Tiziano Terzani poteva farsi dire cose dai suoi indovini, mentre si faceva una lunghissima vacanza di lavoro in giro per il mondo nei paesi più sfortunati (guardando con disprezzo al benessere, facendo tuttavia lui stesso parte di questo), io invece posso affidarmi ai più economici ed ordinari sogni.
Nessuna novità, comunque. Avevo già riflettuto su quello che il sogno mi aveva suggerito. Una parte di questo, anzi, mi era già capitata di sognarla. Forse però all'ora gli avevo dato una differente interpretazione, o forse una differente interpretazione l'aveva sul serio (vedi "Tempi Imperfetti").
Il sogno è davvero cretino. Neanche una neo Teen-Ager con le copertine di "cioè" appese in cameretta avrebbe potuto fare un sogno così. All'inizio non era chiaro COSA fosse, ma dov'ero si.
Ero a pochi chilometri da Ortona, a Francavilla al Mare e precisamente (per chi è della zona) nella zona di San Franco. Camminavo in salita verso la Statale Adriatica ed ero in compagnia di due, non bellissime ragazze. Una di queste era verbosa, l'altra silenziosa.
Verbosa parlava a bassa voce ed in inglese, si mangiava le parole e non si capiva un accidente. Le chiedevo (in inglese) di parlare forte, le chiedevo di ripetere, ma era tutto inutile. Non riuscivo a capire quello che Verbosa diceva. Silenziosa invece era così silenziosa che non mi dava una mano, quando le dicevo che di ciò che la sua amica mi diceva, non riuscivo a capire nulla.
Poi ecco che compaiono nuovi personaggi. Ragazzi e ragazze. In strada. Tutti (miei) amici a quanto pareva. Ed ecco che so di essere in una di quelle popolari (per gli altri) fiction TV stile "Cesaroni". Sarebbe potuto essere anche un Film di Muccino, dove trentenni impersonano sedicenni, ma c'era un particolare che mi fa propendere per l'idea Fiction/Telefilm/Cesaroni: ero in una replica!!!
Si. Ero consapevole che era una replica. Una di quelle repliche della puntata precedente che danno il giorno dopo a sera tardi. Pur essendo una replica (e quindi qualcosa di "già fatto"), mi trovavo a vivere, ancora le stesse situazioni. "Ricordavo" (tra virgolette perchè non si tratta di un vero e proprio ricordo) che in quella puntata, in quella andata già in onda, una ragazza del gruppo si era incazzata per una mancanza. Una mancanza non solo mia, ma anche di altra gente. Un appuntamento dimenticato, una parola non mantenuta, qualcosa del genere. Ricordo che con un gruppo di ragazzi (forse esclusivamente maschi) siamo saliti in un ufficio (un avvocato?) ed io continuavo a ripetermi che dovevo ricordarmi della parola data a questa ragazza. Dovevo ricordarmi per evitare che si incazzasse. Come se una replica possa essere differente. In quello studio c'era una grande confusione e già qualche secondo dopo avevo la sensazione che ormai era fatta. Nonostante il mio appunto mentale, l'appuntamento era stato disatteso e quella ragazza ormai doveva essere delusa, offesa e triste. Esattamente come nella "Prima" anche nella replica la puntata aveva avuto il suo acme con la disillusione della ragazza.
Adesso tutto questo cosa vuol dire? Che magari spesso ciò che non capiamo non è per forza colpa nostra? Che c'è gente che fa di tutto per farsi vedere attiva ma che alla fine, non ci aiuta per niente? (Paraculismo)
Vuol dire che se qualcosa deve andare male ci va anche se ci impegnamo? Vuol dire che come la mettiamo la mettiamo faremmo del male, ci faremmo male o entrambe le cose insieme?
Chissà come l'avrebbe interpretato l'indovino di Terzani.
... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.
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