... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

venerdì 31 luglio 2009

Una nuova guerra fredda

Con l'avvento di internet e soprattutto di una FLAT ADSL a prezzi popolari che nonostante la crisi, il precariato, la disoccupazione e Berlusconi pare abbiano (quasi) tutti, si è innescata una sorta di guerra fredda alla portata delle masse e mossa contro tutti. Sono state inventate nuovissime ed intelligenti bombe molotov che incendiano soltanto code di paglia. Colpiscono a caso, nella mischia e innescano nuove guerre che non erano neanche programmate. Queste potentissime armi non causano morti, ne ferite gravi, al massimo cirrosi e pressione alta. Talvolta sono stati riscontrati danni collaterali a persone e cose a causa di pugni, calci e testate contro suppellettili di casa. e complementi d'arredo. Questa potentissima arma a disposizione di tutti è nota come messaggio di stato, ed ha subito una fortissima diffusione con l'avvento di mezzi quali Microsoft Messenger (Msn) e Facebook. Trovo irritante ricorrere ad un messaggio lasciato la come se fosse casuale e che invece è ben mirato. Chi conosce le tensioni fra due persone legge e se ne bea oppure legge e s'incazza. S'incendia la coda e scoppia la guerra. Obiettivo centrato. Qualche volta invece un incidente diplomatico fa accendere code che sarebbero dovute rimanere spente e nascono nuove guerre, nuove alleanze e nuove amicizie che poi guarda caso si rivelano essere appunto "fuochi di paglia". In tutto questo va poi a finire che i principali utilizzatori di questa nuovissima arma sono quelli che più snobbano programmi quali Beautiful, Centovetrine, Topazio, Manuela, Quando si Ama. Snobbatori che poi passano ore in una chat a raccontarsi una serie di: ho scritto, ho risposto, ha detto, stronzo, stronza, allora io, allora lui, poi quell'altra, ha messo, ho tolto e via discorrendo. Quest'arma forse è una versione moderna de "diglielo tu perchè io con lui non ci parlo più" anche se il soggetto che "non ci parlo più" è a 10 centimetri, oppure è un modo per far vedere al mondo quanto si soffre per la stronzaggine altrui (quando poi chi è stronzo sul serio è ancora da dimostrare). Le incazzature sono cose buone, il punzecchiarsi anche, il mandarsi a fanculo poi è fenomenale. Stuzzica l'ingegno, sviluppa sarcasmo e prontezza di riflessi. Tuttavia ritengo che una "guerra" del genere debba essere combattuta in via del tutto privata e soprattutto dev'essere dichiarata o ritirata. Lo status, che sia di Facebook, che sia di Msn o checcazzàltronesò dovrebbe rimanerne fuori. Esprimete allegria, gioia, ansia, paura. Dite che avete vinto al Super Enalotto e che per questo vi baciassero a schiocco le chiappe ma lanciare molotov nel mucchio o addosso a qualcuno che semplicemente vorrebbe ignorarvi non è etico. Potreste rispondere che la guerra è guerra e che non ha nulla di etico di per sè, ma ognuno ha il suo stile e la propria dignità, misurata sempre al tempo, al periodo ed alla condizione psicofisica di essi. La carne è debole e la paglia, facile da bruciare.

mercoledì 29 luglio 2009

Quando "il culo degli altri" si ribella.

So già che questo post attirerà nuovi fantasiosi "cercatori d'oro" da Google ma la coprolalia rende tutto facilmente assimilabile. Si sente spesso dire che "Siamo tutti froci col culo degli altri" e spesso è vero. Ci vuole però anche la complicità del culo altrui. Una pacca sulle chiappe ogni tanto ci può anche stare ma quando vuoi proprio infilarci un dito, allora no!

Certe volte il culo altrui magari si rompe il cazzo e ti caga in mano mentre cerchi di fare il frocio con lui, o meglio attraverso, per mezzo di lui. Per quanto mi riguarda, quando assumo il ruolo del culo altrui, è raro che avvisi che sta per arrivare mezzo quintale di merda. Io sono un culo all'antica. Non sono io a dover porre dei limiti, a frenare l'irruenza altrui. E' l'altra gente che dovrebbe contenersi. Troppo ottimista eh? E dire che di me pensano tutto il contrario.

E così da culo stuprato si diventa culi stupranti e la nuova vittima rimane sgomenta, offesa ed oltraggiata. Magari avrebbe preferito una constatazione amichevole dove si ammette che si, forse s'è fatto un po troppo il frocio ma hey! Quanta merda hai tirato fuori da quel buco tra le chiappe?

Della serie "sono buono ... ma se mi incazzo..."

Sicchè diffidate da quei culi che sembrano morbidi, rilassati e facili da frocizzare perchè Sodoma è aperta anche a te! (Ed è ben collegata, facilmente raggiungibile).

domenica 26 luglio 2009

Parole del Signore

L'altra sera ho mandato a fanculo un gruppo di quelle testedicazzo che vanno in giro a portare la parola di Gesù(Cristo). Li ho mandati proprio a fanculo con frasi da scaricatore di porto. Ortona è molto legata al suo porto.

Fanno più fermate su una strada ed il panzone di turno predica la VERITA' con un microfono ed un amplificatore da chitarrina elettrica. Dice che la VERITA' è VERITA' perchè è scritta sulla Bibbia. Tanto gli basta. E poi cantano. Cantano con un espressione sorridente da nuoto sincronizzato. Gironzolare e vederli fermi ora qui ed ora li mi fa drizzare i peli dello scroto, ma non mi provoca altre e più particolari reazioni se non sarcastici sorrisi più o meno interiori. Talvolta tuttavia ...

"Proprio qua dovete rompere i coglioni ADESSO?"
"Proprio QUA, davanti a questa panchina dove mi sono seduto io da neanche due minuti?"
"Non potete andare più giù a predicare ste CAZZATE?"
"La strada è di tutti? Ce l'avete il permesso del Comune, della Municipale e della SIAE?"

Sarò stato irrispettoso, ma se la gente vuole rispetto DEVE dare rispetto e se io ho voglia di sentir messa VADO IN CHIESA, non su una pubblica via a godermi un po di brezza marina, un po di perizomi e un po di irraggiungibili diciottenni scollacciate.

Voglio del BROMAZEPAM, solo al ricordo mi torna la voglia.

giovedì 23 luglio 2009

Non essere geloso se con gli altri ballo il twist

Credo che così come nei rapporti di coppia, in tutto quello che riguarda due persone, ce ne sia una più presa dell'altra. Anche nell'amicizia. Riccardo Cocciante andrebbe a piedi certamente a Bologna ma magari il suo amico per lui non andrebbe neanche alla sagra del Santo patrono del paese confinante. Antonello Venditti si recherebbe da un amico per parlare del suo amore finito male, magari il suo amico non gli racconterebbe neanche che di stomaco è stato male.
Quello che volglio dire è che gli amici di Antonello e di Riccardo hanno perfettamente ragione. Antonello e Riccardo non possono rimanerci male, o meglio, non ne avrebbero diritto.
Si possono avanzare pretese perchè non si riceve la giusta attenzione? La giusta attenzione è una misura alquanto relativa. Si da e si riceve entro certi limiti e se ne approfittano è perchè TU stai lasciando che se ne approfittino. Non rosicare quindi se la tua amica non t'ha chiamato per far shopping, dopo che tu l'hai invitata a Jogging.
Ognuno ha la sua testa ed il suo modo di ragionare. C'è chi ragiona e chi sragiona. Insomma è normale rimanere di merda per tanti comportamenti, per tante vicende, per molti accadimenti, però c'è da capire che siamo per forza su piani diversi e che questi piani salgono e scendono. Nascono nuove situazioni che ci allontanano dalla gente o ci avvicinano ad altra gente. Inutile dire che avvicinandoci ad altra gente è facile che ci allontaniamo da chi prima avevamo più vicino .. e tutto questo può sembrare ingiusto e stronzo per chi al momento è soccombente. Sembra terribilmente ingiusto e stronzo per chi soccombe di continuo ( o almeno una volta su 4 ) ma è nella stessa misura ingiusta e stronza che è la morte. La morte è normale, naturale e certa ma comunque stronza e talvolta anche ingiusta.

martedì 21 luglio 2009

L'Ansia del Postquake

Sono fin troppo sensibile alle scosse di terremoto. Anche se non dannose.
E' come quando mentre guardi un film horror, la stupida protagonista percorrere un lungo, buio corridoio pieno di porte. La musica si fa sempre più forte e la stupida sempre più lenta e sospettosa. Poi la mano si allunga, piano, verso la maniglia. Lentamente. I violini trillano a volume crescente e poi. BAM colpo da tremilaquattrocento decibel ed una mano (amica) si poggia sulla spalla della protagonista che si limita ad un leggero sussulto di sorpresa. Tu invece sorpreso da quei tremilaquattrocento decibel sei costretto a mettere in pausa il lettore DVD e buttare in lavatrice mutande, pantaloni e fodera del divano (perchè ti sei cagato addosso alla grande). Alle brutte anzichè utilizzare la lavatrice, vai direttamente all'inceneritore. Chiami CANALE 5 e chiedi che arrivino di corsa Barbara D'Urso e PING PING a vedere che casino hai combinato davanti la TV.

Questo è più o meno ciò che mi infastidisce di un terremoto: che dopo per un tempo indeterminato mi aspetto da un momento all'altro il colpo da tremilaquattrocento decibel. Mi aspetto che mi si muova il culo, le pareti ed il pavimento.

Lo stesso giorno, e quelli successivi al terremoto del 6 Aprile qui in Abruzzo, girando per strada vedevo bande di adolescenti ridere e scherzare, bambini fare i capricci perchè volevano comprare "quel giocattolo", come se non fosse accaduto nulla. Tralasciando il pessimo gusto di frignare per un giocattolo in particolare, quando centinaia di gente è morta o non ha più nulla, (dato che si tratta di bambini), mi sono meravigliato di come apparentemente nessuno fosse visibilmente spaventato, teso o quantomeno accigliato. Possibile che fossi solo io? Possibile che un movimento (per me distante KM dall'epicentro) non pericoloso e non distruttivo, dovesse impensierirmi così ossessivamente? (vedasi questo post)

In tv si susseguivano banali programmi con banali interviste piene di banali considerazioni. Una tra le tante era: non mostrarsi spaventati davanti agli occhi dei bambini, mantenere il più possibile una calma apparente. Così sono andato all'origine, al primo terremoto che io ricordassi, fino ad arrivare a quest'ultimo disastroso e vicino.

Ho sempre abitato questa casa. Ricordo che ero davvero piccolo. Non so quantificare ma penso di poter affermare con tranquillità di aver avuto meno di cinque anni. Ero seduto a terra a guardare la TV. Una vecchia e grossa televisone a colori con lo schermo tutt'altro che piatto: TELEFUNKEN. D'un tratto la RAI (il logo gironzolava ancora sui quattro angoli dello schermo) s'è interrotta lasciando spazio ad un segnale più debole e disturbato: "La Jugoslavia". Non so chi me l'avesse presentato in questi termini ma "s'è vista la Jugoslavia". Capivo che si intendeva la TV e non metafisiche apparizioni sullo schermo .... ma si trattava della JUGOSLAVIA, mica di un segnale dal palazzo accanto!
Poco dopo questa interruzione ho sentito un rumore, dei tonfi e quindi delle piccole vibrazioni del sedere. Ricordo di aver pensato che qualcuno stesse scendendo di corsa le scale. La sensazione era appunto che qualcuno camminasse con passi pesanti nelle vicinanze. Lo stesso tipo di vibrazione, per quanto ricordo e per quanto percepii. Poi mia madre ha (quasi) urlato che c'era i terremoto, così mi ha preso da un braccio e siamo corsi via. Ricordo che non riuscivo a stare dietro ai suoi passi giù per le scale. Non so se per paura, se per inettitudine o perchè ero completamente impreparato. Ricordo che c'era gente che aveva preso l'ascensore ed altra che ne commentava la stupidità. Siamo stati in strada per non so quanto, però c'era molta gente, quindi forse la scossa è stata forte. Ad ogni modo, se non mi avessero trascinato giù di corsa, se non avessi visto quella massa di gente in strada, non me ne sarei neanche reso conto.
A tutt'oggi, quando la TV si interrompe lasciando spazio a segnali meno potenti devo dire che mi fa un ancora certo effetto. La parola "Jugoslavia" ha assunto una certa sfumatura noir, così come ora me la suscita un po anche il nome "Onna".

Ne ricordo un altro quando ero ormai grandicello. Una decina d'anni più o meno. Era una mattina d'estate (e tra l'altro era "punta di stelle", per info a riguardo, chiedete nei commenti). Ero sdraiato nello stesso letto, nella stessa camera con lo stesso arredamento di adesso, mentre scrivo questo post. Ricordo di aver sentito un'esplosione e di aver pesato ad un temporale. Ho guardato gli avvolgibili, ma c'era il sole. poi ha iniziato a tremare tutto. Forte. Ancora un'esplosione che ha fatto andare tutto più forte. Tra un'esplosione ed un'altra sentivo una specie di sibilo che potrei descrivere con il rumore che farebbe una grossa vespa che vola troppo vicino al vostro orecchio. Ho visto quindi le ante dell'armadio alla mia destra aprirsi e vomitare fuori un cuscino. Poi s'è fermato tutto. Emblema e scena madre di questo evento: il cuscino caduto.

Nulla di particolare ho sentito del sisma definito "Umbro-Marchigiano". Ho solo visto il mio vecchio monitor ballare un po su un instabile piedistallo "old-Style". Subito dopo ho solo chiesto conferma a mia nonna dell'evento. Confermato.

Il sisma molisano. Cazzo. Quello si che l'ho sentito. Anche se con un esordio piuttosto buffo. Ricordo una mattina che ero al lavoro, tranquillo come al solito. Quelli erano giorni in cui qui, ad Ortona stavano facendo dei sondaggi per verificare esistenza di giacimenti di petrolio.
All'improvviso è entrato l'architetto che ha lo studio li vicino ed aveva un'aria sconcertata.

"Hai sentito il terremoto?" mi chiede. "No" rispondo, non ho sentito nulla. Ma che "doveva sicuramente essere una vibrazione provocata dai sondaggi per il petrolio". L'architetto tra un cazzo ed un vaffanculo ha espresso il suo parere contrario ed è fuggito via. Ebbene il sisma c'era stato. Alzando la cornetta del telefono mi ritrovavo a parlare con gente senza neanche comporre il numero. Quando finalmente ho trovato il segnale di "Libero" ed ho provato a chiamare mia nonna a casa, mi ha risposto il "LICEO CLASSICO" che a sua volta aveva composto un numero e cercava qualcun'altro!
Qualche giorno dopo, sempre sdraiato su questo letto, ho avvertito un piccolo tremore. Ho avuto solo tempo di andare in salotto dov'era mio padre che è iniziata una scossa fortissima. Io ero ancora alla porta. Mio padre mi aveva raggiunto li sotto e mi diceva: "Va sotto l'altra porta!" ed io ho risposto: "Cazzo vuoi! Vacci tu io c'ero per primo sotto QUESTA porta". Ancora qualche secondo per vedere la stanza letteralmente contorcersi (si, sul serio) e per sentire i bicchieri tintinnare e poi è finito tutto.
Per quanto riguarda la triste sequenza dell'Aquilano invece, nulla di particolare da dichiarare, se non la sensazione di "Pericolo" imminente descritta all'inizio del post, tranne una piccola cosa. Quella notte dormivo sul fianco sinistro. Per un po ho dormito in tutte le posizioni del Kamasutra, tranne che sul fianco sinistro.

domenica 19 luglio 2009

Riassunto delle puntate precedenti

Capita un po a tutti di ritrovarsi a parlare con amici o amiche come fossimo vecchie suocere al salone del parrucchiere. Lo cantava anche nonno Gino (Paoli) di queste cose che succedono nei bar:
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perchè e
proponevi i tuoi farò
e proponevi i tuoi però
e proponevi i tuoi sarà

cose del genere insomma. Poi per qualche caso, ordinario o straordinario che sia, magari si è costretti ad interrompere il racconto, ad interrompere il perchè, il farò, il però ed il sarà. Si interrompe con la promessa ed il proposito di riprendere in un futuro prossimo il discorso che tanto stava filando liscio. Poi puntualmente accade qualcosa che cambia tutto il senso. Immaginate di far confusione e di raccontare ad un bambino che Cappuccetto Rosso spargeva molliche di pane per non perdersi nel bosco ed arrivati a questo punto il bambino si addormenta. Prima di coricarvi, vi ricordate che non era Cappuccetto Rosso a gettare molliche di pane a terra. Quello delle molliche era Pollicino! (Bravo il coglione, tra l'altro. Pollicino.)
Così quando la sera successiva lo stesso bambino vi chiederà che fine potesse mai fare una cretina che segna la strada con le molliche di pane voi dovrete non solo spiegargli che vi eravate sbagliati, ma dovrete per forza parlargli del Lupo, della Nonna e ormai anche di Pollicino e del cacciatore e degli uccellini e dei fratelli di Pollicino e all'improvviso non ne avete più voglia.
Più o meno lo stesso accade nella vita reale e dato che i "colpi di scena" generalmente tendono ad essere negativi e quindi a distruggere i farò, i però, i perchè ed i sarà .. allora l'azione di spiegare da capo, di raccontare l'attimo esatto in cui le cose sono cambiate, di analizzare di nuovo tutto sotto quella nuova luce, diventa straziante, più che piacevole.

Riassunto delle puntate precedenti. Ricordi quanto ti avevo detto? Dimenticalo. E' tutto nuovo, tutto più lungo e complesso.

Poi si sa, certi bambini sono proprio curiosi e vogliono per forza che gli si racconti di cosa effettivamente tratti Cappuccetto Rosso, di cosa invece narra Pollicino, del perchè s'è fatta confusione, di come ci si è accorti dell'errore, se alla fine vissero tutti felici e contenti o più realisticamente, di che morte si deve morire.

giovedì 16 luglio 2009

Pareidolia


La Pareidolia è un affascinante esperienza che tutti nella vita abbiamo provato, proviamo e proveremo. Talvolta la pareidolia è oggetto di ironia per quanto buffa possa essere, altre volte è oggetto di scherno per quanto buffi si rendono gli individui ingannati da questa.

Dicesi Pareidolia infatti, quel fenomeno per il quale il nostro cervello riconduce delle forme assolutamente astratte e casuali in forme note. Il caso più famoso di pareidolia, tanto per citare un esempio chiarificatore, è il "Volto su Marte". Nient'altro che una formazione rocciosa che, con la giusta illuminazione sembra un viso umano. Per molti questa è una prova dell'esistenza, almeno in passato, di forme di vita su Marte. Mentre siamo distesi su un prato o in riva al mare a guardare stancamente passare le nuvole, riconoscendo talora un cavallo, una pipa, un drago, stiamo giocando con le paraidolie. La pareidiolia sarebbe anche la spiegazione ai tanti volti di Gesù, Padre Pio, Madonnine e parentado vario che appaiono di tanto in tanto su muri o sulle vetrate dei nostri palazzi. Quella fantasma che ci seguiva e che poi è scomparso all'improvviso non è null'altro che paraidolia magari anche causata da una poco corretta percezione della nostra visione periferica. Non vi capita mai di girare soli per casa ed avere l'impressione per un attimo di veder qualcuno? Un impressione così netta da dover per forza andare a controllare? Come tutte le cose terrene, la paraidolia si può fotografare e spesso è proprio nell'istante di una foto che viene catturata la piega di un vestito, la forma di una nuvola, uno sbuffo di polvere tanto poi da ritrovarci quella foto nelle mani (e negli schermi) di Giacobbo (Voyager) o di Ruggeri (Mistero). C'è il Papa al rogo, c'è un barbuto Gesù che altro non è che un bambinetto in braccio a suo padre. Prestate buona attenzione al volto. Questa foto è così rovinata che sembrerebbe rappresentare non una famiglia bensì il volto stesso. Sembrerebbe che il fotografo ha scelto un profilo come soggetto principale, e invece no. L'occhio di "Gesù" è il viso del bambinetto vestito di bianco (che ha un cappuccio) mentre il naso è semplicemente il braccino destro dello stesso bimbino biancovestito.
Barba e capelli altro non sono che un indefinito mix di disfacimento della carta fotografica, arbusti e pessima qualità della tecnologia dei bei tempi andati. La paraidolia poi può anche essere ACUSTICA. Anche in questo caso c'è scemo e più scemo. Vi è mai capitato di canticchiare una canzone (anche italiana, perchè no) e poi scoprire che in effetti le parole non erano proprio quelle? Capitato mai di farvi grasse risate ascoltando una canzone straniera perchè qualche parola sembra essere nel vostro dialetto locale? Questo era "scemo". Poi c'è "Più Scemo" che invece sostiene di sentire voci dei trapassati nelle confuse trasmissioni ad onde medie e corte o addirittura nel rumore di una penna che sfrega su una superficie ruvida. Questo fenomeno chiamato "Metafonia" (o psicofonia) addirittura si avvale di registrazioni fatte girare al contrario, dove canzoni o addirittura spot pubblicitari sarebbero forieri di messaggi di gente morta che vuol comunicare con i propri familiari. Poi, in via del tutto personale penso che esista una terza che definirei "circostanziale" ossia quando ci sono una serie di avvenimenti che sei portato ad interpretare nella maniera più ovvia e invece è tutt'altro. Se il cielo è grigio e si sentono tuoni in lontananza quando ci cade una goccia d'acqua in testa pensiamo che stia cominciando a piovere. Tutti lo penserebbero, e invece è solo la signora del piano di sopra che ha steso i panni ad asciugare.

sabato 4 luglio 2009

Chi Vive Sperando ....

.... Muore cagando. Questo è un aforisma di tal Carl William Brown che credo voglia lasciar intendere che chi spera troppo, non fa proprio una bella fine. Non una fine gloriosa, insomma. Lasciate che io dissenta.

PUNTO PRIMO: Cagare, nella maggior parte dei casi, è alquanto piacevole in quanto la "zona di passaggio" ha molte terminazioni nervose. Poi se stai poco bene e sei di sciolta, t'ha detto male, se sei invece troppo intasato e ti liberi in una sola seduta, t'ha detto peggio.
PUNTO SECONDO: Tutti moriamo cagando. Con la morte i tessuti muscolari si rilassano e quindi non solo ci caghiamo addosso, ma ci scompisciamo anche.

Se invece analizzo quello che era l'intento di Sir Carl William Brown, ossia quello di sminuire "la speranza", allora non posso eccepire nulla. Trovo il costruire i così detti "Castelli in Aria" attività molto affine allo sperare. Sognando ad occhi aperti si inventano situazioni, parole discorsi. Si studiano mosse e contromosse come in una partita di scacchi. I vecchi cultori del basic lo chiamerebbero "IF THEN ELSE": "se, allora, altrimenti". Se la situazione si svolge così (if x=y) allora io mi comporto cosà (then) altrimenti faccio in quest'altra maniera ancora (else).
Poi, però, la situazione prevista, paventata, progettata non si avvera o si svolge in maniera completamente differente da quanto si potesse immaginare, mandando a puttane l'algoritmo (beato lui, almeno qualcosa combina), o addirittura lasciandolo non testato, nel dubbio.
Il "bello" (si fa per dire) è che in questi sogni ad occhi aperti non è detto che tutto debba per forza piovere dal cielo. Un vecchio saggio, un retore greco, riferendosi al gioco del LOTTO (che sarebbe stato inventato millenni dopo) era solito dire: "Chi non gioca, non vince". Il sognatore ad occhi aperti, gioca anche, o meglio, cerca di giocare, fa quello che è in suo potere. Magari si fa 3Km a piedi per recarsi al banco del lotto più vicino e scoprire che s'è inceppato il terminale. La settimana dopo invece manca la corrente elettrica, quella ancora successiva il banco è chiuso per lutto e così via. E' scontato dire che anche cambiando banco lotto, il sognatore si troverà davanti ad ostacoli non propriamente dipendenti dalla sua volontà. I pignoli potrebbero invitare lo sfortunato "non giocatore" a recarsi in pellegrinaggio a Roma, alla sede centrale del lotto e di mettere i soldi della giocata direttamente in mano al bambino che estrae le palle (truccate) con i numeri ed io a questi rispondo "Che cazzo! Perché devo essere SEMPRE io il << figlio di puttana >> ?" (inteso come oggetto di sfortuna, scherno e discriminazioni).