo caso però minzionerò, ehm, volevo dire MENZIONERO' un testo intero e non lo commenterò.
Quella che segue è la mia canzone preferita di Carmen Consoli ormai da anni e voglio citarla per parole e musica. Purtroppo la musica non posso postarvela. Se vi piace il testo cercate di ascoltarla, perchè la partitura è meritevole. Infine un saluto a Carmen. Carmen ho ben specificato che la canzone è tua, ma se dovesse darti fastidio questa mia citazione, non avere timore nello scrivermi una email. L'indirizzo è qui accanto a destra. Rimuoverò sicuramente questo post se me lo chiedi.

L’inconveniente sopraggiunto,
la delusione,
l’insospettabile
fulmine a ciel sereno.

Le lunghe attese,
l’incombente trepidazione,
ma è vero che
grandi aspettative ingannano
e chi troppo abbraccia, nulla stringe.

L’inconveniente sopraggiunto
fu irreparabile,
ma è vero che
un forte sentire stordisce
e l’istinto soccombe alla ragione.

Non ci aspetteranno più
né Parigi, né Vienna,
le allegre passeggiate
in quella baia del Sud…
…troverai qualcun’altra a cui chiedere:
portami vicino al mare…
portami vicino al mare…
portami vicino al mare…

L’inconveniente sopraggiunto,
la delusione,
ma è vero che
per alcune volpi l’uva è acerba…

Non ci aspetteranno più
né Parigi, né Vienna,
le allegre passeggiate
in quella baia del Sud…
…e già sulla via del ritorno,
solerte, sussurravi:
portami vicino al mare…
portami vicino al mare…
portami vicino al mare…

portami vicino al mare…
portami vicino al mare…

vicino al mare…
vicino al mare…

Il Bruttimbusto

Il Bruttimbusto è quella persona che non possiede un bell'aspetto, tuttavia non si lascia andare, non si accoppia con cagne e porce solo perchè "il convento non passa di meglio". Ci sono comunque casi nei quali il Bruttimbusto non riesce a trovare neanche una cagna o una porcia.


Il Bruttimbusto conosce di solito i meccanismi dell'estetica. Si rende conto di non essere appetibile e incolpa la gente di dare troppo peso alla bellezza esteriore, tuttavia non si esime dal sottolineare la bruttezza o la grassezza o la stupidità di ogni essere femminile che possa oggettivamente essere meritevole di tale constatazione.


Il Bruttimbusto insomma si macchia delle stesse colpe che individua negli altri. Mette in secondo piano quelli che sono i suoi apparenti bisogni (affetto, sentimento, rapporto di coppia) ai canoni estetici. Ha delle pretese ma non accetta quelle altrui. Il Bruttimbusto però si rende spesso conto di essere in questo paradosso. Per ovviare a questo ricorre a sottili giochi di morale: "Perchè dovrei accontentarmi? Io valgo". Questo ragionamento può essere anche valido ma la verità è che sottosotto c'è puro e semplice interesse (o disinteresse) estetico.

Il Bruttimbusto si rende conto che se è lui il primo a ragionare così, evidentemente tutti quanti devono necessariamente pensarla così, soprattutto le ragazze carine. Il bruttimbusto ad ogni modo prova invidia per la categoria del semplice brutto. Il semplice brutto infatti riesce ad accoppiarsi per stare bene nell'anima e non per il semplice accontentarsi. Magari al principio il Brutto vorrà accontentarsi e dar sfogo ai propri istinti animali, ma rapidamente trova una grande intesa affettiva con la sua "brutta". "Brutta" che apparirà di una bellezza splendida o assolutamente neutra al Brutto, degna di essere giudicata compagna di vita.

Il Bruttimbusto rabbrividisce alla vista della compagna del Brutto, tuttavia ne invidia la posizione di netto favore. Nonostante il Brutto è oggetto del suo scherno il Bruttimbusto riconosce la sua posizione di svantaggio.

Pare che il Bruttimbusto provi spesso la pulsione di cambiare, di regredire (o progredire?) allo stato di Brutto, ma altrettanto spesso questo salto, questo cambiamento rimane impossibile.

La sofferenza psicologica del Bruttimbusto è tanta in quanto egli è generalmente in grado di ragionare e di analizzare correttamente il mondo circostante ed i suoi meccanismi.

lunedì 16 giugno 2008

I Ciuski di Doraemon: La gomma cancella persone

Vi ricordate Doraemon? Quel gatto robot proveniente dal futuro che dalla sua tasca sulla pancia (il gattopone) tirava fuori tutti quei gadget fighissimi? Si, anche ultimamente s'è visto in onda Doraemon, ma io parlo delle vecchie puntate, quelle che la sigla era cantata degli Oliver Onions.

Insomma Doraemon aveva una soluzione tecnologica per ogni problema.

Spesso mi sarebbe piaciuta una "Gomma Cancella Persone" perchè ho la convinzione di essere l'eterno secondo. Forse no. Forse non sono l'eterno secondo. Molto probabile che sia l'eterno ENNESIMO.

Avete mai un compagno di classe che finiva i problemi aritmetici prima di voi? ZAC ZAC. Sfreghiamolo con la GOMMA CANCELLA PERSONE di Doraemon e questo compagno di classe non sarà mai esistito. Probabilmente al suo posto spunterebbe un occhialuto studente ancora più cazzuto.

C'è quella ragazza che proprio vi piace tanto ma fa gli occhi dolci ad un altro? ZAC ZAC ma è probabile che verserebbe lacrime sulla vostra maglia perchè "non c'è nessuno che mi capisce" e a sua volta lei non capisce che tu la capiresti ben volentieri.

Quel collega di lavoro è veramente una grandissima pigna nel culo? ZAC ZAC ZAC ma scordatevi i meriti, scordatevi gli elogi per le VOSTRE idee brillanti. Probabilmente non erano così tanto brillanti ed innovative se il capoccia preferiva quella grandissima pigna nel culo a voi.

La cosa migliore da fare sarebbe fare ZAC ZAC sulla propria persona, ma partendo dagli occhi e dalle orecchie, così che ci impediamo subito di vedere che la gente, senza di noi vivrebbe e sarebbe comunque allegra e gaia.

domenica 15 giugno 2008

Ho un sonno boia

Ho un sonno boia e poi non dormo. Stasera, avevo voglia di uscire, ma anche di tornare a casa. Sono tornato a casa. Domani è domenica, potrò riposare. So che mi annoierò a morte. La domenica finisce nell'esatto istante che poggi un piede a terra. Domani è il sedici di giugno, si può dire che l'estate è iniziata ma non c'è nessun piano estivo in programma. Non no neanche un'ombrellone. E poi con questi occhi non dovrò togliermi mai gli occhiali da sole. Niente bagno, niente beach volley.

Non ho voglia di fare niente. Sono apatico, ma mi annoio. Non ho voglia di annoiarmi. Non ho voglia di fare nulla. Questo post lo scrivo solo perchè dovrei, ma non ne ho voglia, quindi scrivo che non ne ho voglia. In questo momento i mei amici ridono e scherzano al tavolo di un Pub. Sarei dovuto andare? No, non ho un cazzo da ridere e da scherzare ... io. Fingere è un massacro, ormai non mi accorgo neanche più di farlo. Parte in automatico e la gente ci casca. Se sapessi recitare consciamente in maniera analoga sarei il nuovo alvaro vitali del cinema italiano. Almeno vedrei due tette e due culi.

mercoledì 11 giugno 2008

Nei secoli dei secoli. Amen.

Non c'è un titolo che possa evocare l'ampio campo che questo post si prefigge di toccare. Questo post vuole parlare della tranquillità personale intesa come serenità. Vuole parlare di felicità, di ossessioni di potenzialità espresse ed inespresse.

Vuole parlare di saggi, di stolti e di paraculo. Vuole parlare di chi soffre perchè non vuole fare altro e di chi soffre perchè non può fare altro. Di chi ti da consigli e poi neanche lui li seguirebbe.

Vuol parlare di quanto sia inutile relazionarsi. Vuol lasciare intendere che se non è mai stato, difficilmente sarà. Vuole mettervi in guardia. Se c'è qualcuno che vi sprona, che vi incoraggia è probabilmente qualcuno meglio di voi. Qualcuno che non sa cosa voglia dire essere voi.
Qualcuno che vola basso, ma se vuole entra in orbita e pretende che anche voi abbiate le stesse capacità.

Questo post spera di farvi capire che se siete nati topi di fogna, mangiare carote non vi farà diventare dei teneri coniglietti nani, che non basta dire SIMSALABIM. Che non conta se la magia la tentiate in frak o in pigiama, non riuscirà comunque.

Questo post vuole mettervi in guardia. Vi rimprovereranno di essere negativi ma non sanno che l'essere negativi è una conseguenza. E' come rimproverare qualcuno di sanguinare dopo che questo è stato accoltellato. Fosse stato per lui la lama se la sarebbe risparmiata volentieri. Siete negativi? Avete le vostre buone ragioni. Su questo vi vuole rassicurare il post.

Tutti abbiamo il diritto di essere negativi e se un cambiamento dev'esserci, dev'essere naturalmente. La positività acquisita è meglio della positività innata. E' più genuina. E' meno recitata.

Noi non siamo quello che mostriamo di essere, noi siamo quello che gli altri credono che siamo. Se dieci persone dicono che siamo delle merde è probabile che lo siamo sul serio. Inutile fare ogni sforzo. Se dieci persone dicono che siamo in gamba, lo siamo. Possiamo crederci.

In questo post vi si chiede di diffidare dai paraculo. Da quegli Adone che sostengono che la bellezza non è importante e che poi quando vedono una ragazza, la prima cosa che dicono è
-Quant'è brutta!-

Diffidate di quelle amiche che parlano di charme, di fascino, di corteggiamento, di palle come caratteristiche scomparse nell'uomo e poi se provi ad invitarle a prendere una pizza si indignano per le strane idee che ti sei fatto. Eppure per quell'invito ci sono volute due palle grandi così. Chissà forse le caratteristiche "Bello e Figo" erano implicite o fondamentali e quindi scontate. Come l'iva nei cartellini dei prezzi nelle vetrine. E' già calcolata.

Vuole dirvi insomma che tranne rare eccezioni, nessuno è scemo. Nessuno è così scemo da capire la gravità di una situazione e non uscirne pur avendo i mezzi. Il post vi vuole lasciare con un esempio:
Non vi lascereste di certo morire di fame impantanati nel fango se aveste un fuoristrada sotto al culo, no? Innestereste le quattro ruote ed uscireste dai pasticci. Se però sotto il culo avete una leggerissima Fiat 500 degli anni '60 è inutile che il pirla del vostro amico (o amica) vi urli dall'alto del suo SUV: - Ma che cazzo fai? Metti le quattro ed esci da quel fosso -

STRONZO! Non vedi che è una Fiat 500? Avessi una macchina come la tua sarei non solo fuori da questa pozza di merda e melma ma anche 100 Km avanti a te!

sabato 7 giugno 2008

Chi esce stasera?

A tutti sarà capitato di rispondere con una domanda ad una domanda. A molti sarà capitato di rispondere: "Chi esce?" ad un invito sul genere "Vuoi uscire stasera?". Tanti di voi molti avranno rifiutato l'invito perchè nell'elenco dei nomi c'era proprio lui, quella insolubile supposta formato maxi. Lui, invadente e chiacchierone. Lui che sa un po di tutto (ma che stringi stringi non sa un cazzo), lui che se non si diverte pianta una grana da III guerra mondiale, lui, che tra l'altro parla male degli amici che a te invece stanno più simpatici. A me sta capitando una cosa simile. Mi domandano se ho voglia uscire, però io non chiedo i nomi. Mi fermo prima.

Penso a me e mi fermo. Non uscirei mai con me stesso. Mi vedo dall'esterno con quel (bel) faccione di cazzo, mi vedo confabulare con quella voce odiosa e mi vedo insistere nelle circostanze; pesante ed opprimente. Tollerato. Sofferto. Lento. Ingombrante. Di troppo.

Allora "No Grazie" e chiuso in una stanza mi figuro il resto della compagnia che senza handicap, gira, ride, celebra, festeggia, asspora, respira, scherza, ammicca e flirta per merito mio, che ho declinato l'invito già dopo il primo nome, implicito, nella lista.

The Exorcist

Ti prego William (Peter Blatty). Il tempo stringe. Non sei più un giovinotto. Ok, non lo eri neanche nel 1973, quando hai scritto "The Exorcist", avevi 45 anni allora. Cristo però, ora ne hai ottanta! E' ora che ti muova. Voglio che tu scriva. C'è bisogno di una nuova possessione. Manda qualcun'altro al posto mio, qui dentro non ci resisto più. Tanto non se ne accorge nessuno. Non mi esorcizzano, quindi non me ne posso andare. Se tu mandassi invece qualcuno potrei provare a fregarlo. Manda chi vuoi. Belfagor, Furcas, Leviatano .. uno qualunque. Infondo questo corpo è usato poco. Difettoso ma usato poco.
Qui dentro non riesco a fare il porco comodo mio. La fregatura ce l'ho presa io, non lui. Lui, quello il legittimo possessore. A proposito, se l'è squagliata. Non ha opposto resistenza, ed ora capisco perchè. Mandami un demonio stupido, che non capisca che guaio va ad acquistarsi.
Ho difficoltà a peccare con questo corpo. Non posso uccidere perchè non ne ha la forza, non posso fornicare perchè non ha un aspetto decente. Non posso peccare d'ingordigia perchè renderei questo corpo ancora più lontano dalla fornicazione.
I peccati minori certo non mi danno molti punti, e poi la bestemmia ha un tetto massimo. Oltre un certo limite, non ti da più diritto ai "punti dannazione".
Mentre il demone che tu manderai si affaccerà dentro questo catorcio di corpo io uscirò dalla porta posteriore e lui sarà fregato.
Vedrà che inferno non godere dell'inferno

domenica 20 aprile 2008

Mine Anti-Uomo

Può capitare talvolta che si combattano delle guerre. Guerre chimiche. Guerre chimiche molto particolari. Nessuna busta all'antrace Nessun aereo che sgancia pesticidi. Sto parlando di chimica organica, di quei processi misteriosi che trasformano un panino in molecole sempre più piccole e meno complesse e che ci permettono di vivere, respirare e ... ricordare. Si. Maledetto sia il panino che alimenta le sinapsi ed il cervello. Quella maledetta ghiandola secernente muco, secondo gli antichi.. Ebbene, in queste guerre esistono delle cose molto simili a mine anti uomo. Solo che per esplodere non c'è bisogno che ci passi sopra con un piede o, se sei un acrobata, con le mani. Basta il pensiero, proprio come i regali di compleanno. Queste mine anti-uomo-pensiero però sono molto meno piacevoli rispetto ad un regalo di compleanno. Non è impossibile evitarle passeggiando con cautela tra una bomba ed un'altra. Ogni giorno ci alleniamo in proposito anche con gli escrementi canini sui marciapiedi. Nonostante questo allenamento però, talvolta la mina la calpestiamo. Come in un B-Movie anni 80 noi pensiamo ad una cosa sbagliata e subito sentiamo il campanello d'allarme sonare. Noi pensiamo "Oh, no! Mi è scappata". Solo che non accade come in "Ghost Busters" di vedersi apparire l'omone gommoso che distrugge la città, noi assistiamo all'esplosione di un pensiero ed è allora che iniziamo a scappare per non essere travolti. La fuga però non è composta e calcolata, come la passeggiata di poco prima. La fuga è una fuga. E' un "Si Salvi Chi Può" in preda allo sgomento. E diventa una reazione a catena. Prendiamo bombe su bombe che erano rimaste la mesi ad attenderci inesplose.

I danni però sono del tutto identici a quelli dell'Omino Gommoso di Ghostbusters, che andava in giro a distruggere la città, solo perchè uno degli eroi aveva avuto un pensiero. Le mine che esplodono colpiscono anche cose e proprietà che non ci appartengono. E quando capita così .. Schh, meglio farsi i fatti propri. Le autorità dei paesi colpiti forse preferirebbero non sapere che qualche mina è esplosa, anche se in realtà l'esplosione si è sentita da Palazzo di Città. La gestione di una città è davvero dispendiosa e le esplosioni sono avvenute in zone così periferiche che sono quasi dimenticate, seppur di gran valore. E quindi, perchè spendere soldi per una squadra della nettezza urbana che lavora con stipendi altissimi per zone così lontane da Palazzo di Città? Meglio non informarli. Meglio che lo spostamento d'aria passi e muova qualche foglia di geranio sul balcone del Municipio. Il tempo coprirà i crateri delle bombe, che tuttavia potenzialmente rimangono ancora sopite e non disinnescate. Come il vesuvio. Esploderà? Non esploderà? Molta gente spera di no, ma c'è anche qualcuno che sul serio, spera di si.

martedì 26 febbraio 2008

I Tre Stronzi

Non è vero che è tutto in mano a noi. Se avessi potuto scegliere la mia vita sarei bello quanto Brad Pitt, intelligente come Margherita Hack, facoltoso come Bill Gates. Purtroppo no.

Il Caso, il Fato ed il Destino quella sera erano stanchi. Stanchi ed incazzati. Avevano quel giorno nel loro elenco tanti asterischi. A loro l'asterisco proprio non andava giù. Quella cosa che sembrava uno scarafaggio disegnato da un bambino accanto al nome voleva dire: RACCOMANDATO. Dovevano agire sul nascituro con benevolenza. Pochi guai, fortuna, bellezza e felicità. Più asterischi c'erano accanto al nome, più generosi dovevano essere.

- Chi diavolo li mette questi asterischi? - chiedeva ogni tanto qualcuno di loro e subito si scambiavano occhiate diffidenti.

E' che spesso Caso,Fato e Destino per agire sulla vita di un'individuo dovevano servirsi della vita di un altro individuo. E così Destino aveva sterminato migliaia di ebrei tutti in un colpo servendosi di Adolf Hitler, rovinandogli di fatto la reputazione presente e postuma. Quando Hitler tornò in vita sotto il nome di Mario Rossi aveva accanto al suo nome cinque asterischi e Destino aveva mantenuto lo sguardo basso durante la discussione del caso specifico.

Il Karma dunque, se Karma lo si vuol chiamare, funziona al contrario di quanto ci abbiano sempre detto.

Quando toccò a questa ragazza i tre stronzi superarono loro stessi.
Le diedero intelligenza, bellezza, simpatia, socievolezza e un grosso senso civico. La resero capace di voler bene ma ancora di più glie ne fecero ricevere. Il suo nome però non aveva nessun'asterisco e loro,per quel giorno, erano stufi delle buone azioni. Troppe.

La ragazza viveva una vita invidiabile. Era consapevole della propria felicità. Tutto stava girando al meglio ed ogni giorno non poteva fare a meno di ringraziare il sole, anche quando questo era coperto da spesse nuvole grigie.

Le inviarono una brutta malattia.

Fu una bella botta, ma la ragazza resisteva, lottava. Faceva chilometri per una visita. Si documentava e quando non le rimaneva altro rischiò un operazione. Tutto andò nel migliore dei modi e la ragazza recuperava rapidamente, anche se le ferite le facevano male.
Per Caso, Fato e Destino fu uno smacco. Le tolsero allora l'amore ma la ragazza resisteva ancora. Talvolta piangeva ma sapeva rialzarsi ad ogni crisi. Piano, le ferite del corpo guarivano, insieme a quelle della mente.

La Ragazza piangeva sempre di meno, aveva anche un nuovo amore. Faceva ancora chilometri, ma questa volta per diletto, per vacanza. Aveva ripreso anche a studiare e gli esami universitari li superava senza alcuna difficoltà. Più di una volta aveva avuto anche la lode.

I Tre Stronzi erano in attesa aspettavano la giusta occasione per farla pagare alla sfrontata ragazza. Doveva eseguire un controllo medico, assicurarsi che tutto andava bene qualche mese dopo l'operazione. I tre Stronzi non accettavano ancora la sconfitta ed erano all'erta. Sulla radiografia comparì una macchia scura. Di nuovo. Tutto cominciava da capo. Visite, accertamenti, terapie ed una nuova inevitabile operazione. Di nuovo perse l'amore, abbandonò momentaneamente gli studi. Ebbe nuove ferite, ma più profonde questa volta.

Grande fu la rabbia dei Tre Stronzi quando il chirurgo informò i parenti che l'operazione era per la seconda volta perfettamente riuscita. Diventarono furiosi quando notarono che la ragazza si riprendeva, rifioriva e conosceva nuova gente trovando spunti per sorridere e per ridere. Più tardi trovò un nuovo amore.

I Tre Stronzi si erano impuntati. Al nuovo controllo programmato c'era qualcosa che non andava. La ragazza fece esaminare quelle radiografie. Era tutto nella norma. Non c'era da preoccuparsi. La ragazza era diventata molto più forte dei Tre Stronzi.

I Tre Stronzi si resero conto che per dare dolori a quella ragazza avevano tralasciato il loro lavoro e la gente sulla terra viveva vite piatte, prive di emozioni. Ripresero la loro attività e la loro vigilanza. Furono cazzi per molta, molta gente, ma quella ragazza non soffrì mai più.

venerdì 15 febbraio 2008

Valentino è Santo, noi siamo martiri

Tutto gira intorno alla sessualità. Fermi. Per sessualità non intendo quella della Rocco Siffredi Production, non per la gran parte, almeno. Per sessualità intendo proprio tutto ciò che ci lega, che ci rapporta al sesso opposto. La gente "normale" coltiva la sessualità nei semplici gesti quotidiani: si lava i denti per un sorriso sempre impeccabile, si rade, si trucca, si improfuma, si lava eccetera eccetera. Poi ci sono gli sfigati di secondo grado. Quelli che frequentano palestre per incontrare nuova gente, quelli che scrivono storie e romanzi per trovare moglie (o marito), quelli che scrivono (eh si, come me) un blog, quelli che frequentano Chat, Forum e quant'altro. Gli sfigati di primo grado invece sono quelli che, non trovando giovamento in quanto indicato prima ( o non essendo abbastanza capaci e svegli per stargli dietro ), allora comprano una camicia orrenda, lasciano sbottonati i primi bottoni in modo da tenere in mostra il petto villoso (il petto MONTUOSO, in caso di donna) e si buttano in discoteca atteggiandosi a divi, soubrette e strafighi pieni di boria e stracarichi di (falsa) autostima. Ci sarebbero anche gli sfigati SUPREMI, ossia quelli che si fanno vedere in giro con automobili di lusso. Ancor più supremi (supremi con la lode) quelli che ne acquistano senza avere un reddito sufficiente, riducendosi a pane ed acqua per anni.

Quello che voglio dire è che E' TUTTO INUTILE. Se avete un po di cervello da capirlo allora siete già mezzi salvi. Purtroppo è tutto inutile! Se negli anni passati non è servito, è inutile che vi iscriviate ANCHE al corso di botanica. Se nessuno vi ha incontrati per una seconda volta E' INUTILE che continuiate a fare i simpaticoni sulle chat!

E' inutile anche dimostrare che infondo avete un cervello. Quello non basta.
E' inutile essere ironici e pungenti. Non basta.
E' inutile essere accondiscendenti, presenti, utili, risolutori, attivi, dinamici, aperti a nuove esperienze. Non basta.

Alla fine della giornata andate al letto e tirate le somme della giornata. ZERO. Anzi forse anche negativo se andate a calcolare le forze spese per l'INDISPENSABILE lavoro e per la superflua (in quanto infruttuosa) "Ricerca della Felicità".

Non sono gli altri che "non vi capiscono". Siete proprio VOI che non andate.
Oddio, io spero che chi si trovi a leggere abbia sperimentato almeno un paio di volte la felcità. Che chi sta leggendo possa dire che effettivamente un periodo sia stato abbastanza lungo e felice da essere ritenuto POSITIVO.

Mettiamo che io compri un'auto, anche un'utilitaria va bene. Ho questa nuova macchinina che pago a rate. Se dopo 10 anni la schianto, rompo il motore che non vale la pena ripararla, OK. Tutto bene. Me la sono goduta. 10 anni è tanto. E' andata come un orologio svizzero per 10 anni ed ora è morta. Non è stata una cattiva esperienza, no? Anche se dipiace per la dipartita.

Mettiamo invece che io con questa utilitaria mi ci schianti un paio di settiamane (ma anche di meno) dopo che l'ho comprata. Posso forse affermare VERAMENTE di aver avuto un'auto nuova? In così poco tempo non ci aveva scagazzato sopra neanche un piccione ed ora è DISTRUTTA in un incidente. Me la sono goduta? No! Mi rodono le chiappe? Si!

Ed ecco che anche quando pensiamo che finalmente qualcosa abbia funzionato in tutte le nostre extravaganze pro sessualità, siamo martirizzati da un evento traumatico che ci fa capire che quella NON ERA FELICITA' bensì un altro maldestro e mal riuscito TENTATIVO per raggiungerla. Come andare in palestra, come andare al corso di botanica, come frequentare un circolo privato.

Però in quel particolare caso, ci sentiamo frustrati e defraudati. Umiliati, stizziti .. e nonostante questa perdita .. LE RATE!
Era una macchina comprata A RATE e le rate dobbiamo pagarle... continuiamo a pagarle mentre magari continuiamo a cercare altrove questa nostra felicità.