... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

lunedì 30 giugno 2008

Universi Paralleli (Aka "Viaggi Nel Tempo")

Ok. Hanno inventato la macchina del tempo. Tralasciamo che la terra ha una sua orbita e che se tornassimo in dietro nel tempo di sei mesi, ad esempio, ci ritroveremmo nello spazio assoluto. Quello che ci rimane sono vari paradossi tra i quali il più famoso è senza dubbio il "Paradosso Del Nonno". Cosa accadrebbe se l'ipotetico viaggiatore del tempo tornasse nel passato per uccidere suo nonno (prima che sposi la nonna)? Il viaggiatore scomparirebbe all'istante? L'intero futuro si modificherebbe? Ci creerebbe un "Effetto Farfalla" ? No. Secondo alcuni no. Il viaggiatore del tempo rimarrebbe la con la sua pistola fumante in mano ed il cadavere del (giovane) nonno steso a terra. Potrebbe tornarsene in tutta tranquillità nel futuro e riabbracciare quel suo nonno (invecchiato) appena ucciso, vivo e vegeto come prima di partire. Come? Universi paralleli. Nel momento esatto in cui il nipote del futuro spara al nonno si nasce un nuovo universo. Un universo nel quale il signor Mario Rossi (supponendo che questo sia il nome del nonno) sia morto e che quella che doveva essere la nonna, sposi qualcun'altro. Il Viaggiatore del tempo tuttavia rimarrebbe comunque nell'universo originario, ossia quello in cui il nonno non è morto. A ben pensarci questo paradosso potrebbe essere rinominato da "Paradosso del Nonno" a "Paradosso di Enrico Ruggeri". Cosa sarebbe successo se.... ?

Insomma, stando a questa teoria quella che stiamo vivendo è solo una delle tante condizioni che potenzialmente la nostra vita avrebbe potuto prendere. Pensate a quanti bivi abbiamo preso: La scuola superiore che abbiamo scelto tra le due o tre papabili, quella volta che abbiamo rinunciato alla vacanza, quando ci siamo iscritti in palestra piuttosto che in piscina ... abbiamo mischiato le carte, abbiamo lasciato un binario per prenderne un'altro e sugli altri binari ora viaggiano altri "noi stessi" che saranno più felici o più tristi. Addirittura qualcuno di questi "Noi Stessi" avrà finito la corsa sui respingenti di un binario morto ed ora è fermo. Fermo mesi, giorni o anni indietro. Chissà forse anche ore, minuti e secondi. D'altro canto la finestra è qui vicino a me, a destra. Qualche volta c'è un macchinista che aziona uno scambio senza che noi ce ne rendiamo conto e così per dare precedenza noi ci troviamo a cambiare binario, ad intraprendere un percorso più lungo. Altre volte invece il macchinista, l'agente esterno, invece ci agevola, ci instrada su un binario più felice. In sostanza, qualche volta il "destino" non dipende necessariamente da una scelta personale.

Dato che questi universi paralleli si generano anche per assurdo, invidio tanto quel treno Me Stesso che viaggia su binari migliori, quei binari dove io sono plurilaureato e guadagno un mucchio di soldi, o dove una donna speciale ha deciso che, va bene, stiamo insieme.
Ad essere onesto nella vita ricordo di aver lasciato sempre binari migliori, tranne quella volta che rischiai la bocciatura. Chissà se poi quel binario non si sarebbe rivelato migliore con il tempo. Dovrei fare una sorta di seduta spiritica e chiedere al me stesso. Tanto quella vita esiste. Io in un altro universo sono stato bocciato ed ora chissà dove sarei, piuttosto che a morire di caldo davanti a questo PC.

Insomma, dopo aver compreso questa teoria ora posso invidiare non solo "gli altri", ma anche il me stesso che ha preso l'altra strada al bivio. Adesso, così a fine post, potrei aggiungere la nota tragica e funesta. Potrei dire di invidiare anche quei treni fermi contro i respingenti sui tanti binari morti. Tanti quanti sono i secondi di una vita. Tanti quanti sono gli attimi necessari per pensare ad un'azione e metterla in atto.

3 commenti:

  1. Se tu fossi su un binario parallelo io non avrei la possibilità di sbatterti contro... E non mi voglio perdere questo privilegio.

    RispondiElimina
  2. Il concetto è che in un universo parallelo te ed io non ci conosciamo. "Da qualche parte" ci siamo un te ed io, nel caso non ci fossimo mai incontrati. Ed altrettanti universi dove te ed io ci conosciamo ... oltre questo.

    RispondiElimina
  3. Ecco perchè mi sembrava di averti già visto da qualche parte :-P

    RispondiElimina