Accade che ieri sera io mi rechi con piacere presso il palasport per degli impegni presi. Essendo alto quanto Gary Coleman iprotagonista di Diff'rent Strokes più noto in Italia come Arnold non avrò di certo un personale interesse, ma la pallavolo è uno sport che mi piace e quindi decido di rimanere a curiosare, dopo tutto non è una serie A ma quasi.
Quando esco è ancora presto e non ho voglia di tornare subito a casa per piazzarmi davanti al Pc o a guardare la tv e così decido di cazzeggiare ancora qualche minuto facendo un breve giro in macchina. Pur essendo passata l'estate qualcuno in giro c'è ancora, ma per la maggior parte si tratta di coppiette e mi immalinconisco, che è una brutta parola un po' cacofonica ma a quanto pare corretta.
Mi trovo a passare davanti al Pub. Un po di gente all'interno sembra esserci e fuori qualcuno fuma. I miei amici non ci sono più come c'erano una volta. Hanno subito il naturale processo pre-matrimoniale o il turno sfavorevole in fabbrica o si sono appassionati in qualcosa che li porta, beati loro, ad essere meno presenti. Quel pub però non è il Mel's Diner di Alice e non è detto che all'interno ci trovi sempre gente nota e ben disposta a scambiare due chiacchiere e quindi tiro dritto. Mentre guido penso che il famoso Mel's Diner esiste sul serio a Phoenix.
Più avanti c'è l'ingresso di un mal riuscito parcheggio multipiano che è aperto e gratuito, anche se ancora per poco. In città la costruzione, la gestione ed altre faccendine accessorie hanno fatto e fanno discutere molto e, anche se in piedi da qualche anno io non ci sono mai entrato. Cosa succedeva negli anni ottanta quando c'era qualcosa che non andava?
Prima di Striscia la Notizia, prima di Staffelli e del suo tapiro, prima di Capitan Ventosa c'era il Knight Industries Two Thousand, KITT, sempre meglio nota in Italia come Supercar. Io non sono di certo David Hasselhoff, direi più una versione bonsai di Massimo Ceccherini ma KITT non me l'avrebbe fatto pesare essendo la mia auto una sozza Fiat 500, seppur nera, del 1999 e non una Pontiac Firebird TransAm del 1982. Avendo passato il primo ingresso con entrambi i varchi aperti mi dirigo presso il secondo, giù per una stretta strada di ingresso. Il cancello è aperto, ovvio ed io entro.
Se la bellezza non è la stessa di quella di David, l'intelligenza si e così capisco subito d'aver commesso un tragico errore. Quello dove sono entrato non è il parcheggio vero e proprio, ma la zona destinata ai box privati. E così manovro per uscire, con calma, così come sono entrato. Davanti a me, ma più lontano, noto che un signore sta parcheggiando la sua auto all'interno di uno di questi box. Kitt m'avrebbe avvertito ma sta stronza di una cinquecento è rimasta muta. Si, sono convinto che la mia cinquecento l'abbia fatto di proposito a non avvisarmi.
Completo la manovra e mi riporto al cancello per uscire ma qualcosa è cambiato. Il cancello si sta chiudendo. Due ante scorrono in maniera inesorabile per incontrarsi al centro rendendomi prigioniero per sempre. Sono colto dal panico, non so cosa fare. Diversi pensieri si affacciano nella mia mente.
1) Quelle altre faccende accessorie che non andavano in quel parcheggio multipiano, comprendevano forse anche le cellule fotoelettriche del cancello?
2) Era più conveniente passare in mezzo al cancello in movimento con una precisa manovra o precipitarmi fuori dall'auto urlando cercando di far riaprire il cancello, posto che le fotocellule funzionassero?
Finalmente prendo la mia decisione. Spingo il pulsante del Turbo Boost e mi fiondo nello spazio aperto tra i due cancelli con il tergicristallo posteriore che fischia sfregando sul vetro asciutto. Sono fuori.
Spero che nessuno si sia accorto dalla mia manovra azzardata (Hazzard-ata) e mi dirigo verso casa, sempre però buttando un occhio ai retrovisori. Volessi mai che Jon Baker e Frank "Ponch" Poncharello mi inseguissero per appiopparmi una multa.
Quando esco è ancora presto e non ho voglia di tornare subito a casa per piazzarmi davanti al Pc o a guardare la tv e così decido di cazzeggiare ancora qualche minuto facendo un breve giro in macchina. Pur essendo passata l'estate qualcuno in giro c'è ancora, ma per la maggior parte si tratta di coppiette e mi immalinconisco, che è una brutta parola un po' cacofonica ma a quanto pare corretta.
Mi trovo a passare davanti al Pub. Un po di gente all'interno sembra esserci e fuori qualcuno fuma. I miei amici non ci sono più come c'erano una volta. Hanno subito il naturale processo pre-matrimoniale o il turno sfavorevole in fabbrica o si sono appassionati in qualcosa che li porta, beati loro, ad essere meno presenti. Quel pub però non è il Mel's Diner di Alice e non è detto che all'interno ci trovi sempre gente nota e ben disposta a scambiare due chiacchiere e quindi tiro dritto. Mentre guido penso che il famoso Mel's Diner esiste sul serio a Phoenix.
Più avanti c'è l'ingresso di un mal riuscito parcheggio multipiano che è aperto e gratuito, anche se ancora per poco. In città la costruzione, la gestione ed altre faccendine accessorie hanno fatto e fanno discutere molto e, anche se in piedi da qualche anno io non ci sono mai entrato. Cosa succedeva negli anni ottanta quando c'era qualcosa che non andava?
Prima di Striscia la Notizia, prima di Staffelli e del suo tapiro, prima di Capitan Ventosa c'era il Knight Industries Two Thousand, KITT, sempre meglio nota in Italia come Supercar. Io non sono di certo David Hasselhoff, direi più una versione bonsai di Massimo Ceccherini ma KITT non me l'avrebbe fatto pesare essendo la mia auto una sozza Fiat 500, seppur nera, del 1999 e non una Pontiac Firebird TransAm del 1982. Avendo passato il primo ingresso con entrambi i varchi aperti mi dirigo presso il secondo, giù per una stretta strada di ingresso. Il cancello è aperto, ovvio ed io entro.
Se la bellezza non è la stessa di quella di David, l'intelligenza si e così capisco subito d'aver commesso un tragico errore. Quello dove sono entrato non è il parcheggio vero e proprio, ma la zona destinata ai box privati. E così manovro per uscire, con calma, così come sono entrato. Davanti a me, ma più lontano, noto che un signore sta parcheggiando la sua auto all'interno di uno di questi box. Kitt m'avrebbe avvertito ma sta stronza di una cinquecento è rimasta muta. Si, sono convinto che la mia cinquecento l'abbia fatto di proposito a non avvisarmi.
Completo la manovra e mi riporto al cancello per uscire ma qualcosa è cambiato. Il cancello si sta chiudendo. Due ante scorrono in maniera inesorabile per incontrarsi al centro rendendomi prigioniero per sempre. Sono colto dal panico, non so cosa fare. Diversi pensieri si affacciano nella mia mente.
1) Quelle altre faccende accessorie che non andavano in quel parcheggio multipiano, comprendevano forse anche le cellule fotoelettriche del cancello?
2) Era più conveniente passare in mezzo al cancello in movimento con una precisa manovra o precipitarmi fuori dall'auto urlando cercando di far riaprire il cancello, posto che le fotocellule funzionassero?
Finalmente prendo la mia decisione. Spingo il pulsante del Turbo Boost e mi fiondo nello spazio aperto tra i due cancelli con il tergicristallo posteriore che fischia sfregando sul vetro asciutto. Sono fuori.
Spero che nessuno si sia accorto dalla mia manovra azzardata (Hazzard-ata) e mi dirigo verso casa, sempre però buttando un occhio ai retrovisori. Volessi mai che Jon Baker e Frank "Ponch" Poncharello mi inseguissero per appiopparmi una multa.