Spesso mi sono fermato a riflettere sui personaggi principali dei tanti telefilm e cartoni animati che ci sono in TV. Mi sono fermato a riflettere sulle sigle che accompagnano questi telefilm e cartoni animati. Fermandomi a riflettere ora penso che spesso non ho proprio un cazzo da fare. Ad ogni modo ... mettiamo che questi personaggi esistano sul serio, che siano reali. Superviky, David Gnomo, Denver, Bo & Luke ... cosa devono pensare? Cosa pensereste VOI se qualcuno componesse una canzone su di voi e su tutti i vostri cazzi?
Basso e brutto
col nasone,
come è noto
è un gran coglione
Va di corpo regolare
alle due lui va a cagare
Con la carta si pulisce
col bidet si inumidisce
Le sue chiappe si deterge
pure dopo le scoregge
Il suo culo abituato
lo ha reso svergognato
... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.
giovedì 23 aprile 2009
venerdì 17 aprile 2009
Coprofiliache metafore psicologiche
Gli altri utilizzano Tizio, Caio e Sempronio. Prendono una mela sul tavolo e la dividono a metà. Distribuiscono caramelle e cioccolatini. Io, per i miei esempi uso la merda. La merda è qualcosa che tutti conoscono e si presta a differenti e precise metafore che ci aiutano a meglio esprimere concetti e stati d'animo. Mettiamo quindi ad esempio che ognuno di noi abbia la sua casa con annessa fossa biologica: un bel pozzo profondo dove gettiamo tutta la merda che produciamo o che ci piove addosso o che ci lanciano gli altri e quella che la gente viene a cagare nel nostro giardino.
Su questo pozzo che tutti abbiamo nel verde giardino appena fuori casa c'è giustamente un tappo. Tappo di legno, di ferro, di plastica o di pesantissimo marmo. La mia teoria è che il peso del tappo è inversamente proporzionale alla quantità di merda stipata nel pozzo. Più merda hai, più leggero è il tappo. La mia teoria è che tutti nasciamo con una quantità di merda già nel pozzo. Qualcuno nasce con più merda, qualcuno con meno merda. In seguito siamo noi a continuare a stipare nel pozzo, sono le circostanze che ci si presentano durante la vita, che continua a far salire il livello, è la gente che ci circonda che continua a gettare palate di merda nel nostro pozzo.
La nostra casa sarà ben servita da questo pozzo. Ogni tanto si scarica lo sciacquone e lo scarto scivola via, nel pozzo, dimenticato. C'è da dire che la fossa biologica è ben capiente. Difficile che si ingolfi. Il problema non è questo. Tuttavia, tornando a quella funzione inversa, più merda va a finire nel nostro pozzo, più il tappo s'alleggerisce, silenziosamente, in maniera subdola.
Capita un giorno che s'alza un vento un po più forte del normale ed il pozzo si scoperchia, facendo rotolare il tappo lontano. Più leggero è il tappo, più è facile che il pozzo si scoperchi. Più leggero è il tappo, più merda c'è nel pozzo. Più merda c'è nel pozzo, più puzza viene fuori.
E allora noi siamo sconcertati dal tanfo, ci tocca andare in giro a cercare dove cavolo sia finito il tappo. Impieghiamo tempo per ritappare ciò che è stato stappato. Durante la ricerca avremo conati di vomito, staremo male, avremo paura di non riuscire più a trovare questo tappo.
Alla luce di questo, penso che più merda cova sotto, più è facile che il pozzo venga aperto da qualsiasi cosa. Dal vento, da qualcuno che passa ed alza il coperchio per curiosità, non sapendo di che si tratti, oppure proprio per fare uscire puzza nella nostra proprietà. Il tappo può essere rimosso da un terremoto.
Il succo del discorso è che più merda, più delusioni, più sbagli, più sfortuna accumuliamo, più è facile fare uscire la puzza, cadere nello sconforti, deprimersi. Avere crisi d'ansia o di paura.
Alcuni avranno quindi un tappo bello pesante che non si muove neanche col terremoto, altri invece avranno un tappo che solo ad inciamparci per sbaglio, vola via lontano.
Da qui ne viene che se accidentalmente qualcuno dovesse scardinare un tappo pesantissimo, questo tappo non potrà rotolare così lontano. Il proprietario può facilmente individuarlo e richiuderlo e nel frattempo, la merda nel pozzo è poca, in profondità e quindi dispensatrice anche di scarsa puzza.
Su questo pozzo che tutti abbiamo nel verde giardino appena fuori casa c'è giustamente un tappo. Tappo di legno, di ferro, di plastica o di pesantissimo marmo. La mia teoria è che il peso del tappo è inversamente proporzionale alla quantità di merda stipata nel pozzo. Più merda hai, più leggero è il tappo. La mia teoria è che tutti nasciamo con una quantità di merda già nel pozzo. Qualcuno nasce con più merda, qualcuno con meno merda. In seguito siamo noi a continuare a stipare nel pozzo, sono le circostanze che ci si presentano durante la vita, che continua a far salire il livello, è la gente che ci circonda che continua a gettare palate di merda nel nostro pozzo.
La nostra casa sarà ben servita da questo pozzo. Ogni tanto si scarica lo sciacquone e lo scarto scivola via, nel pozzo, dimenticato. C'è da dire che la fossa biologica è ben capiente. Difficile che si ingolfi. Il problema non è questo. Tuttavia, tornando a quella funzione inversa, più merda va a finire nel nostro pozzo, più il tappo s'alleggerisce, silenziosamente, in maniera subdola.
Capita un giorno che s'alza un vento un po più forte del normale ed il pozzo si scoperchia, facendo rotolare il tappo lontano. Più leggero è il tappo, più è facile che il pozzo si scoperchi. Più leggero è il tappo, più merda c'è nel pozzo. Più merda c'è nel pozzo, più puzza viene fuori.
E allora noi siamo sconcertati dal tanfo, ci tocca andare in giro a cercare dove cavolo sia finito il tappo. Impieghiamo tempo per ritappare ciò che è stato stappato. Durante la ricerca avremo conati di vomito, staremo male, avremo paura di non riuscire più a trovare questo tappo.
Alla luce di questo, penso che più merda cova sotto, più è facile che il pozzo venga aperto da qualsiasi cosa. Dal vento, da qualcuno che passa ed alza il coperchio per curiosità, non sapendo di che si tratti, oppure proprio per fare uscire puzza nella nostra proprietà. Il tappo può essere rimosso da un terremoto.
Il succo del discorso è che più merda, più delusioni, più sbagli, più sfortuna accumuliamo, più è facile fare uscire la puzza, cadere nello sconforti, deprimersi. Avere crisi d'ansia o di paura.
Alcuni avranno quindi un tappo bello pesante che non si muove neanche col terremoto, altri invece avranno un tappo che solo ad inciamparci per sbaglio, vola via lontano.
Da qui ne viene che se accidentalmente qualcuno dovesse scardinare un tappo pesantissimo, questo tappo non potrà rotolare così lontano. Il proprietario può facilmente individuarlo e richiuderlo e nel frattempo, la merda nel pozzo è poca, in profondità e quindi dispensatrice anche di scarsa puzza.
sabato 11 aprile 2009
Un mese a L'Aquila, di undici anni fa.
E' più che scontato che si parli di terremoto in questo e magari in almeno uno dei prossimi post. Preferirei scriverne in maniera personale e soggettiva, non per egoismo, ma solo perchè sarebbe una banale ripetizione di frasi fatte, seppur sentite.
De L'Aquila ho qualche ricordo anche io ed ora mi viene da pensare a quei luoghi particolari che anche io ho avuto modo di conoscere in modo vago ed impreciso.
Da piccolo, veramente piccolo, vista la mia inettitudine a crescere (fisicamente) spesso fui ricoverato presso l'ospedale de L'Aquila. Quale e dove però, non ricordo. Ricordo solo un lungo viale pieno di sole dove giocavo sul marciapiede con una macchinina giocattolo. Credo si tratti di quella via che c'è all'ingresso della città, subito dopo un arco, una porta.
Ormai undici anni fa, rimasi per un mese nel capoluogo per assistere ai precorsi di ingegneria. Proprio in quell'occasione ho pensato di riconoscere quel viale che ricordavo in quella strada all'ingresso della città. In quel mese ho alloggiato presso l'istituto dei Salesiani in una stanza che affacciava su un piccolo cortile interno, verso la strada. Credo fosse la classica "Via Don Bosco". Come sta quel dormitorio?
In TV credo di aver rivisto l'esterno della mensa. E' li che c'è la casa dello studente?
Credo di ricordare l'Hotel Duca Degli Abruzzi. Se è quello che ricordo è poco distante da questa mensa su un lungo viale che incrocia Via Roma e appunto Via Don Bosco (?) dove c'era il dormitorio, fino ad arrivare alla "Piazza della Fontana Luminosa".
Di Via Roma, ricordo che è, o era, una strada ripida e stretta, soprattutto quella che io definivo "secondo tratto", tra case vecchie e, se la memoria non mi inganna, pavè.
Su Via Roma, salendo, sulla destra c'era una piccola pizzeria. Facevano un calzone fritto con il salame che faceva tanto bene al palato quanto male al colesterolo. Il nome, ed il nome del proprietario ce li ho sulla punta della lingua da ormai molti anni, ma non riesco proprio a ricordarmene. Ricordo solo che prima di servirtelo lui ti chiedeva: "Te lo shcaldu?" e si, scaldamelo per favore. Da quelle parti c'era invece la casa dove un mio amico, ora ingegnere, aveva preso casa in affitto con altri due amici. Loro si erano dati alla vita universitaria tra casini, vino, festicciole e urla con i vicini di casa. I racconti delle liti mi facevano sempre ridere. Ora chissà come sta quella casa, quella cucina. Chissà come sta quel signore che alle urla "Fijje de Puttà" lanciava nella finestra dei pericolosissimi chicchi d'uva.
Ricordo i "Quattro Cantoni" e come mi sembrasse ridicolo il nome. Ricodo Piazza Duomo, bella e grande. Ricordo la misera spesa da reparto salumeria che andavamo a fare la domenica al mercato ambulante. Proprio di fronte a Piazza Duomo, venendo dal corso, sulla sinistra c'era una discesa ripida. Giù, in fondo, c'era un Internet Pub: GLI INTERNAUTI. C'è ancora? Qui ho fatto le prime esperienze con questo mondo. Chi di voi ricorda MICROSOFT CHAT? Un client irc che permetteva, volendo, di chattare con degli inutili avatar, a fumetti. Una specie di storyboard. Poi ricordo IU BOSS, che se ho ben capito è ancora in piedi, interpretando i racconti di un improvvisato giornalista de "Mi Manda Rai Tre". Ricordo anche "IU PANINARU", un gentile signore che vendeva pane ed insaccati. Ma credo che sia andato in pensione subito dopo la mia dipartita da L'Aquila.
Ad ogni modo, se non siete stati mai a l'Aquila, vi rimarrà difficile capire. Il Centro Storico della città è davvero un dedalo enorme di case, strade strette, pendenze assurde. Per un aquilano una "Piccola Salita" corrispondeva ad una impervia scalata che farla di corsa, per raggiungere una tabaccheria, che non era poi così dietro l'angolo, faceva venire un bel fiatone.
Poi ricordo un ponte, alto, sopra un distributore di benzina ....
Chissà come stanno. Credo, logistica a parte, sia meglio non andare a verificare di persona. Certe volte è davvero meglio non sperimentare di persona.
Intanto un'ora fa, ancora una scossa. Piccola ma ancora una scossa.
De L'Aquila ho qualche ricordo anche io ed ora mi viene da pensare a quei luoghi particolari che anche io ho avuto modo di conoscere in modo vago ed impreciso.
Da piccolo, veramente piccolo, vista la mia inettitudine a crescere (fisicamente) spesso fui ricoverato presso l'ospedale de L'Aquila. Quale e dove però, non ricordo. Ricordo solo un lungo viale pieno di sole dove giocavo sul marciapiede con una macchinina giocattolo. Credo si tratti di quella via che c'è all'ingresso della città, subito dopo un arco, una porta.
Ormai undici anni fa, rimasi per un mese nel capoluogo per assistere ai precorsi di ingegneria. Proprio in quell'occasione ho pensato di riconoscere quel viale che ricordavo in quella strada all'ingresso della città. In quel mese ho alloggiato presso l'istituto dei Salesiani in una stanza che affacciava su un piccolo cortile interno, verso la strada. Credo fosse la classica "Via Don Bosco". Come sta quel dormitorio?
In TV credo di aver rivisto l'esterno della mensa. E' li che c'è la casa dello studente?
Credo di ricordare l'Hotel Duca Degli Abruzzi. Se è quello che ricordo è poco distante da questa mensa su un lungo viale che incrocia Via Roma e appunto Via Don Bosco (?) dove c'era il dormitorio, fino ad arrivare alla "Piazza della Fontana Luminosa".
Di Via Roma, ricordo che è, o era, una strada ripida e stretta, soprattutto quella che io definivo "secondo tratto", tra case vecchie e, se la memoria non mi inganna, pavè.
Su Via Roma, salendo, sulla destra c'era una piccola pizzeria. Facevano un calzone fritto con il salame che faceva tanto bene al palato quanto male al colesterolo. Il nome, ed il nome del proprietario ce li ho sulla punta della lingua da ormai molti anni, ma non riesco proprio a ricordarmene. Ricordo solo che prima di servirtelo lui ti chiedeva: "Te lo shcaldu?" e si, scaldamelo per favore. Da quelle parti c'era invece la casa dove un mio amico, ora ingegnere, aveva preso casa in affitto con altri due amici. Loro si erano dati alla vita universitaria tra casini, vino, festicciole e urla con i vicini di casa. I racconti delle liti mi facevano sempre ridere. Ora chissà come sta quella casa, quella cucina. Chissà come sta quel signore che alle urla "Fijje de Puttà" lanciava nella finestra dei pericolosissimi chicchi d'uva.
Ricordo i "Quattro Cantoni" e come mi sembrasse ridicolo il nome. Ricodo Piazza Duomo, bella e grande. Ricordo la misera spesa da reparto salumeria che andavamo a fare la domenica al mercato ambulante. Proprio di fronte a Piazza Duomo, venendo dal corso, sulla sinistra c'era una discesa ripida. Giù, in fondo, c'era un Internet Pub: GLI INTERNAUTI. C'è ancora? Qui ho fatto le prime esperienze con questo mondo. Chi di voi ricorda MICROSOFT CHAT? Un client irc che permetteva, volendo, di chattare con degli inutili avatar, a fumetti. Una specie di storyboard. Poi ricordo IU BOSS, che se ho ben capito è ancora in piedi, interpretando i racconti di un improvvisato giornalista de "Mi Manda Rai Tre". Ricordo anche "IU PANINARU", un gentile signore che vendeva pane ed insaccati. Ma credo che sia andato in pensione subito dopo la mia dipartita da L'Aquila.
Ad ogni modo, se non siete stati mai a l'Aquila, vi rimarrà difficile capire. Il Centro Storico della città è davvero un dedalo enorme di case, strade strette, pendenze assurde. Per un aquilano una "Piccola Salita" corrispondeva ad una impervia scalata che farla di corsa, per raggiungere una tabaccheria, che non era poi così dietro l'angolo, faceva venire un bel fiatone.
Poi ricordo un ponte, alto, sopra un distributore di benzina ....
Chissà come stanno. Credo, logistica a parte, sia meglio non andare a verificare di persona. Certe volte è davvero meglio non sperimentare di persona.
Intanto un'ora fa, ancora una scossa. Piccola ma ancora una scossa.
giovedì 2 aprile 2009
Un medico in famiglia
Voglio raccontarvi una cosa.
Mio padre, reduce da alcuni giorni passati in campagna a potare l'ulivo (pratica a lui semi-sconosciuta), si ritrova a soffrire di escoriazioni pelviche dovute allo sfregare della dura stoffa dei jeans contro le morbide e delicate parti intime. Così, ieri pomeriggio mentre è in giro per casa, trova un tubetto medicamentoso. Un unguento dove legge la parola GEL. Mio padre pensa che un GEL debba per forza di cose avere un'azione rinfrescante e così, decide di applicarlo sulle zone irritate. Nel pomeriggio inizia ad avvertire disagio. Un senso di rigidità, di ingessatura e di costrizione. Chiede quindi a a mia madre se fosse a conoscienza di QUEL tubetto di GEL, rinfrescante, e così viene a sapere di essersi spalmato sulle palle una pomata per le vene varicose.
Ora mi domando... Quale ragionamento porta a spalmarsi sulle palle una cosa qualsiasi solo perché la parola "GEL" trasmette un senso di freschezza?
Come si poteva pensare che in casa ci potesse essere un GEL rinfrescante per lo scroto? Insomma se avesse confuso la pomata per le scottature, spalmandola su un livido avrei anche ammesso l'errore. Più o meno tutti hanno in casa pomate per contusioni e scottature. Ma un gel rinfrescante per le palle? Quanti hanno comunemente in casa un gel rinfrescante per le palle, tanto da rendere plausibile l'errore?
E ancora, chi non si meraviglierebbe di possedere un GEL rinfrescante dello scroto e se lo applicherebbe senza farsi prima neanche una domanda?
Chi frugherebbe nella cassetta dei medicinali tra disinfettante, aspirina e sciroppo per la tosse, speranzoso di trovare un GEL RINFRESCANTE DEI COGLIONI?
Mio padre, reduce da alcuni giorni passati in campagna a potare l'ulivo (pratica a lui semi-sconosciuta), si ritrova a soffrire di escoriazioni pelviche dovute allo sfregare della dura stoffa dei jeans contro le morbide e delicate parti intime. Così, ieri pomeriggio mentre è in giro per casa, trova un tubetto medicamentoso. Un unguento dove legge la parola GEL. Mio padre pensa che un GEL debba per forza di cose avere un'azione rinfrescante e così, decide di applicarlo sulle zone irritate. Nel pomeriggio inizia ad avvertire disagio. Un senso di rigidità, di ingessatura e di costrizione. Chiede quindi a a mia madre se fosse a conoscienza di QUEL tubetto di GEL, rinfrescante, e così viene a sapere di essersi spalmato sulle palle una pomata per le vene varicose.
Ora mi domando... Quale ragionamento porta a spalmarsi sulle palle una cosa qualsiasi solo perché la parola "GEL" trasmette un senso di freschezza?
Come si poteva pensare che in casa ci potesse essere un GEL rinfrescante per lo scroto? Insomma se avesse confuso la pomata per le scottature, spalmandola su un livido avrei anche ammesso l'errore. Più o meno tutti hanno in casa pomate per contusioni e scottature. Ma un gel rinfrescante per le palle? Quanti hanno comunemente in casa un gel rinfrescante per le palle, tanto da rendere plausibile l'errore?
E ancora, chi non si meraviglierebbe di possedere un GEL rinfrescante dello scroto e se lo applicherebbe senza farsi prima neanche una domanda?
Chi frugherebbe nella cassetta dei medicinali tra disinfettante, aspirina e sciroppo per la tosse, speranzoso di trovare un GEL RINFRESCANTE DEI COGLIONI?
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