... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

domenica 18 settembre 2011

Le chiavi del cancello

« [The song] is about feeling that you've been "left behind" by an old friend or lover, and about hoping that you'll be reunited one day so that you can live out the end of your lives together the way you started them (...) a hope that they'll eventually want to get away from the bright lights and come back home. it's a sad and angry song, but also full of hope.
I think I'm right in saying that in hospital when someone is ill and has to spend a lot of time in bed they can become 'bedshaped'. It sounds a bit depressing (...) but in the context of the song I wanted to suggest old age and frailty(...) » Bedshaped (Keane)


Ormai un anno fa, mi frequentavo con una ragazza che mi piaceva davvero molto. Era la sintesi delle caratteristiche fisiche della mia "ragazza ideale". Corporatura esile, bassa statura, capelli lisci (lei li ha anche molto lunghi) e abbigliamento decisamente poco appariscente. Il carattere però era, per essere diplomatici, difficile, tanto quanto il suo passato ed il contesto in cui vive. Questo, in aggiunta molto probabilmente al mio notoriamente non bell'aspetto, mi ha portato svariati momenti di nervosismo, agitazione ed eccessiva attività mentale. In poche parole mi ha arrecato molto più disagio di quanto beneficio potessero portarmi i (sinceri?) momenti (perchè erano effettivamente momenti, non per modo di dire) trascorsi insieme. Lo so adesso e lo sapevo all'ora, solo che prima ero ancora "in gioco" e andavo avanti e avanti. Dopo tanta insistenza, ricordo che era maggio, sono riuscito a convincerla a provare, a vedersi, e quel giovedì sera stavo andando da lei, vicino Pescara. L'assemblea condominiale aveva da poco deliberato che ai cancelli del cortile per accedere ai box auto, fossero installate due serrature (finalmente) funzionanti. Avevo in mano due chiavi nuove, una verde ed una blu ed avevo difronte un cancello per le auto ed uno per i pedoni, entrambi chiusi. Ho provato ad infilare quella verde, verde speranza, ho pensato. Speranza che sia la volta buona, speranza che lei possa addolcire un po' il suo carattere, speranza che io possa finalmente avere una persona accanto ed aiutarla per tirarsi fuori dai casini, speranza che potesse durare almeno un poco più del solito. La chiave verde è entrata nella serratura ma non girava. Quella giusta era la blu. Cinque mesi dopo l'avrei vista per l'ultima volta, senza sapere che quella era l'ultima volta. Pochi mesi dopo, pochissimi immagino, le è successo qualcosa, un incontro,  che ha prodotto conseguenze nove mesi dopo. Auguri a lei e promemoria per me. La chiave blù è quella che apre il cancello. Non penso che lo dimenticherò mai.

venerdì 9 settembre 2011

Stuprato

A quelli che tra di voi mi consigliavano di lanciarmi. Che mi dicevano che il lasciarmi andare avrebbe sicuramente giovato alla mia salute psicologica, che era tutta una questione di porsi. Ebbene, a voi dico: mi sono posto. Mi sono posto e devo proprio dirvi che .... avevate torto. Torto marcio. Di quel marcio che fa marcire anche quello che c'è intorno. Negli ultimi mesi mi sono cimentato in imprese che ho sempre ritenuto non adatte a me e neanche divertenti. Locali, discoteche ed altri luoghi vari di socializzazione. Ho praticato esperimenti, ho fatto quello che fanno tutte le persone normali. Ho invitato ragazze ad uscire in tutte le maniere possibili, di persona, nei social, raccogliendo quei due di picche che avevo sempre pronosticato a chi era solito rispondermi con "se non provi, non lo saprai". Allora a che pro "stuprarmi" da solo facendo finta di avere, ad esempio, voglia di ballare se tanto poi il risultato è sempre lo stesso? Di  frequentare corsi e palestre spendendo tempo, soldi e soprattutto forza di volontà, costrizione? Non è allora meglio NON FARE ed avere l'illusione di non aver provato qualcosa che forse avrebbe funzionato? Le opzioni cominciano a scarseggiare mentre le conferme piovono a dirotto e più acqua c'è più le polveri si bagnano, sempre che sia polvere da sparo e non sempre ed ancora semplice sabbia. 

E' come addentrarsi in un quartiere malfamato con la certezza di essere derubati, solo che al momento dello scippo chiami il rapinatore avvisandolo che hai altre cinquanta euro della tasca posteriore che non ti ha controllato.

domenica 13 febbraio 2011

Non vale la pena d'arrabiarsi.

Mentre sono sdraiato sul letto a godermi la facoltà di non far nulla, ascolto voci arrivare dall'altra stanza. Una conversazione telefonica a metà, perché, ovvio, non c'è vivavoce ed io ho solo metà del botta e risposta. Si parla di malattia e presumo morte, o morte inevitabile ed imminente perché ad un "Come sta?". Dopo un'ulteriore pausa la classica frase: "E' proprio vero. La salute prima di tutto!".

Ebbene, so che quanto dirò potrà essere condiviso da pochi e che ci sarebbe da elencare tante di quelle eccezioni che neanche gli emendamenti del PD al piano regolatore di Ortona ma mi chiedo: che ci fai con la salute quando ti manca tutto il resto? La salute serve per potersi godere la vita, ma se la vita è per qualcuno così come la descrive Sir Thomas Hobbes: solitaria, misera, sgradevole e brutale allora perchè sarebbe importante viverla a lungo?