... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

sabato 16 marzo 2013

Balli? No.

«No. Vaffanculo, non ballo. Vallo a chiedere a qualcun'altro».

Solo per questo avrei dovuto imparare alla perfezione a ballare con tanto di virtuosismi e manierismi quegli allegri quanto stracciacoglioni di balli Latino-Americani. Solo per rispondere così alle ragazze che mi avrebbero invitato a ballare.

Se hanno cercato di trascinarvi in qualche scuola di ballo con la scusa che "se sai ballare acchiappi" uccidete chi vi ha detto questa idiozia. Il ballo equivale a qualsiasi altro tipo di favore che una persona può chiedere ad un'altra. Un passaggio in auto, un lavoro al computer, una riparazione al motore, un lavoro di sartoria, cambiare un interruttore rotto a casa .. qualunque attitudine può essere equiparata al saper ballare.

Sei li, letteralmente a bordo pista del tuo locale abituale, e tutte sanno che sai ballare così vengono a proporsi e proporsi e proporsi, e tu magari balli, balli e balli ma alla fine, vanno a trombare in macchina con il primo coglione del locale, alla fine siete solo amici ed occasionali compagni di ballo, se mai doveste disgraziatamente infatuarvi e confessarlo alla biondina che tutti i fine settimana si fa dieci balli con voi.

Fidatevi. Sarebbe lo stesso che sturarle il cesso intasato.

mercoledì 13 febbraio 2013

Un fienile di lusso.

Ne ho già parlato nel blog? Si, no, è probabile, ma non importa. Lo farò ancora. Questa riflessione l'avevo già rivangata in passato. La prima volta con il mio barbuto analista, in uno dei nostri trimestrali incontri, dove lui si sforza di dire la sua ed io mi sforzo di smontare le sue tesi, poi mi era tornata in mente qualche settimana fa, in una lunga quanto piacevole conversazione telefonica con una ragazza, che per motivi di Privacy chiamerò Topazio. Topazio mi esponeva dei suoi (eh si devo dirlo) bislacchi ragionamenti, ed io (che per proteggere la mia privacy mi chiamerò d'ora in poi Gianluigi) cercavo di rassicurarla con dei semplici quanto banali ragionamenti logici, portandole anche svariati esempi secondo i quali lei poteva tranquillamente abbandonare i suoi timori e rasserenare il suo cervello inquieto. Credo di esserci in minima parte riuscito, perché ad un certo punto mi disse una cosa che mi fece veramente piacere. Più o meno mi disse che tutto sommato io non sono come appaio nella prima impressione che do. Non come l'impressione che lei aveva avuto di me quando facemmo conoscenza. Mi ha detto che aveva pensato che io fossi un tipo oltremodo (o piuttosto, non ricordo) strano ma che poi mi sono rivelato il contrario. Mi suggeriva dunque di mostrare prima questo lato, tanto da non lasciare spazio ai fraintendimenti. Vi siete già rotti le palle di leggere? Male, perché questo era solo un cappello.

Cara Topazio, quello che io, Gianluigi, quella sera non ti ho detto (alla Wind S.p.A. già festeggiavano il record di lunghezza di conversazione telefonica europeo) è che purtroppo noi (persone) siamo come degli edifici: la prima cosa che mostriamo, volenti o nolenti è la parete esterna. Immaginate un bel Hotel moderno, con i vetri a specchi, insegne colorate e luminose, porte automatiche scorrevoli. Immaginatelo magari posto accanto ad un fienile con le pareti piene di umidità, fenduto da crepe e con tombini affioranti proprio davanti all'ingresso. Un viaggiatore stanco, non ricco e facoltoso, ma neanche povero in canna, si infilerebbe con ogni probabilità nell'albergo meglio sistemato. Entra in questo albergo meglio sistemato e trova che all'interno, nascosto da una facciata decorosa, risulta invece essere sporco, malandato e con impiegati scortesi e maleducati. Il fienile, invece, non dico che avrebbe avuto Jacuzzi e frigobar con Champagne, ma mettete il caso che avesse stanze comode e pulite nelle quali riposare.

Come si fa ad invogliare questo viaggiatore stanco ad almeno entrare a dare un occhiata all'interno del malandato fienile? Non lo so, non sono nel settore alberghiero, ma se torniamo al discorso di partenza, paragonandomi al fienile (senza essere accusato di scarsa autostima o di megalomania interiore, solo per rispondere a Topazio), ebbene, per invogliare "la stanca viaggiatrice" a valutare l'interno del fienile, non potendo ricorrere alla magnificenza di una parete esteriore, bisogna sviluppare qualcosa di subliminale. Ironia, nel mio caso. Una specie di profumo di arrosto che esce dalle sgangherate finestre del fienile e che attiri come nei cartoni animati la stanca viaggiatrice a sbirciare dalle imposte quale sia la fonte del profumino all'interno del fienile.

Ecco perché, cara Topazio, non posso mettere subito in mostra il lato B del mio carattere. Non posso perché non ne avrei la possibilità, non ne avrei modo. Ora, io ho scritto in prima persona, ma non escludo che qualcuno di voi possa recepire e far proprio il messaggio.

Ah un'ultima cosa. A prescindere dal "Lato B", il mio "Lato A" è autentico. Sono scemo veramente.

venerdì 8 febbraio 2013

La sospensione dell'incredulità

Wikipedia ci ricorda che:" La sospensione dell'incredulità o sospensione del dubbio (suspension of disbelief) è un particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un'opera di fantasia. La frase venne coniata da Samuel Taylor Coleridge in un suo scritto del 1817".

Insomma è grazie alla sospensione dell'incredulità se riusciamo a leggere un romanzo di fantascienza o a guardare un horror in tv. Come dei bambini "facciamo finta che..." si possa superare la velocità della luce, che i morti escano dalle tombe, che il morso di un ragno doni super poteri, eccetera.

Negli ultimi anni la mia "sospensione dell'incredulità" funziona in maniera piuttosto bislacca. Riesco a trovare perfettamente plausibile che Dracula dorma in una bara e che si alzi di notte per nutrirsi di sangue, perforando giugulari con i canini, piuttosto che la gente si conosca, si piaccia, si frequenti e di conseguenza si ami. Chiudo il libro, spengo la tv. 

sabato 2 febbraio 2013

Carte sismiche.

No. Non faccio previsioni sismiche, non sono geologo e non parlerò di terremoti. È solo che la "Carta Sismica" è la prima cosa che mi è venuta in mente quando ero alla ricerca di analogie. La vita di ogni persona, ho immaginato, è come una carta di rischio sismico. In base a calcoli statistici (e quindi storici) ad ogni zona del territorio è stato assegnato un certo "grado" di pericolosità, di probabilità che si sviluppi un terremoto. Questo non vuol dire che alcuni territori siano completamente salvi ed immuni, esempio più prossimo è quello della Pianura Padana qui in Italia. Quel territorio è considerato a basso rischio sismico, eppure un terremoto medio/forte ha colpito, provocando morte e danni. Se fossi così fuso di testa da voler provare l'esperienza del terremoto, tuttavia, di certo non passerei un mese in Emilia, preferendo piuttosto zone come l'interno Abruzzo (L'Aquila, Sulmona, Avezzano) o meglio ancora la California, il Giappone. È pacifico che in questi ultimi territori, avrei più probabilità di avvertire un terremoto, piuttosto che in Emilia Romagna, ad esempio. Insomma, proprio come in queste carte, solo che al posto delle zone ci sono le età. Ragionevolmente c'è un'età per ogni cosa, c'è un età in cui è possibile tre mesi di vacanza in estate, c'è un età per le canzoni in spiaggia con la chitarra, c'è un età per sognare ed una per la responsabilità. Ce n'è per avere acciacchi, per essere deboli o per essere forti come leoni. Come detto per il rischio sismico, questo non impedisce che qualcosa avvenga "fuori zona", è solo meno probabile, meno realizzabile. Tutto questo per dire che converrebbe tenere d'occhio queste particolarissime carte sismiche, consultarle per essere coscienti di quello che la nostra zona può offrirci con maggiore facilità, pur non escludendo nulla. Prudenza e speranza.

martedì 29 gennaio 2013

La sghemba piramide sociale (Old Gentlemen & Maschil Dignità)

Devo ammettere di essere d'accordo con il mio amico. Era qualcosa che avevo notato anche io, ma mai in termini così rudi da rivelare la questione limpida e solare. Seppure molto diretta e scortese la sua frase mi ha colpito. Originariamente, questo scritto l'avevo pensato per la sfera personale del maschio. Non so se questo sia il titolo giusto per quello che sto per scrivere, però vorrei avvisarvi che sto parlando di casi estremi, o quasi estremi, dato che probabilmente è questione di tutti i giorni per molti, molti ragazzi soprattutto, ma sarà sicuramente valido anche per la sfera lavorativa. Badate, non è solo il senso letterale della frase, è un concetto che va anche nel profondo, è la punta di un iceberg che sottintende molte sfaccettature, ma quello che emerge colpisce. Questo mio amico mi espresse il concetto in dialetto. Sono un detrattore dei dialetti, ma spesso servono a rafforzare un concetto, gli danno qualcosa in più: amarezza, sarcasmo, entusiasmo ... quindi, quando leggerete nella prossima riga la frase in questione, cercatela di tradurvela mentalmente nel vostro dialetto locale. " Le femmine ti cercano, ti chiedono favori, pareri, compagnia ... però alla fine vanno a farsi scopare dal proprio ragazzo o da altri amici ". Non prendetevela. Se fosse stata un'amica probabilmente avrebbe lanciato una frase "al femminile" non prendetela come un'accusa al mondo rosa. Quanto detto è semplicemente vero. Non capita anche a voi di essere cercati per questa o quella necessità e poi non essere considerati per quello che a voi interessa? Non capita anche a voi di "fare il lavoro sporco" affiché altri possano goderne? Oppure fare il lavoro sporco perché altri NON hanno voglia di farlo, ma vogliono solo prendere solo i lati convenienti di un rapporto? Insomma ad un certo punto basta. L'esempio che mi è stato posto aveva come oggetto il sesso, (probabilmente perché ragionare in questi concetti e con questi termini fa sembrare l'uomo sprezzante e meno vulnerabile, ma sotto dev'esserci qualcosa di meno gretto e più profondo e personale), ma si adatta, come già detto, a molteplici situazioni. Insomma, perché non può accadere che una persona in grado di svolgerti il "lavoro sporco" non possa poi essere la persona che può svolgere tutti i compiti? Perché un confidente, un ascoltatore, non può essere anche la persona a cui pensi prima di addormentarti? Che meriti avrebbe questo fantomatico ragazzo per la tua attenzione, se ti tratta più o meno come un cagnolino da portare a pisciare ogni tanto con in più quel benefit non da poco che è il sesso?

Anche in campo lavorativo, vale lo stesso. Capita mai che vi chiedano sacrifici, turni da spostare, sconti, straordinari, per poi magari notare che un nuovo arrivato gode già di privilegi maggiori? Mi chiedo dunque: quei sacrifici, quegli sconti, quegli straordinari, non li si poteva chiedere direttamente al nuovo arrivato? E per analogia, non avrei meritato IO finalmente di essere il privilegiato?


lunedì 21 gennaio 2013

Non immedesimarti. Non sognare.

Si. Ormai lo sapete che sono meschino quindi posso evitarmi e risparmiarvi le spiegazioni. Insomma ero, come quasi tutti, a perder tempo su facebook, quand'ecco illuminarsi una notifica. Una mia amica mi salutava così che poi ci si è messi a parlare del più e del meno fin quando non si è arrivati a trattare argomenti "esistenziali".

Ne è venuto fuori qualcosa di interessante e di esemplificativo del mio pensiero. Le ho chiesto il permesso per poter riportare il LOG, lei mi ha detto di no. La mia era una domanda retorica, non c'era bisogno di una sua risposta per sapere che l'avrei fatto in ogni caso. Tuttavia, ho deciso di cambiare i nomi, usando quelli fittizi di Topazio e Gianluigi. Vi sento, mi state chiedendo il perché ho voluto usare proprio questi due inconsueti nomi. La vostra curiosità mi commuove e risponderò con piacere.

Giorni fa, appena sveglio, gironzolavo tra i tanti canali del digitale terrestre, quando mi sono imbattuto in una vecchissima Telenovela venezuelana, appunto TOPAZIO. Mi sono tornati in mente quei pomeriggi di bambino, quando in casa vi era una sola TV con soltanto 16 canali di memoria. Ricordo che per guardare Su Rete 4 un cartone animato che mi piaceva tanto (Bem, il mostro umano) dovevo sorbirmi il programma precedente, che invece era il preferito di mia madre e mia nonna. Quel programma era appunto TOPAZIO. Topazio se l'intendeva con tal GIANLUIGI (lo leggo adesso da Wiki) e quindi, anche se quella mia amica non mi caga di pezza, ho deciso per questi due nomi che, diciamocela tutta, fanno anche ridere. In un certo senso questi riferimenti potrebbero anche entrarci col ragionamento. Ordunque eccovi ciò che ci dicemmo. (Depurato da tutte le avances a sfondo erotico). (No dai, scherzo, non c'è stata nessuna avance a sfondo erotico).

Gianluigi:
Allora? Cosa hai fatto oggi?

Topazio:
Ho studiato e sono depressa, come si vede dalla mia foto di copertina. (Topazio, sulla copertina del suo profilo Facebook aveva inserito la fotografia di una coppia che si guarda con amore e tenerazza, una scena tratta da un film N.d.r.)

Gianluigi:
La depressione è male veramente solo quando è dettata da una presa di coscienza.
Da dov'è presa questa scena?

Topazio:
È un film, si intitola "ALMENO TU NELL'UNIVERSO"

Gianluigi:
Non sapevo neanche che esistesse!

Topazio:
Nemmeno io. Ho digitato "foto" ed è uscita questa. Mi piace, tutto qui.

Gianluigi:
Si. Ma non rappresenta la realtà, purtroppo.

Topazio:
Hey grazie! .... Siccome nn ero depressa abbastanza ...

Gianluigi:
Sono attori, sono belli. La gente nei film è quasi esclusivamente bella. Come ben sai la realtà è invece tutto il contrario!

Topazio:
Ma è solo una foto! Dai!

Gianluigi:
Oh anche la foto. Per le foto vale la stessa cosa. Sono tutti modelli e modelle. Hai mai visto un cesso sui giornaletti della tua parrucchiera?

Topazio:
Eh Gianluigi... che posso farci ?

Gianluigi:
Figliuola. C'è una cosa che in realtà potresti fare

Topazio:
Mi dica!

Gianluigi:
Non immedesimarti. Non sognare.

Topazio:
La mia vita sentimentale ha forse l'aria di quella che possa sovrapporsi con la storia di un film dal titolo "ALMENO TU NELL'UNIVERSO"????

Gianluigi:
Neanche con quella de "L'AEREO PIU PAZZO DEL MONDO", se è per questo!

Topazio:
Tiè l'ho tolta! (Topazio, scoraggiata, rimuove la foto che aveva da poco inserito come "copertina" di Facebook N.d.R.)

Gianluigi:
Dovresti mettere una foto che sia emblema di tristezza, difficoltà, lotte e depressioni ... che in fondo sono quello che provi.

Topazio:
Si ...  cosi ogni volta che la vedo mi ricordo che devo pensare a come potermi suicidare

Gianluigi:
E ti pare poco? Quello che fai tu, è come spostare la lancetta della benzina con il dito per vedere che c'è ancora carburante. Lascia che la spia della riserva si accenda

Topazio:
Eh????

Gianluigi:
Non è chiaro il concetto?

Topazio:
No!

Gianluigi:

Poco fa mi hai detto che non vuoi mettere fotografie che ti ricordano quanto tu ti senta triste. Non credo che invece far finta di nulla possa migliorare la situazione. Stai barando con te stessa. 

Topazio:
Ma che c'entra la benzina?

Gianluigi:
I segnali non devono essere ignorati. Non puoi inchiodare l'indicazione della benzina sul "mezzo pieno" e ogni volta rallegrarti di averne ancora. In realtà la benzina sta finendo e tu non lo sai. Lascia che i segnali servano al loro scopo. Manifesta i tuoi sentimenti per quelli che sono e sii realista.

Topazio:
(Topazio non scrive nulla N.d.R.)

Gianluigi:
In più, tutto è giustamente incentrato sulla bellezza. Quello che vedi nei film, nei telefilm, nei fotoromanzi, nelle pubblicità, riguarda una neanche troppo ristretta casta. La casta "dei belli" e se ti guardi intorno noterai che la maggior parte degli amanti, delle storie e degli intrecci, appartiene a loro, ai belli, anche nel mondo reale.

Topazio:
(Topazio non scrive nulla N.d.R.)

Questo è quanto. Al momento non è risaputo se dopo questa conversazione Topazio viva ancora o si sia suicidata. 

venerdì 18 gennaio 2013

Voi e il vostro ottimismo ZEN.

Oggi ho letto un racconto dello svedese John Lindqvist: Majken. In una breve digressione si descrive un aneddoto che mi ha colpito molto. Semplifica molto quello che è il mio pensiero verso certi tipi di ottimisti e verso quelle particolari categorie che ti dicono:   « Di cosa ti preoccupi? Siamo tutti nella stessa barca e non vedi come sono tranquillo io? »

L'aneddoto è molto semplice: un personaggio molto famoso decide di mantenere il suo numero sull'elenco telefonico ma fa staccare la suoneria dall'apparecchio. In questo modo lui non sente che arrivano chiamate su chiamate, ad ogni ora del giorno e della notte, pur essendone cosciente. Molta gente lo cerca perché vuole parlare con il personaggio famoso, ma lui non se ne cura. Non sente il telefono, non ne è infastidito. Ad ogni modo, capita che qualche volta si senta solo, triste, o semplicemente annoiato ed ha bisogno di parlare con qualcuno e quindi alza la cornetta del telefono muto e parla.

Eh si. Credo che molta gente abbia a portata di mano quello di cui ha bisogno e spesso ne è consapevole, che basterebbe "alzare la cornetta" per risolvere il proprio disagio. Magari non lo fanno di proposito, forse credono che quella condizione sia la normalità (e la norma non esclude di certo delle eccezioni) ma non è così. Non sarebbe un problema se questi soggetti poi non attaccassero pipponi filosofici dove "tu sei il centro del mondo", "tu non sei schiavo di niente", "tu devi avere pensieri positivi", "tu devi proiettare immagini belle" o magari quelli che ti suggeriscono semplicemente di alzare la cornetta e tu ti chiedi se davvero dai l'impressione di essere tanto coglione.

Loro, possessiori di Merchedes, Bmw, Audi, ma anche di più spartane Fiat, non sanno che è un bel casino in autostrada mettersi a sorpassare un TIR con la tua spompatissima MATIZ Prima edizione quando all'improvviso arrivi in salita. Loro si accodano (o per meglio dire ti si attaccano al culo) e partono di clacson e fari, come se tu ti stessi divertendo a scoprire quanto fa la tua auto di prima con mezzo acceleratore schiacciato; come se bastasse stufarsi e cambiare marcia. Cosa che per altro loro sarebbero in grado di fare, 80 o 140 Kmh ... tutta questione di volontà, non di potenziale. Per loro.

Questi soggetti, quando saranno stufi veramente, alzeranno la cornetta e troveranno qualcuno pronto ad ascoltarli, e risolveranno i loro problemi nel giro di pochissimo tempo. Cercate di capire quante telefonate riceve il vostro telefono. Cercate di capire se almeno avete la linea telefonica. Come? Di tanto in tanto alzate la cornetta. Ci sarà qualcuno in linea? Ascolterete il segnale di libero? Oppure ... il telefono risulta isolato? Comunque non squillerà mai. Per saperlo dovete alzare la cornetta ed appoggiarci l'orecchio. 

Avere la giusta sanità mentale di riconoscere quello che si sta ascoltando, poi, è tutto un altro paio di maniche.

giovedì 10 gennaio 2013

Fotografie

« Dite ciiiiiis! ». No. Non dico "Ciiiiis". Perché dovrei dire "ciiiiis" ? Nelle foto si ride troppo. Siamo arrivati al punto che quasi la macchinetta si rifiuta di scattare se non sorridete, è stata programmata per scattare nel momento esatto in cui tutti sorridono. Ora .. a parte che il vecchio cliché di noi da vecchi che mostriamo foto ai nostri (seriamente annoiati) nipoti  non si realizzerà mai a mio avviso, le foto digitali vanno perse e sono troppo facili da scattare per essere in un certo senso "preziose", ma .. PERCHÉ RIDERE? Nella vita ci sono anche dolore e delusione, uno scatto non dovrebbe essere da CIIS, perché è un falso sorriso. Un ricordo FALSO, è una recita. Vuoi farti una foto? Falla e basta, non ridere, pettinati, aggiustati il colletto della camicia ma NON RIDERE se non te la senti. Ecco, qui è al compleanno di Mario, mi stavo rompendo davvero le palle; nota la mia espressione! Qui invece è quando ho perso il portafogli con l'incasso. Si ero davvero incazzato, si vede? E invece no. Come per un riflesso automatico, davanti all'obiettivo cominciamo a sorridere, a ridere o a mettere la bocca a fregna d'asino se siamo ragazze.  Io non ci credo che tutti quelli che ridono in foto erano VERAMENTE gioiosi in quel momento. Al massimo erano neutri alla situazione, alla circostanza. Poi, la foto, dovrebbe essere piacevole, non una tortura per chi la subisce e per chi poi deve riguardarla. Rifiutate con garbo di essere fotografati se non volete (almeno idealmente) portare ai posteri testimonianza di quanto cessi eventualmente siete. Sobrietà e coscienza di se stessi e delle proprie emozioni. Le fotografie devono essere testimoni della mia vita. Se mi fotografassi ora, tra quarant'anni (anche se conto di morire prima), saprò che oggi, avevo le palle torte perché mi si leggerà in faccia. Molto probabilmente non avrei un ricordo preciso di me, sdraiato sul letto con il Mac addosso a scrivere questa noiosa pappardella ma non illuderei il mio "io futuro" fingendo di avere voglia e motivo di ridere. Quindi, se sarete fotografi, promettetemi che non direte più « Dite Ciiiiiis! » ma qualcosa tipo « Esprimete quel cazzo che vi sentite dentro »

lunedì 7 gennaio 2013

Caro Amico Buono






       Caro Amico Buono,

      Sto usando questo mezzo per informare qualunque transazione con il trasferimento di 21.500 mila dollari (Venti milioni 500 mila dollari) nella mia banca in Cina, a voi come un ricevitore. Questo sarà sicura al 100%, il cliente si e 'deceduto.

      Si prega di contattare sulla mia mail privata sotto per qualsiasi domanda e ulteriori informazioni.

      Cordiali saluti,
      sang Chin
      E-mail: chinsang280@yahoo.com.hk

Alcune E-mail di spam sono veramente molto carine. Non dico che siano tradotte con Google perché potrebbero denunciarmi per diffamazione. Probabilmente avranno utilizzato programmi trovati in un vecchio IBM anni 80 che il nonno teneva in soffitta. La parte più bella è quando dice che "Questo sarà sicura al 100%" ... talmente tanto sicura che "il cliente si è deceduto".

Senza poi contare che SANG CHIN più che un nome orientale, sembra essere un insulto in pugliese.