Giorni fa stavo riflettendo su una cosa. Forse qualche volta i giovani di oggi, e probabilmente anche alcuni di ieri, sono fuorviati da tutto ciò che l'informatica, soprattutto il settore ludico di questa, ci ha portato. Nei videogiochi si "muore", ma si hanno altre "vite", nei videogiochi si perde, ma abbiamo salvato la partita poco prima del punto difficile, così possiamo riprovare. Se proprio non ci riusciamo possiamo provare altre vie, altre strategie per "superare il mostro". Sappiamo di poter fare affidamento su quel salvataggio. Tornare in dietro nel tempo e cambiare le cose è possibile. Accellerare lo scorrere del tempo è possibile. E' possibile uccidere chi ci si para davanti per ostacolarci. Se l'andamento della nostra partita non ci piace, interrompiamo il gioco e ripartiamo da capo. Stiamo giocado "On-Line" agli scacchi con qualcuno di sconosciuto. Sentiamo che lo scacco matto è nell'aria e allora chiudiamo la finestra, spegnamo il computer. Non diamo all'avversario la soddisfazione di batterci. Formalmente evitiamo una sconfitta che sappiamo arriverebbe in tre mosse, ma in realtà, nella nostra testa, sconfitti lo siamo stati comunque. Il problema è quando siamo invece nella vita vera, e nella vita vera non esiste nessun salvataggio. Nessuna disconnessione, nessun arresto del sistema. Certo, potremmo cambiare discorso ed apparire deficienti ed insieme sconfitti il doppio. Potremmo dare una manata alla scacchiera e ribaltare tutti i pezzi, ma probabilmente il nostro avversario a sua volta con una manata ci ribalterebbe i connotati. Potremmo fare di tutto per evitare un argomento, una sfida, una situazione o una decisione, ma non provarci e se non siamo soddisfatti ripristinare la situazione precedente e provare ancora. Il macigno della sconfitta quindi ce lo prendiamo comunque, credo si chiami coscienza. Se sto giocando al Fanta campionato di Calcio sul mio PC e tengo tanto ad una vittoria, in caso di sconfitta, sarebbe facile ripristinare il salvataggio e provarci ancora. Certo non sarà sportivo, non sarà leale, ma il computer non si offende e se sta bene a me, buona camicia a tutti come diceva un noto baffone tutt'ora sulla breccia. Nei rapporti interpersonali è tutt'altra storia. La gente, fatte le dovute eccezioni, è dotata di intelligenza e sensibilità e magari fa solo finta di non aver visto la nostra manata sulla scacchiera. Fa solo finta di credere al colpo di vento che ha ribaltato tutto. Poi se noi "bari della scacchiera", crediamo a questa benevola balla allora buona camicia a quasi tutti. Al nostro avversario distratto andrà un tantino stretta.
La vita è quella che è purtroppo. Dico "purtroppo" perchè io sono tra quelli che si sarebbero resettati più e più volte. Tra quelli che avrebbero cambiato decisioni, quelli che sarebbero tornati di volta in volta in dietro ci sono anche io. Sono tra quelli che avrebbero voluto interrompere questa vita (partita) e vedere se quella "nuova" potesse andare meglio.
Forse quelli delle generazioni precedenti apprezzavano di più la vita, o comunque si facevano una ragione di tutti i propri difetti, problemi e mancanze. Non avevano proprio il concetto del virtuale. Comunque non dico che forse erano meglio quei tempi. Non tornerei di certo a camminare a quattro zampe solo perchè su due si inciampa di più.
Riflettendoci però, sono molto più probabilmente io il malato che ha pensato a quanto sarebbe comodo avere le comodità del virtuale nel mondo reale.
... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.
In sintesi: gente face pace col cervello perchè nella vita reale non state giocando a "The Sims".
RispondiEliminaNon proprio... Non è proprio quello che intendevo. Non c'è modo di cancellare perfettamente il passato. Non si può fermare tutto, aggiustare le cose, e poi continuare, come generalmente si può fare (barando) nella realtà virtuale.
RispondiEliminaSe il mio tamagotchi che viveva da tre mesi (RECORD) oggi muore perchè ho scordato la poppata di mezzogiorno, clicco su "Load" e carico la partita salvata a PRIMA di mezzogiorno .. così il mio tamagotchi è ancora vivo. Ho barato, il pupazzetto virtuale doveva essere morto, ma chissenefrega!
Nella vita non è così. Quello che sta accadendo STA accadendo, non puoi mettere in pausa. Questo volevo dire :)
Ciao, sono capitata per caso sul tuo blog...e insomma condivido molto di quello che scrivi (e non solo) e penso che continuerò a ripassarci, per vedere come va a finire...Non ti preoccupare d'esser matto eh, sei in ampia e buona compagnia (me in primis per intenderci!) :)
RispondiEliminaOh grazie Hiraeth, ben passata per caso! :) Sostanzialmente questo è un blog depresso come avrai notato, ed ogni tanto mi piace scrivere le mie impressioni! :( non lo aggiorno spessissimo pa tu di tanto in tanto ripassa! Grazie per essere passata almeno una volta!
RispondiEliminaNon c'era bisogno che lo definissi un blog depresso. Se l'ho trovato c'è un perchè. Che pure io "ho lo stesso identico odore, ma la divisa di un altro colore", che è un atto di coraggio dare il nome proprio alle cose, mentre io mi definisco ironicamente folle e che comunque è sempre un conforto sapere che non si è soli...
RispondiEliminaBuona serata! :) (anche se di solito, le serate sono i momenti peggiori)
...che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore...
RispondiEliminaFabrizio si arrabbia se gli "cambiamo" i testi ;-)
Si Giovà, non c'è modo di cambiare il passato,il problema infatti non è il "non riuscire a modificarlo", ma il non riuscire ad accettarlo così come viene.
E' il rospo che non va giù. Maledetto.
"Non si può" ma c'è chi crede di potere. E fa come se giocasse a uno stupido gioco virtuale -Tanto è solo un gioco, domani farò il re-load casomai- pensa, peccato che mentre riprende la partita quella che giocava precedentemente non è stata cancellata, c'è ancora chi ci vive là dentro e si trova all'impasse.
RispondiEliminaMa ormai non è più un problema. Fatti suoi.