... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

domenica 9 novembre 2008

Pasqua o Natale?

Forse stasera ho capito il senso della Pasqua. Sono ateo ma ormai non me ne frega nulla. Non mi frega più di discutere, di fare domande, di rilevare incongruenze eccetera. Una delle tante domande, comunque, che prima ponevo e mi ponevo era: Perchè la Pasqua cade sempre in un giorno differente? Una persona quando muore, muore in un giorno preciso. Non variabile. Mio nonno muore sempre lo stesso giorno di novembre, ad esempio. Stasera forse ho capito il senso di questo giorno variabile. L'undici novebre dell'anno scorso era domenica e quello è stato un giorno tra i migliori vissuti che io ricordi. Uno di quei giorni che cerchiereste sul calendario. Uno di quelli che, in punto di morte, rivivreste nella proiezione onirica descritta dall'ormai famosa frase: "Ho rivisto passare la mia vita davanti agli occhi". Insomma, l'undici Novembre Duemilaotto, sarà il prossimo martedì. Tuttavia, il giorno più vicino per atmosfera, per circostanze, il giorno più assimilabile a quanto accaduto l'anno scorso è stato oggi. Non un martedì, ma oggi, domenica. Come allora. Quindi? E' stato oggi che è la domenica "corrispondente" oppure sarà l'undici? Martedì? Un po tutti e due. Bella risposta del cazzo eh? Ma stavolta non so proprio rispondere. Non so rispondere ma pensavo a questa bislacca circostanza. Leggete qua.

Vi ho detto dell'undici novembre duemilasette, che è stato un giorno lieto. IL giorno lieto. Una sorta di Natale, QUEL giorno.

Ebbene l'undici dicembre dello stesso anno (2007) in tre giorni (vi ricorda qualcosa?) si è verificata la rovina della contentezza. La fine di un periodo spensierato in tre giorni.
Il primo giorno, l'undici, perchè era l'ultimo di quel periodo sereno. E non lo sapevo.
Il secondo giorno, il dodici, perchè la disgrazia era vicina e nulla era sotto il mio controllo, non avevo il controllo su ciò che temevo, seppur lontanamente, sarebbe potuto succedere il terzo giorno.
Il terzo giorno perchè è avvenuta la catastrofe. Si sono allineati pianeti che s'allineano una volta ogni tre virgola quattordici millenni e la circostanza si è verificata. Fine dei giochi in tre giorni.

Ecco in questo caso, qual'è il giorno da commemorare? Il PRIMO che ha dato inizio alla sequenza, o l'ultimo che l'ha chiusa? ... Oppure tutti e tre, proprio come se fosse Pasqua?

Secondo questo ragionamento parallelo di "Gioie e Dolori" dovrei festeggiare il prossimo undici, anche se di martedì, e commemorare quei tre giorni di dicembre. Però, dato che qui si tratta di me, e nessuno al Vaticano può metterci bocca, ho deciso di commemorare oggi. Di commemorare martedì prossimo e di commemorare quei tre giorni che verranno tra un mese.

giovedì 6 novembre 2008

L'ho comprato

Finalmente dopo più di un anno e mezzo passato con in tasca un telefono rotto, ho approfittato di un'offerta su internet per un cellulare ultratecnologico che proprio mi piaceva. L'avevo puntato da un anno. L'ho preso a cento euro (ed anche più) in meno rispetto ai prezzi che si trovano in giro per centri commerciali e negozi cittadini. Mi sono stufato di doverlo torcere come una spugna (letteralmente) per poter mandare o leggere un sms. Anche semplicemente per leggere che ore sono. Dovrei essere contento quindi. Generalmente l'euforia passa dopo alcuni giorni dall'acquisto ed il prodotto finisce per diventare "il solito". Un anno e mezzo fa è stata la volta del PC. Con un dual-core ci avrei installato questo e quello, l'avrei usato per fantaesperimenti grazie al mio hard-disk secondario... e invece è finito per fare MENO del vecchio PC che aveva ormai cinque anni. Ora ho questo cazzutissimo telefono e va a finire che smetterò anche di telefonare, ci guarderò solo che ore sono ogni tanto. Al massimo lo userò come promemoria. Quello che volevo dire però è che questa volta la depressione "post-spesa" mi è venuta PRIMA. Avevo abbandonato l'intento. Ero ad un click da "Acquista" ed ho chiuso il browser. Mi sono sdraiato sul letto ed ho pensato che in fondo non era questione di tirchieria. Alla fine quei soldi che avrei risparmiato sarebbero rimasti a vegetare in un conto corrente bancario. Non nella bocca di moglie e figli. Non sarebbe stato uno spreco-spreco. Quindi perchè no? C'è chi viaggia, c'è chi va in disco ogni settimana, c'è chi va dal parrucchiere. C'è anche gente che spende cento euro al mese per palestre/massaggi/cure estetiche. Fanno bene cazzo. Se questo non comporta sacrifici su fattori importanti fanno bene. Poi mentre mandavo un messaggio durante queste riflessioni, nell'ordine schermo nero, poi bianco. Torsione. Schermo ok, tasti non funzionanti. Torsione. Schermo nero,poi bianco. Torsione e finalmente ho potuto mandare quell'sms di poche parole.
Mi sono alzato ed ho completato l'ordine. L'ho fatto. Tra pochi giorni avrò un telefono nuovo e venderò questo vecchio su ebay per pochi euro a qualche smanettone. L'offerta sarà per me dunque ancora più offerta. Volevo scrivere in questo post della sensazione di malessere che provavo PRIMA dell'acquisto. Solitamente quando compro qualcosa sono felice per la decisione presa. Una piccola soddisfazione, ed invece no. Questa cosa la stavo prendendo troppo sul serio. Non stavo sprecando una vita, non stavo dilapidando un patrimonio. Non stavo acquistando una casa o una macchina. Perchè dovevo avere tutti questi blocchi? Quindi l'ho fatto. Io sono solito pensare che ciascuno dovrebbe fare ciò che vuole, ciò che si sente sempre nei limiti delle proprie possibilità, ovvio, senza strafare. La mia buona 500 mi accompagna da più di dieci anni e non la cambierò perchè solo perchè "è vecchia", la cambierò QUANDO lo riterrò opportuno. Bisogna viversi i propri desideri ed i propri sfizi. Non i capricci, intendiamoci. I soldi non sono fondamentali, ma non vanno ne sperperati ma neanche immobilizzati, tesaurizzati.

A me piace proprio tanto quel cappello verde ma quello rosso costa cinque euro di meno. Cinque euro son tanti, riferito ad un cappello che alla fine "basta che ti copra la testa". Però se compro questo cappello rosso tanto da risparmiare, sarò contento? Sarò soddisfatto? Io credo che quelle cinque euro in più sarebbe valsa la pena spenderle. I rimorsi per aver fatto uno strappetto (tra l'altro che possiamo ampiamente permetterci) sono meno dolorosi rispetto al fastidio di avere in testa qualcosa che alla fine consideriamo un ripiego oppure un qualcosa presa solo per non far parlare male di noi in giro. Di come sprechiamo i soldi NOI. Per le malelingue è più scandaloso avere in testa un cappello che costa 5 euro in più, piuttosto che vendersi le chiappe.