Sono
fin troppo sensibile alle scosse di terremoto. Anche se non dannose.
E' come quando mentre guardi un film
horror, la stupida
protagonista percorrere un lungo, buio corridoio pieno di porte. La musica si fa sempre
più forte e la stupida sempre più lenta e sospettosa. Poi la mano si allunga, piano, verso la maniglia. Lentamente. I violini trillano a volume crescente e poi.
BAM colpo da
tremilaquattrocento decibel ed una mano (amica) si poggia sulla spalla della
protagonista che si limita ad un leggero sussulto di sorpresa. Tu invece sorpreso da quei
tremilaquattrocento decibel sei costretto a mettere in pausa il lettore DVD e buttare in lavatrice mutande, pantaloni e fodera del divano (
perchè ti sei cagato addosso alla grande). Alle brutte
anzichè utilizzare la lavatrice, vai
direttamente all'
inceneritore. Chiami CANALE 5 e chiedi che arrivino di corsa Barbara D'
Urso e
PING PING a vedere che casino hai combinato davanti la TV.
Questo è più o meno ciò che mi
infastidisce di un terremoto: che dopo per un tempo
indeterminato mi aspetto da un momento all'altro il colpo da
tremilaquattrocento decibel. Mi aspetto che mi si muova il culo, le pareti ed il pavimento.
Lo stesso giorno, e quelli successivi al terremoto del 6 Aprile qui in Abruzzo, girando per strada vedevo bande di adolescenti ridere e scherzare, bambini fare i capricci
perchè volevano comprare "quel giocattolo", come se non fosse accaduto nulla.
Tralasciando il pessimo gusto di frignare per un giocattolo in particolare, quando centinaia di gente è morta o non ha più nulla, (dato che si tratta di bambini), mi sono
meravigliato di come
apparentemente nessuno fosse
visibilmente spaventato, teso o quantomeno accigliato. Possibile che fossi solo io? Possibile che un movimento (per me distante KM dall'epicentro) non pericoloso e non distruttivo, dovesse
impensierirmi così
ossessivamente? (vedasi
questo post)
In
tv si
susseguivano banali programmi con banali interviste piene di banali
considerazioni. Una tra le tante era: non mostrarsi spaventati davanti agli occhi dei bambini, mantenere il più possibile una calma apparente. Così sono andato all'origine, al primo terremoto che io ricordassi, fino ad arrivare a quest'ultimo disastroso e vicino.
Ho sempre abitato questa casa. Ricordo che ero davvero piccolo. Non so
quantificare ma penso di poter affermare
con tranquillità di aver avuto meno di cinque anni. Ero seduto a terra a guardare la TV. Una vecchia e grossa
televisone a colori con lo schermo
tutt'altro che piatto:
TELEFUNKEN. D'un tratto la RAI (il logo gironzolava ancora sui quattro angoli dello schermo) s'è interrotta lasciando spazio ad un segnale più debole e disturbato: "La
Jugoslavia". Non so chi me l'avesse presentato in questi termini ma "s'è vista la
Jugoslavia". Capivo che si intendeva la TV e non metafisiche apparizioni sullo schermo .... ma si trattava della
JUGOSLAVIA, mica di un segnale dal palazzo accanto!
Poco dopo questa
interruzione ho sentito un rumore, dei tonfi e quindi delle piccole vibrazioni del sedere. Ricordo di aver pensato che qualcuno stesse scendendo di corsa le scale. La sensazione era appunto che qualcuno camminasse con passi pesanti nelle vicinanze. Lo stesso tipo di vibrazione, per quanto ricordo e per quanto percepii. Poi mia madre ha (quasi) urlato che c'era i terremoto, così mi ha preso da un braccio e siamo corsi via. Ricordo che non riuscivo a stare dietro ai suoi passi giù per le scale. Non so se per paura, se per
inettitudine o
perchè ero
completamente impreparato. Ricordo che c'era gente che aveva preso l'ascensore ed altra che ne commentava la stupidità. Siamo stati in strada per non so quanto, però c'era molta gente, quindi forse la scossa è stata forte. Ad ogni modo, se non mi avessero trascinato giù di corsa, se non avessi visto quella massa di gente in strada, non me ne sarei neanche reso conto.
A
tutt'oggi, quando la TV si interrompe lasciando spazio a segnali meno potenti devo dire che mi fa un ancora certo effetto. La parola "
Jugoslavia" ha assunto una certa sfumatura noir, così come ora me la suscita un po anche il nome "
Onna".
Ne ricordo un altro quando ero ormai grandicello. Una decina d'anni più o meno. Era una mattina d'estate (e tra l'altro era "punta di stelle", per
info a riguardo, chiedete nei commenti). Ero sdraiato nello stesso letto, nella stessa camera con lo stesso arredamento di adesso, mentre scrivo questo post. Ricordo di aver sentito un'esplosione e di aver pesato ad un temporale. Ho guardato gli avvolgibili, ma c'era il sole. poi ha iniziato a tremare tutto. Forte. Ancora un'esplosione che ha fatto andare tutto più forte. Tra un'esplosione ed un'altra sentivo una specie di sibilo che potrei descrivere con il rumore che farebbe una grossa vespa che vola troppo vicino al vostro orecchio. Ho visto quindi le ante dell'armadio alla mia destra aprirsi e vomitare fuori un cuscino. Poi s'è fermato tutto. Emblema e scena madre di questo evento: il cuscino caduto.
Nulla di particolare ho sentito del sisma definito "Umbro-Marchigiano". Ho solo visto il mio vecchio monitor ballare un po su un instabile piedistallo "
old-
Style". Subito dopo ho solo chiesto conferma a mia nonna dell'evento. Confermato.
Il sisma molisano. Cazzo. Quello si che l'ho sentito. Anche se con un esordio piuttosto buffo. Ricordo una mattina che ero al lavoro, tranquillo come al solito. Quelli erano giorni in cui qui, ad Ortona stavano facendo dei sondaggi per verificare esistenza di giacimenti di petrolio.
All'improvviso è entrato l'architetto che ha lo studio li vicino ed aveva un'aria sconcertata.
"Hai sentito il terremoto?" mi chiede. "No" rispondo, non ho sentito nulla. Ma che "doveva sicuramente essere una vibrazione provocata dai sondaggi per il petrolio". L'architetto tra un cazzo ed un vaffanculo ha espresso il suo parere contrario ed è fuggito via. Ebbene il sisma c'era stato. Alzando la cornetta del telefono mi ritrovavo a parlare con gente senza neanche comporre il numero. Quando finalmente ho trovato il segnale di "Libero" ed ho provato a chiamare mia nonna a casa, mi ha risposto il "LICEO CLASSICO" che a sua volta aveva composto un numero e cercava qualcun'altro!
Qualche giorno dopo, sempre sdraiato su questo letto, ho avvertito un piccolo tremore. Ho avuto solo tempo di andare in salotto
dov'era mio padre che è iniziata una scossa fortissima. Io ero ancora alla porta. Mio padre mi aveva raggiunto li sotto e mi diceva: "Va sotto l'altra porta!" ed io ho risposto: "Cazzo vuoi! Vacci tu io c'ero per primo sotto QUESTA porta". Ancora qualche secondo per vedere la stanza
letteralmente contorcersi (si, sul serio) e per sentire i bicchieri tintinnare e poi è finito tutto.
Per quanto riguarda la triste sequenza dell'Aquilano invece, nulla di particolare da dichiarare, se non la sensazione di "Pericolo" imminente descritta all'inizio del post, tranne una piccola cosa. Quella notte dormivo sul fianco sinistro. Per un po ho dormito in tutte le posizioni del
Kamasutra, tranne che sul fianco sinistro.