... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

venerdì 30 ottobre 2009

La pubblicità è l'anima ...de li meglio mortacci tua

A te che passi per la via(virtuale), va un doveroso avvertimento prima che inizi a leggere. Questo intervento ha con tutta probabilità un preambolo più lungo del pensiero che alla fine esprimerò, ma credo sia doveroso per far comprendere meglio quello che intendo. Orbene, se davvero ti va di sprecare del tempo prosegui nella lettura. Si comincia.

In uno dei blog linkati tra quelli amici, un giorno leggo un argomento che mi interessa e che più o meno condivido.
Si parlava metaforicamente di vivere in una ampolla, in un barattolo in mezzo al mare e di vedere che fuori c'è un mondo intero che ci aspetta. Allora si fa di tutto per uscirne, si lotta, ci si arrabatta e quando finalmente si è riusciti a togliere il tappo di quest'ampolla dall'interno, liberi di uscire finalmente, ci accorgiamo invece, che in realtà quel mare che avevamo visto in precedenza è anch'esso contenuto in una nuova ampolla, ancora più grande della prima. Le cose quindi vanno sempre peggio perchè siamo sempre isolati dal vero mondo esterno, ma in più ora siamo anche bagnati e siamo costretti a nuotare per rimanere in superficie. L'autore del blog quindi voleva far notare quanto sia difficile lottare per chi sia costretto a nascere in queste ampolle, quando ogni volta ti sembra di esserne fuori e invece ti cacci in guai sempre più grossi.
Il finale tuttavia lasciava trasparire una certa fiducia, un certo ottimismo ed infatti, la maggior parte dei commenti che sono arrivati erano di taglio positivo. Tranne il mio, ovvio. Io ho risposto che molto probabilmente già la pressione dell'acqua ci avrebbe impedito di aprire il tappo del primo barattolo, sottintendendo quanto sia frustrante quel tipo di vita. All'autore del post iniziale, l'intervento non è piaciuto. Mi spiace, io esprimevo solo un parere personale. Un daltonico ti dirà che la foglia è marrone, anche se in realtà è verde. Per la realtà del daltonico, checchè tu ne dica la foglia è marrone ed ha ragione.

Ora, dovete sapere, c'è un particolare in questo Blog amico.

L'iniziativa, la gestione, la scrittura è di fatto di una persona sola. La "proprietà" del blog è di una persona, anche se nello staff compare anche un'altro autore anche se di fatto non apporta mai modifiche e non propone mai argomenti di discussione. Un titolo Honoris Causa.

Saputo questo, sappiate anche che tra un commento e l'altro ne compare uno che in particolare mi ha colpito. Un utente del tutto in buona fede, volendo incoraggiare giustamente l'autore del post lo invita a non pensarci e lo rassicura dicendo che non esiste nessuna teca di vetro, nessun velo. Siamo tutti liberi ed uguali. Una visione opposta a quella mia, ma altrettanto valida. La cosa strana, tuttavia, è che questo utente in buona fede non ha rivolto il suo intervento all'autore materiale del post bensì al membro "ad honorem".
Questo piccolo infortunio mi ha fatto sorridere. E' stato per me un segno che alla fine invece magari teche, veli, tende più o meno opache esistono davvero e qualcuno di noi ne nasce coperto. Proprio un velo rinnegato dall'utente aveva nascosto il vero autore. Fine del preambolo.

Sono notoriamente ateo e quindi quando uso la parola destino faccio riferimento a qualcosa di ampio, ad una commistione di casualità, di alea e quindi a nulla che abbia a che fare con volontà divine, Karma et similia. Ritengo che qualcuno nasca senza dubbio più avvantaggiato di altri per uno, due, cento o mille aspetti differenti e di importanza differente. Qualcuno è dotato di carisma, altri un po meno. A me capita spesso di voler a tutti i costi presentare i miei migliori amici ad altri migliori amici. Questo perchè possano a vicenda apprezzarsi, mi piace quando gente alla quale sono molto legato riesce a legare. Faccio pubblicità, faccio il PR. Forse molta gente fa così per i più svariati motivi. Alcuni vorranno presentare il proprio capo, altri il proprio miglior dipendente. Taluni sentono la voglia di presentare il proprio partner, di spiegare agli altri che fortuna hanno avuto nell'incontrare gente così speciale che poi è entrata in qualche modo nella loro vita.

Vi lascio immaginare poi che grossa delusione c'è quando poi, questi migliori amici si amalgamano davvero e così bene da estrometterci dalle loro vite.

Ragazzi che si fregano la ragazza dell'amico.
Ragazze che rubano fidanzati.

Se ne vedono molte di situazioni assimilabili a questo, in giro. E tutto per colpa della pubblicità, della stima che si ha verso altre persone. Per via del loro carisma. Noi pubblicizziamo la nostra gioia, manifestiamo la contentezza e la soddisfazione di una conoscenza e poi questa conoscenza come un idrovora ci toglie quello di cui eravamo contenti. Non che lo faccia di proposito. Se uno ha carisma ce l'ha e basta, non può decidere con chi utilizzarlo e con chi no. Se avete un conoscente alla quale perdonate quasi tutto perchè lo ritenete in buona fede allora forse avete una mezza idea di quel che dico.

E qui il cerchio si chiude. I veli esistono, le ampolle anche. Alcune si possono svitare, altre no. Qualche velo è opaco, altri lasciano trapassare un po di luce. Non possiamo farci nulla a riguardo. Occhio a chi presentate le persone care. Siate egoisti ogni tanto, fatevi paranoie.

venerdì 16 ottobre 2009

Voltare Pagina

E' usuale fare ricorso a metafore letterarie per spiegare o gestire alcune fasi della vita.
Si parla di voltare pagina, mettere un punto, essere davanti ad un foglio bianco, si dice di "non averci capito un acca", di mettere i puntini sopra alle i. Si parla "tra virgolette", spesso mimandole piegando indice e medio delle mani alte davanti a noi, si parla per frasi fatte eccetera. Prendendomi una licenza vorrei quindi introdurre la metafora del "Genere Letterario".

Penso che la vita di qualcuno possa essere rappresentata come un libro. Un libro che come quasi tutti i libri sono di un preciso e ben identificato genere letterario.

Se la mia vita è un Horror, potrò voltare molte pagine ma la storia, l'ambiente, la tensione, i colpi di scena, le venture e le sventure saranno sempre quelle di un libro horror. Può darsi che a pagina 10 sia inseguito da uno Zombie e a pagina 11 io l'abbia seminato. A pagina 12 sono a casa a godermi la famiglia, senza sapere però che a pagina 13, lo Zombie entrerà dalla finestra, mi tormenterà ancora fino a pagina 19 e che alla 20 saremo tutti in salvo. Alti e bassi. Momenti positivi e negativi, ma in un contesto abbastanza difficile.

Se la mia vita fosse invece un libro di Danielle Steel potrò incontrare la donna sbagliata a pagina 20, soffrire fino a pagina 50 ma incontrare la persona giusta dalla 60 in poi. A pagina 100 mi colpirà un grave lutto ma a pagina 101 ci sarà già la mia compagna ad aiutarmi nelle difficoltà.

Fossi un libro di John Grisham affronterei difficoltà abnormi, mi prenderebbero a botte, rischierei la galera ma alla fine arriverei ad avere il mio gruzzoletto in banca.

Come ovvio esistono le buone vecchie raccolte di storie brevi. In questo caso voltare pagina potrebbe sul serio voler dire cambiare la propria vita ed il proprio destino, ma mi sembra altrettanto ovvio che tutti, più o meno ad una certa età sappiano in che libro sono nati.

Questa è solo una stupida e banale considerazione che non vuole aver niente a che fare con "il destino" e chi abbia il compito di scriverlo, tuttavia un terrestre scriverà il proprio destino, libero di agire sulla terra, un marziano scriverà il proprio destino, libero di agire come meglio crede su marte. Noi siamo liberi di agire nel nostro libro .... che avrà un preciso genere letterario. D'altronde siamo alti, bassi, grassi, magri, neri, bianchi, gialli, ricchi, poveri, belli, brutti e quant'altro ma bene o male sempre all'interno di insiemi di questo tipo dobbiamo vivere. Anche voltare pagina può non voler essere la soluzione definitiva.

venerdì 9 ottobre 2009

Snob

C'è un tizio che conosco, un mio amico, che fa un ragionamento, una riflessione su se stesso che anche se contorta, a pensarci bene, fila. Questo amico non è un bel pezzo di Marcantonio, tutt'altro, potrebbe esserne l'antitesi. Ritiene di non essere stupido, di essere una persona in grado di mantenere un dialogo e di avere idee proprie e di poterle all'occasione sostenere. Questo fa di lui uno snob. Evita volentieri quei soggetti che la saggezza popolare etichetta con la parola sempliciotti, e non lesina ironia nei confronti di chi, come lui del resto, non è proprio un divo di Hollywood, ma che oggettivamente però, ha avuto una sorte ben peggiore di lui.

Un giorno questo mio amico mi disse: " Hai presente questi gruppi di gente che si vede in giro? Questi un po simili tra loro e che si aggregano, dove magari all'interno si formano anche coppiette. Questi tutti un po scemotti e bruttini che a vederli in un cinema, o al bowling danno nell'occhio come se indossassero tutti la stessa divisa? Insomma, da un po ho notato che una di queste mi fissa con insistenza. No, di certo a me non piace, ma questo cosa vuol dire? Che sono uno di loro? Che starei bene con la loro divisa? Che dovrei forse rassegnarmi ed arrendermi ad un insoddisfacente compromesso piuttosto che arrancare nell'insoddisfacente nulla? "

Non ho saputo rispondergli.