... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.

giovedì 10 gennaio 2013

Fotografie

« Dite ciiiiiis! ». No. Non dico "Ciiiiis". Perché dovrei dire "ciiiiis" ? Nelle foto si ride troppo. Siamo arrivati al punto che quasi la macchinetta si rifiuta di scattare se non sorridete, è stata programmata per scattare nel momento esatto in cui tutti sorridono. Ora .. a parte che il vecchio cliché di noi da vecchi che mostriamo foto ai nostri (seriamente annoiati) nipoti  non si realizzerà mai a mio avviso, le foto digitali vanno perse e sono troppo facili da scattare per essere in un certo senso "preziose", ma .. PERCHÉ RIDERE? Nella vita ci sono anche dolore e delusione, uno scatto non dovrebbe essere da CIIS, perché è un falso sorriso. Un ricordo FALSO, è una recita. Vuoi farti una foto? Falla e basta, non ridere, pettinati, aggiustati il colletto della camicia ma NON RIDERE se non te la senti. Ecco, qui è al compleanno di Mario, mi stavo rompendo davvero le palle; nota la mia espressione! Qui invece è quando ho perso il portafogli con l'incasso. Si ero davvero incazzato, si vede? E invece no. Come per un riflesso automatico, davanti all'obiettivo cominciamo a sorridere, a ridere o a mettere la bocca a fregna d'asino se siamo ragazze.  Io non ci credo che tutti quelli che ridono in foto erano VERAMENTE gioiosi in quel momento. Al massimo erano neutri alla situazione, alla circostanza. Poi, la foto, dovrebbe essere piacevole, non una tortura per chi la subisce e per chi poi deve riguardarla. Rifiutate con garbo di essere fotografati se non volete (almeno idealmente) portare ai posteri testimonianza di quanto cessi eventualmente siete. Sobrietà e coscienza di se stessi e delle proprie emozioni. Le fotografie devono essere testimoni della mia vita. Se mi fotografassi ora, tra quarant'anni (anche se conto di morire prima), saprò che oggi, avevo le palle torte perché mi si leggerà in faccia. Molto probabilmente non avrei un ricordo preciso di me, sdraiato sul letto con il Mac addosso a scrivere questa noiosa pappardella ma non illuderei il mio "io futuro" fingendo di avere voglia e motivo di ridere. Quindi, se sarete fotografi, promettetemi che non direte più « Dite Ciiiiiis! » ma qualcosa tipo « Esprimete quel cazzo che vi sentite dentro »

2 commenti:

  1. È giusto, però la frase che suggerisci alla fine e' un po' lunga...;-)
    Si potrebbe magari optare per "ki sci' ccis!" invece di "ciiis"...

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  2. Giusto, mia saggia Antoyoga! :-) E .. che sorpresa il tuo passaggio!

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