... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

lunedì 30 giugno 2008

Universi Paralleli (Aka "Viaggi Nel Tempo")

Ok. Hanno inventato la macchina del tempo. Tralasciamo che la terra ha una sua orbita e che se tornassimo in dietro nel tempo di sei mesi, ad esempio, ci ritroveremmo nello spazio assoluto. Quello che ci rimane sono vari paradossi tra i quali il più famoso è senza dubbio il "Paradosso Del Nonno". Cosa accadrebbe se l'ipotetico viaggiatore del tempo tornasse nel passato per uccidere suo nonno (prima che sposi la nonna)? Il viaggiatore scomparirebbe all'istante? L'intero futuro si modificherebbe? Ci creerebbe un "Effetto Farfalla" ? No. Secondo alcuni no. Il viaggiatore del tempo rimarrebbe la con la sua pistola fumante in mano ed il cadavere del (giovane) nonno steso a terra. Potrebbe tornarsene in tutta tranquillità nel futuro e riabbracciare quel suo nonno (invecchiato) appena ucciso, vivo e vegeto come prima di partire. Come? Universi paralleli. Nel momento esatto in cui il nipote del futuro spara al nonno si nasce un nuovo universo. Un universo nel quale il signor Mario Rossi (supponendo che questo sia il nome del nonno) sia morto e che quella che doveva essere la nonna, sposi qualcun'altro. Il Viaggiatore del tempo tuttavia rimarrebbe comunque nell'universo originario, ossia quello in cui il nonno non è morto. A ben pensarci questo paradosso potrebbe essere rinominato da "Paradosso del Nonno" a "Paradosso di Enrico Ruggeri". Cosa sarebbe successo se.... ?

Insomma, stando a questa teoria quella che stiamo vivendo è solo una delle tante condizioni che potenzialmente la nostra vita avrebbe potuto prendere. Pensate a quanti bivi abbiamo preso: La scuola superiore che abbiamo scelto tra le due o tre papabili, quella volta che abbiamo rinunciato alla vacanza, quando ci siamo iscritti in palestra piuttosto che in piscina ... abbiamo mischiato le carte, abbiamo lasciato un binario per prenderne un'altro e sugli altri binari ora viaggiano altri "noi stessi" che saranno più felici o più tristi. Addirittura qualcuno di questi "Noi Stessi" avrà finito la corsa sui respingenti di un binario morto ed ora è fermo. Fermo mesi, giorni o anni indietro. Chissà forse anche ore, minuti e secondi. D'altro canto la finestra è qui vicino a me, a destra. Qualche volta c'è un macchinista che aziona uno scambio senza che noi ce ne rendiamo conto e così per dare precedenza noi ci troviamo a cambiare binario, ad intraprendere un percorso più lungo. Altre volte invece il macchinista, l'agente esterno, invece ci agevola, ci instrada su un binario più felice. In sostanza, qualche volta il "destino" non dipende necessariamente da una scelta personale.

Dato che questi universi paralleli si generano anche per assurdo, invidio tanto quel treno Me Stesso che viaggia su binari migliori, quei binari dove io sono plurilaureato e guadagno un mucchio di soldi, o dove una donna speciale ha deciso che, va bene, stiamo insieme.
Ad essere onesto nella vita ricordo di aver lasciato sempre binari migliori, tranne quella volta che rischiai la bocciatura. Chissà se poi quel binario non si sarebbe rivelato migliore con il tempo. Dovrei fare una sorta di seduta spiritica e chiedere al me stesso. Tanto quella vita esiste. Io in un altro universo sono stato bocciato ed ora chissà dove sarei, piuttosto che a morire di caldo davanti a questo PC.

Insomma, dopo aver compreso questa teoria ora posso invidiare non solo "gli altri", ma anche il me stesso che ha preso l'altra strada al bivio. Adesso, così a fine post, potrei aggiungere la nota tragica e funesta. Potrei dire di invidiare anche quei treni fermi contro i respingenti sui tanti binari morti. Tanti quanti sono i secondi di una vita. Tanti quanti sono gli attimi necessari per pensare ad un'azione e metterla in atto.

martedì 24 giugno 2008

La Voce (del) Fantasma

Questa è una storia vera, che non ho mai raccontato a nessuno....

Stronzate, l'ho raccontata a mezzo mondo ma proprio perchè è vera. Quello che racconterò non è eclatante, è solo strambo, ma è accaduto sul serio ed è accaduto A ME direttamente.

A quei tempi erano gli anni ottanta, ero un bambinetto delle elementari ma ero gia addentro al mondo dell'informatica e degli "esperimenti". Molti di quelli di allora erano più sensati degli esperimenti che faccio da adulto, ma quello che volevo mettere in atto in quella mattina durante le vacanze estive, era veramente impossibile.

Possedevo un computer "a Cassette". Programmi e giochi sono memorizzati su delle normali musicassette. Il computer riconosce i fischi ed i rumori registrati sul nastro e ricostruisce nella sua memoria il programma. Mentre il mio vecchio PC era impegnato nella lettura della cassetta, era come in catalessi. Ai tempi il Multitasking era una parolaccia. Dovevi andare in chiesa a confessarti dopo averla pronunciata. Quindi, non potevi fare altro che rimanere seduto davanti al televisore che faceva strani versi ed aspettare. Oppure andare a prepararti un panino. Qualche volta potevi anche guardarti un tempo intero di una partita di calcio.

Avevo una cassetta enorme. Credo fosse da 90 piena di videogiochi. Compilation che un negoziante locale mi aveva preparato. Non so come però, dato che il mio computer era decisamente RARO.

Uno dei giochi presenti sulla cassetta, quello con il nome più accattivante (La Maledizione Di Taahr) non aveva proprio intenzione di "Caricare". Il computer rallentava di colpo il registratore e informava con un messaggio che c'era stato un generico "Errore di Input/Output", che in bella sostanza voleva dire -Non si gioca!-.

Avevo dato la colpa di questo errore alla registrazione. Un fischio, un suono modulato inciso sul nastro doveva essere danneggiato al punto tale che il computer non ci capiva più un cazzo e si arrendeva. Stop. La causa era esatta, la soluzione che mi era venuta in mente era penosa.

Credevo che facendo una copia di quel pezzo di nastro (quello con il gioco) su un altro nastro, avrei risolto il problema. Senza immaginare che se l'originale è danneggiato, la copia sarà danneggiata. Non vedo perchè un registratore doppiapiastra avrebbe dovuto leggere meglio di un registratore fatto apposta per il PC.

Personalmente ero sprovvisto di un registratore doppia piastra (roba di lusso per gli anni ottanta) e così sono andato a casa di un mio compagnuccio di scuola, che non abitava distante. E così ci siamo messi all'opera.

La registrazione tecnicamente è stata perfetta, ma il Computer, leggendo la copia si bloccava nel punto esatto dove si bloccava anche l'originale, ovvio. Ma il mio piccolo cervello notava un miglioramento, mi sembrava che il registratore avesse segnato almeno mezzo giro in più, prima di bloccarsi miseramente. Così chiesi al mio amico un nuovo tentativo in mattinata, che mi fu accordato. Successivamente me ne fu accordato anche un terzo. Ed è qui che arriviamo al succo della storia.

Eravamo seduti a terra. All'ingresso dell'appartamento. Tra me ed il mio amico lo stereo doppiapiastra modello gigante. Come avevo già fatto in precedenza, seleziono il modo di registrazione "Da Cassetta a Cassetta", premo PLAY sul nastro originale e REC (per l'ennesima volta) su un nuovo tratto della cassetta vergine. Questa volta però al posto dei soliti fischi e toni del programma (avete presente il rumore che fa un fax?) sentiamo distintamente una voce maschile. Questa voce maschile era intonata, sembrava cioè che cantasse, che fosse modulata. Come in uno di quei brevi Jingles pubblicitari disse (o cantò): "Kham Kham Ha" o poteva benissimo essere "Kam Kam Ah" o tutto ciò che foneticamente è assimilabile.
Ricordo che la cosa mi spaventò tantissimo. Ho guardato il mio compagno di classe ed anche lui aveva uno sguardo sbigottito e spaventato.

Ricordo che rimanemmo in silenzo, ci salutammo soltanto. Il mio fu un "Ciao" detto di fretta e con voce tremante più per la fretta di lasciare quella casa che per lo spavento appena preso.

A casa provai quella cassetta ancora e quando il caricamento del gioco si fermò per la seconda volta, diedi nuovamente il comando: "Play" ed il registratore ripartì. Pochi insignificanti fischi dopo (c'era ancora la coda del programma da sorpassare) dagli altoparlanti venne il silenzio.
Se non fosse stato per quella inaspettata voce fantasma ci sarebbe dovuto essere il terzo tentativo di registrazione del gioco. Ed invece ci fu il canto. Non mi aspettavo di sentirlo, ad essere onesto. Fu spaventoso. Già il fatto di ascoltare ancora quella nenia impossibile e senza significato mi aveva messo di nuovo paura, ma questa volta era distorta. Come se il nastro girasse più lentamente. Quel "Kham Kham" sembrava venire da un baritono, più cupo, lento e strascicato rispetto alla prima volta. Durante quell' "Ha" finale invece la velocità del nastro sembrava dal principio rallentare ulteriormente per poi tornare a velocità normale, così come doveva essere e come l'avevamo sentita.

Un paio di mesi fa, ho ritrovato quella famosa cassetta. La cassetta "Copia". Quella "Originale" non ricordo neanche più che colore avesse. L'ho ascoltata tutta, dall'inizio alla fine; LATO A e LATO B, sperando che fosse solo una sensazione. Che fosse solo un falso ricordo. Ma non mi sbagliavo. Quel bambino di otto, nove anni che ero aveva cancellato il canto dalla cassetta perchè ne aveva molta paura. Aveva molta paura che quella cosa aliena fosse impressa nella cassetta e che dunque fosse in giro per casa. Quel canto non doveva esserci e nell'originale non c'era, ne la radio era impostata malamente. Ero piccolo, certo, ma fidatevi che ero portato per quelle cose.

Mi sarebbe insomma piaciuto verificare, controllare di cosa si trattasse utilizzando un criterio più adulto, le esperienze e la razionalità di oggi. Posso solo ipotizzare però non avendo sotto mano (e sotto orecchie) niente da analizzare, voglio pensare che ormai venti o ventuno anni fa, ho fatto conoscenza con un vero fantasma. Magari "Kham Kham Ha" vuol dire "Piacere di conoscervi". E allora "Kham Kham Ha" fantasma della cassetta.

venerdì 20 giugno 2008

La Ragazza con L'anello

Oggi me ne andavo al lavoro con la solita fretta chiedendomi come cazzo fosse possibile che ogni giorno mi avviassi da casa in ritardo anche se, in fondo, a casa non stavo facendo nulla di costruttivo. Mi domandavo il perchè mi riducevo sempre ad un passo svelto che farebbe invidia ai testimonial della Monika Sport e soprattutto a quelli di Mediashopping. Nonostante la mia andatura svelta vedo alla mia destra un culo enorme che si allontana nella mia stessa direzione. Quel culo enorme mi ha sorpassato. Quando Culogrosso mi ha sorpassato poco più su, la testa si è voltata verso di me rivolgendomi un saluto. Insomma io Culogrosso la conoscevo. Culogrosso prima era un gran pezzo di figa, adesso è sempre una bella ragazza, forse è già più "carina" che "bella", domani chissà a cosa e come sarebbe regredita. Ad ogni modo la mia attenzione è attratta dalla sua mano sinistra. Si, lo ammetto, quando guardo una ragazza che potenzialmente potrebbe interessarmi le guardo subito la mano sinistra in cerca di anelli, fedi o anche semplici mollette per i capelli. Questa volta però la mia attenzione è stata letteralmente RICHIAMATA alla sua mano sinistra. Anche un cieco avrebbe riacquistato la vista per guardargli la mano sinistra. Avvinghiato al dito anulare aveva una specie di palla da discoteca. Di quelle che riflettono e frammentano le luci sulla pista da ballo. Solo che quell'anello doveva valere BEN PIU' di cento palle da discoteca messe insieme. Era davvero grossa, sicuramente più grande di quella contenuta nel Kit "Barbie Cubista". Mi è venuto in mente che io non potrei MAI essere ad esempio un suo ipotetico "ragazzo successivo". Personalmente non regalerei un anello di quelle dimensioni, così pacchiano e beh, si anche di così tanto valore intrinseco. Gli affetti non si misurano col valore di un diamante, di un anello o col peso di una catenina d'oro. Anche se lei non pretendesse nulla di simile, l'aver sfoggiato tale amenità in pubblico, abbinandolo ad un paio di Jeans Allargachiappe mi frenerebbe a priori. Non potrei mai apprezzare una ragazza che accetta e poi gira con qualche milaeuro di preziosa sfera attaccato alla mano sinistra.
E' inutile che ridete sarcasticamente, non è tirchieria. E' che il danaro potrebbe essere speso in maniera più intelligente. MENO VISTOSA quantomeno, meno appariscente, meno (ripeto) pacchiana! Mi vedo più accanto ad una fidanzata che scambierebbe volentieri quell'anello sbrilluccicoso con tre rate di mutuo per la casa pagate.

mercoledì 18 giugno 2008

Profetici Pentagrammi: Uva Acerba

Riprendo dopo vari mesi la rubrica "Profetici Pentagrammi". In questo caso però minzionerò, ehm, volevo dire MENZIONERO' un testo intero e non lo commenterò.
Quella che segue è la mia canzone preferita di Carmen Consoli ormai da anni e voglio citarla per parole e musica. Purtroppo la musica non posso postarvela. Se vi piace il testo cercate di ascoltarla, perchè la partitura è meritevole. Infine un saluto a Carmen. Carmen ho ben specificato che la canzone è tua, ma se dovesse darti fastidio questa mia citazione, non avere timore nello scrivermi una email. L'indirizzo è qui accanto a destra. Rimuoverò sicuramente questo post se me lo chiedi.

L’inconveniente sopraggiunto,
la delusione,
l’insospettabile
fulmine a ciel sereno.

Le lunghe attese,
l’incombente trepidazione,
ma è vero che
grandi aspettative ingannano
e chi troppo abbraccia, nulla stringe.

L’inconveniente sopraggiunto
fu irreparabile,
ma è vero che
un forte sentire stordisce
e l’istinto soccombe alla ragione.

Non ci aspetteranno più
né Parigi, né Vienna,
le allegre passeggiate
in quella baia del Sud…
…troverai qualcun’altra a cui chiedere:
portami vicino al mare…
portami vicino al mare…
portami vicino al mare…

L’inconveniente sopraggiunto,
la delusione,
ma è vero che
per alcune volpi l’uva è acerba…

Non ci aspetteranno più
né Parigi, né Vienna,
le allegre passeggiate
in quella baia del Sud…
…e già sulla via del ritorno,
solerte, sussurravi:
portami vicino al mare…
portami vicino al mare…
portami vicino al mare…

portami vicino al mare…
portami vicino al mare…

vicino al mare…
vicino al mare…

Il Bruttimbusto

Il Bruttimbusto è quella persona che non possiede un bell'aspetto, tuttavia non si lascia andare, non si accoppia con cagne e porce solo perchè "il convento non passa di meglio". Ci sono comunque casi nei quali il Bruttimbusto non riesce a trovare neanche una cagna o una porcia.


Il Bruttimbusto conosce di solito i meccanismi dell'estetica. Si rende conto di non essere appetibile e incolpa la gente di dare troppo peso alla bellezza esteriore, tuttavia non si esime dal sottolineare la bruttezza o la grassezza o la stupidità di ogni essere femminile che possa oggettivamente essere meritevole di tale constatazione.


Il Bruttimbusto insomma si macchia delle stesse colpe che individua negli altri. Mette in secondo piano quelli che sono i suoi apparenti bisogni (affetto, sentimento, rapporto di coppia) ai canoni estetici. Ha delle pretese ma non accetta quelle altrui. Il Bruttimbusto però si rende spesso conto di essere in questo paradosso. Per ovviare a questo ricorre a sottili giochi di morale: "Perchè dovrei accontentarmi? Io valgo". Questo ragionamento può essere anche valido ma la verità è che sottosotto c'è puro e semplice interesse (o disinteresse) estetico.

Il Bruttimbusto si rende conto che se è lui il primo a ragionare così, evidentemente tutti quanti devono necessariamente pensarla così, soprattutto le ragazze carine. Il bruttimbusto ad ogni modo prova invidia per la categoria del semplice brutto. Il semplice brutto infatti riesce ad accoppiarsi per stare bene nell'anima e non per il semplice accontentarsi. Magari al principio il Brutto vorrà accontentarsi e dar sfogo ai propri istinti animali, ma rapidamente trova una grande intesa affettiva con la sua "brutta". "Brutta" che apparirà di una bellezza splendida o assolutamente neutra al Brutto, degna di essere giudicata compagna di vita.

Il Bruttimbusto rabbrividisce alla vista della compagna del Brutto, tuttavia ne invidia la posizione di netto favore. Nonostante il Brutto è oggetto del suo scherno il Bruttimbusto riconosce la sua posizione di svantaggio.

Pare che il Bruttimbusto provi spesso la pulsione di cambiare, di regredire (o progredire?) allo stato di Brutto, ma altrettanto spesso questo salto, questo cambiamento rimane impossibile.

La sofferenza psicologica del Bruttimbusto è tanta in quanto egli è generalmente in grado di ragionare e di analizzare correttamente il mondo circostante ed i suoi meccanismi.

lunedì 16 giugno 2008

I Ciuski di Doraemon: La gomma cancella persone

Vi ricordate Doraemon? Quel gatto robot proveniente dal futuro che dalla sua tasca sulla pancia (il gattopone) tirava fuori tutti quei gadget fighissimi? Si, anche ultimamente s'è visto in onda Doraemon, ma io parlo delle vecchie puntate, quelle che la sigla era cantata degli Oliver Onions.

Insomma Doraemon aveva una soluzione tecnologica per ogni problema.

Spesso mi sarebbe piaciuta una "Gomma Cancella Persone" perchè ho la convinzione di essere l'eterno secondo. Forse no. Forse non sono l'eterno secondo. Molto probabile che sia l'eterno ENNESIMO.

Avete mai un compagno di classe che finiva i problemi aritmetici prima di voi? ZAC ZAC. Sfreghiamolo con la GOMMA CANCELLA PERSONE di Doraemon e questo compagno di classe non sarà mai esistito. Probabilmente al suo posto spunterebbe un occhialuto studente ancora più cazzuto.

C'è quella ragazza che proprio vi piace tanto ma fa gli occhi dolci ad un altro? ZAC ZAC ma è probabile che verserebbe lacrime sulla vostra maglia perchè "non c'è nessuno che mi capisce" e a sua volta lei non capisce che tu la capiresti ben volentieri.

Quel collega di lavoro è veramente una grandissima pigna nel culo? ZAC ZAC ZAC ma scordatevi i meriti, scordatevi gli elogi per le VOSTRE idee brillanti. Probabilmente non erano così tanto brillanti ed innovative se il capoccia preferiva quella grandissima pigna nel culo a voi.

La cosa migliore da fare sarebbe fare ZAC ZAC sulla propria persona, ma partendo dagli occhi e dalle orecchie, così che ci impediamo subito di vedere che la gente, senza di noi vivrebbe e sarebbe comunque allegra e gaia.

domenica 15 giugno 2008

Ho un sonno boia

Ho un sonno boia e poi non dormo. Stasera, avevo voglia di uscire, ma anche di tornare a casa. Sono tornato a casa. Domani è domenica, potrò riposare. So che mi annoierò a morte. La domenica finisce nell'esatto istante che poggi un piede a terra. Domani è il sedici di giugno, si può dire che l'estate è iniziata ma non c'è nessun piano estivo in programma. Non no neanche un'ombrellone. E poi con questi occhi non dovrò togliermi mai gli occhiali da sole. Niente bagno, niente beach volley.

Non ho voglia di fare niente. Sono apatico, ma mi annoio. Non ho voglia di annoiarmi. Non ho voglia di fare nulla. Questo post lo scrivo solo perchè dovrei, ma non ne ho voglia, quindi scrivo che non ne ho voglia. In questo momento i mei amici ridono e scherzano al tavolo di un Pub. Sarei dovuto andare? No, non ho un cazzo da ridere e da scherzare ... io. Fingere è un massacro, ormai non mi accorgo neanche più di farlo. Parte in automatico e la gente ci casca. Se sapessi recitare consciamente in maniera analoga sarei il nuovo alvaro vitali del cinema italiano. Almeno vedrei due tette e due culi.

mercoledì 11 giugno 2008

Nei secoli dei secoli. Amen.

Non c'è un titolo che possa evocare l'ampio campo che questo post si prefigge di toccare. Questo post vuole parlare della tranquillità personale intesa come serenità. Vuole parlare di felicità, di ossessioni di potenzialità espresse ed inespresse.

Vuole parlare di saggi, di stolti e di paraculo. Vuole parlare di chi soffre perchè non vuole fare altro e di chi soffre perchè non può fare altro. Di chi ti da consigli e poi neanche lui li seguirebbe.

Vuol parlare di quanto sia inutile relazionarsi. Vuol lasciare intendere che se non è mai stato, difficilmente sarà. Vuole mettervi in guardia. Se c'è qualcuno che vi sprona, che vi incoraggia è probabilmente qualcuno meglio di voi. Qualcuno che non sa cosa voglia dire essere voi.
Qualcuno che vola basso, ma se vuole entra in orbita e pretende che anche voi abbiate le stesse capacità.

Questo post spera di farvi capire che se siete nati topi di fogna, mangiare carote non vi farà diventare dei teneri coniglietti nani, che non basta dire SIMSALABIM. Che non conta se la magia la tentiate in frak o in pigiama, non riuscirà comunque.

Questo post vuole mettervi in guardia. Vi rimprovereranno di essere negativi ma non sanno che l'essere negativi è una conseguenza. E' come rimproverare qualcuno di sanguinare dopo che questo è stato accoltellato. Fosse stato per lui la lama se la sarebbe risparmiata volentieri. Siete negativi? Avete le vostre buone ragioni. Su questo vi vuole rassicurare il post.

Tutti abbiamo il diritto di essere negativi e se un cambiamento dev'esserci, dev'essere naturalmente. La positività acquisita è meglio della positività innata. E' più genuina. E' meno recitata.

Noi non siamo quello che mostriamo di essere, noi siamo quello che gli altri credono che siamo. Se dieci persone dicono che siamo delle merde è probabile che lo siamo sul serio. Inutile fare ogni sforzo. Se dieci persone dicono che siamo in gamba, lo siamo. Possiamo crederci.

In questo post vi si chiede di diffidare dai paraculo. Da quegli Adone che sostengono che la bellezza non è importante e che poi quando vedono una ragazza, la prima cosa che dicono è
-Quant'è brutta!-

Diffidate di quelle amiche che parlano di charme, di fascino, di corteggiamento, di palle come caratteristiche scomparse nell'uomo e poi se provi ad invitarle a prendere una pizza si indignano per le strane idee che ti sei fatto. Eppure per quell'invito ci sono volute due palle grandi così. Chissà forse le caratteristiche "Bello e Figo" erano implicite o fondamentali e quindi scontate. Come l'iva nei cartellini dei prezzi nelle vetrine. E' già calcolata.

Vuole dirvi insomma che tranne rare eccezioni, nessuno è scemo. Nessuno è così scemo da capire la gravità di una situazione e non uscirne pur avendo i mezzi. Il post vi vuole lasciare con un esempio:
Non vi lascereste di certo morire di fame impantanati nel fango se aveste un fuoristrada sotto al culo, no? Innestereste le quattro ruote ed uscireste dai pasticci. Se però sotto il culo avete una leggerissima Fiat 500 degli anni '60 è inutile che il pirla del vostro amico (o amica) vi urli dall'alto del suo SUV: - Ma che cazzo fai? Metti le quattro ed esci da quel fosso -

STRONZO! Non vedi che è una Fiat 500? Avessi una macchina come la tua sarei non solo fuori da questa pozza di merda e melma ma anche 100 Km avanti a te!

sabato 7 giugno 2008

Chi esce stasera?

A tutti sarà capitato di rispondere con una domanda ad una domanda. A molti sarà capitato di rispondere: "Chi esce?" ad un invito sul genere "Vuoi uscire stasera?". Tanti di voi molti avranno rifiutato l'invito perchè nell'elenco dei nomi c'era proprio lui, quella insolubile supposta formato maxi. Lui, invadente e chiacchierone. Lui che sa un po di tutto (ma che stringi stringi non sa un cazzo), lui che se non si diverte pianta una grana da III guerra mondiale, lui, che tra l'altro parla male degli amici che a te invece stanno più simpatici. A me sta capitando una cosa simile. Mi domandano se ho voglia uscire, però io non chiedo i nomi. Mi fermo prima.

Penso a me e mi fermo. Non uscirei mai con me stesso. Mi vedo dall'esterno con quel (bel) faccione di cazzo, mi vedo confabulare con quella voce odiosa e mi vedo insistere nelle circostanze; pesante ed opprimente. Tollerato. Sofferto. Lento. Ingombrante. Di troppo.

Allora "No Grazie" e chiuso in una stanza mi figuro il resto della compagnia che senza handicap, gira, ride, celebra, festeggia, asspora, respira, scherza, ammicca e flirta per merito mio, che ho declinato l'invito già dopo il primo nome, implicito, nella lista.

The Exorcist

Ti prego William (Peter Blatty). Il tempo stringe. Non sei più un giovinotto. Ok, non lo eri neanche nel 1973, quando hai scritto "The Exorcist", avevi 45 anni allora. Cristo però, ora ne hai ottanta! E' ora che ti muova. Voglio che tu scriva. C'è bisogno di una nuova possessione. Manda qualcun'altro al posto mio, qui dentro non ci resisto più. Tanto non se ne accorge nessuno. Non mi esorcizzano, quindi non me ne posso andare. Se tu mandassi invece qualcuno potrei provare a fregarlo. Manda chi vuoi. Belfagor, Furcas, Leviatano .. uno qualunque. Infondo questo corpo è usato poco. Difettoso ma usato poco.
Qui dentro non riesco a fare il porco comodo mio. La fregatura ce l'ho presa io, non lui. Lui, quello il legittimo possessore. A proposito, se l'è squagliata. Non ha opposto resistenza, ed ora capisco perchè. Mandami un demonio stupido, che non capisca che guaio va ad acquistarsi.
Ho difficoltà a peccare con questo corpo. Non posso uccidere perchè non ne ha la forza, non posso fornicare perchè non ha un aspetto decente. Non posso peccare d'ingordigia perchè renderei questo corpo ancora più lontano dalla fornicazione.
I peccati minori certo non mi danno molti punti, e poi la bestemmia ha un tetto massimo. Oltre un certo limite, non ti da più diritto ai "punti dannazione".
Mentre il demone che tu manderai si affaccerà dentro questo catorcio di corpo io uscirò dalla porta posteriore e lui sarà fregato.
Vedrà che inferno non godere dell'inferno