Dato che essere iscritti a Facebook fa figo (e se non sei iscritto non lo sei), adducendo la scusa di ricontrare vecchi amici per sapere se sono sposati, se hanno figli, se ne hanno adottati o se sono stati adottati o quantomeno se sono cadaveri già da un pezzo, ho aperto il mio account in questa community. Lo strazio quotidiano è ricevere gli inviti ad iscriversi ai vari "gruppi" (perfettamente inutili) che si formano. Ci sono i gruppi di fans di sportivi, di vip, di piatti gastronomici, di artisti. Alcuni tra questi gruppi si propongono scopi più o meno solo idealistici che sono però di intenti più seri. Virtuali comitati contro qualsiasi tipo di reato tra i quali, i più sentiti contro gli abusi sulla persona. Tantissimi sono infatti i gruppi che nascono per dare un piccolo e virtuale aiuto al coro di indignazione per questi reati. Solitamente, questi inviti li ignoro tutti, ieri però ne ho accettato uno perchè era una "causa" contro un qualcosa che aveva a prima vista davvero dell'inconcepibile.
L'invito era ad iscriversi ad un Gruppo contro un'altro gruppo creato da un fantomatico utente: pro violenza sessuale. In pratica si contestava, a prima vista, un gruppo PRO STUPRO!.
Ora, sono convinto che questo utente reo di aver creato un tanto immorale gruppo (che tra l'altro utilizzava uno pseudonimo [inutile, in fin dei conti. Se devono rintracciarti, ti rintracciano]) lo abbia fatto così, per prendere in giro. Lo abbia fatto pensando di mettere in mostra un humor nero del tutto particolare, tuttavia è una GRAN BELLA CAZZATA!
A qualcuno, beh a più di qualcuno, questo particolare Humor non l'ha colto e lo ha ricoperto di insulti. Così il fondatore ha iniziato la sua difesa arrampicandosi sugli specchi con argomentazioni prive di solide fondamenta. Diceva più o meno:
- Io non sono a favore dello stupro di gruppo. E' solo che sono contro chi si indigna per tutto e vorrebbe usare violenza contro questo e quel malfattore, macchiandosi delle stesse colpe -
- Lo stupro è Antropologicamente giusto, dato che è una cosa che esiste dalla notte dei tempi. Fa parte dell'essere umano-
Tra i vari insulti e le tante minacce di sodomìa forzata qualcuno ha avanzato l'ipotesi di denunce. Il capo del governo ombra è uscito al sole indignato, il gruppo è sparito ... insomma una delle prossime albe il tipo sentirà la polpost suonare al citofono. Ha messo in gioco tempo, soldi e reputazione per nulla, per una cazzata.
Stessa cosa vale per chi è materiale esecutore di tali reati. Come scriveva S.King in "Il Gioco di Gerald": uno schizzo ed è tutto è finito. Per uno schizzo e pochi minuti (secondi?) di piacere (perverso) ti rovini la vita e rovini quella altrui. Letteralmente per una cazzata!
Chissà se in questi casi il Papa Torakiki ammetterebbe l'autoerotismo, che suppongo sia meglio dello stupro.
... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.
sabato 31 gennaio 2009
martedì 27 gennaio 2009
Te l'avevo detto .... io
Ad avere fortuna, qualche centesimo dell'estorsione RAI, pardon, CANONE Rai è ben speso. Oppresso dalla noia e dalla mancanza di clientela, con un piccolo televisore portatile sintonizzato sul programma "L'Eredità" sono stato catturato da una manche tutta dedicata alle sindromi. Tra le varie menzionate, la più simpatica era La Sindrome di Cassandra.
C'è un nostro amico, Enrico, che da noi è chiamato Il Rassicuratore perchè era solito supporre che avvenimenti (simpaticamente) nefasti si sarebbero abbattute sulle nostre vacanze. Pioggia, animali, cadute disastrose. Danni da pagare, mare mosso, botte da orbi. Quando pioveva lui non esitava a farci notare la sua previsione s'era avverata.
La Sindrome di Cassandra ha una strana forma contagiosa che però attacca solo i maschi. Se tu ne soffri, quelli che stanno vicino a te, inizieranno a soffrire di una strana orticaria pelvica. Inizieranno in pratica a grattarsi le palle. I partenopei reciteranno anche strane filastrocche. Che la Sindrome di cassandra non porti anche Glossolalia?
Insomma chi è affetto dalla Sindrome di Cassandra tende a formulare previsioni disastrose per il futuro, in particolare per il proprio.
C'è un nostro amico, Enrico, che da noi è chiamato Il Rassicuratore perchè era solito supporre che avvenimenti (simpaticamente) nefasti si sarebbero abbattute sulle nostre vacanze. Pioggia, animali, cadute disastrose. Danni da pagare, mare mosso, botte da orbi. Quando pioveva lui non esitava a farci notare la sua previsione s'era avverata.
La Sindrome di Cassandra ha una strana forma contagiosa che però attacca solo i maschi. Se tu ne soffri, quelli che stanno vicino a te, inizieranno a soffrire di una strana orticaria pelvica. Inizieranno in pratica a grattarsi le palle. I partenopei reciteranno anche strane filastrocche. Che la Sindrome di cassandra non porti anche Glossolalia?
Insomma chi è affetto dalla Sindrome di Cassandra tende a formulare previsioni disastrose per il futuro, in particolare per il proprio.
sabato 24 gennaio 2009
Ossessi
Quando iniziai a scrivere queste pagine avevo in mente di analizzare situazioni e comportamenti osservati ogni giorno. Avevo intenzione di commentare gli accadimenti negativi e le ripercussioni sulla mia psiche e su quella altrui. Piano piano, ho iniziato a collegare quello che scrivevo con alcune patologie, anche piuttosto serie, dell'ambiente psichiatrico. Certe volte le corrispondenze sono molto precise, altre lo sono un po meno, ma rendono l'idea di ciò che spesso mi sento, in piccolo, di vivere.
Tempo fa ad esempio m'ero fissato. Ho avuto una "crisi d'ansia". Avevo la sensazione che qualcosa dovesse accadere da un momento all'altro. Avevo un senso di apprensione e di oppressione. Come se dovessi affrontare un esame, come se di li a poco avrei dovuto ricevere una comunicazione importante, decisiva. E così mi dicevo di continuo che non c'era niente da temere, che erano tutte paranoie, tutto frutto della mia testa.
Quando ero piccolo, una mattina d'estate che ero ancora al letto, ci fu un gran boato e tutto cominciò a tremare. Poi un'altro boato e tutto tremava ancor più forte. Dall'armadio alla mia destra si aprirono due ante in alto. Un cuscino cadde e tutto finì. La cosa mi sconvolse abbastanza. Non avrei voluto ripetere una esperienza simile. Avevo un pensiero che covava sotto sotto. Finchè una simpatica parente, in merito al terremoto della mattina disse: "Adesso farà anche la replica" (manco fosse FANTAGHIRO' o KARATE KID). La replica! Capite? Mi aveva parlato di REPLICA!! e li, il fuoco s'è acceso. Ho iniziato a temere. Immaginavo che alle 8.10 del giorno successivo avrei sentito quel botto, quei botti. Immaginavo "la replica". La tizia/parente mi aveva distorto la realtà! Quelle che ora so essere banali scosse d'assestamento le pensavo come nuovo e sicuro terremoto identico al precedente. Una regola, una condanna.
Così per tutto il giorno pensavo a questa replica. La replica. La replica. La replica. Ero poco più che bambino. Era estate, ero al mare che giocavo. Pensavo ai cazzetti miei ma all'improvviso: La replica, la replica, la replica.
Così mi sono sentito mesi fa. Come se questa replica oscillasse di continuo sulla mia testa, ed era inutile ripetersi che "NON C'E' NESSUNA REPLICA". Non c'era stato neanche nessun "terremoto"!!
E così, non mi meraviglia poi leggere su wikipedia che ... sono ossessioni quando ...
Tempo fa ad esempio m'ero fissato. Ho avuto una "crisi d'ansia". Avevo la sensazione che qualcosa dovesse accadere da un momento all'altro. Avevo un senso di apprensione e di oppressione. Come se dovessi affrontare un esame, come se di li a poco avrei dovuto ricevere una comunicazione importante, decisiva. E così mi dicevo di continuo che non c'era niente da temere, che erano tutte paranoie, tutto frutto della mia testa.
Quando ero piccolo, una mattina d'estate che ero ancora al letto, ci fu un gran boato e tutto cominciò a tremare. Poi un'altro boato e tutto tremava ancor più forte. Dall'armadio alla mia destra si aprirono due ante in alto. Un cuscino cadde e tutto finì. La cosa mi sconvolse abbastanza. Non avrei voluto ripetere una esperienza simile. Avevo un pensiero che covava sotto sotto. Finchè una simpatica parente, in merito al terremoto della mattina disse: "Adesso farà anche la replica" (manco fosse FANTAGHIRO' o KARATE KID). La replica! Capite? Mi aveva parlato di REPLICA!! e li, il fuoco s'è acceso. Ho iniziato a temere. Immaginavo che alle 8.10 del giorno successivo avrei sentito quel botto, quei botti. Immaginavo "la replica". La tizia/parente mi aveva distorto la realtà! Quelle che ora so essere banali scosse d'assestamento le pensavo come nuovo e sicuro terremoto identico al precedente. Una regola, una condanna.
Così per tutto il giorno pensavo a questa replica. La replica. La replica. La replica. Ero poco più che bambino. Era estate, ero al mare che giocavo. Pensavo ai cazzetti miei ma all'improvviso: La replica, la replica, la replica.
Così mi sono sentito mesi fa. Come se questa replica oscillasse di continuo sulla mia testa, ed era inutile ripetersi che "NON C'E' NESSUNA REPLICA". Non c'era stato neanche nessun "terremoto"!!
E così, non mi meraviglia poi leggere su wikipedia che ... sono ossessioni quando ...
- Pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che affliggono l'individuo e che da questo vengono percepite come invasive e inappropriate (o comunque fastidiose) e che provocano una marcata sofferenza.
- L'individuo si rende conto che i pensieri, le immagini o gli impulsi sono frutto della propria mente.
- L'individuo tenta (inutilmente) di ignorare o sopprimere tali pensieri, immagini o impulsi, o di neutralizzarli (altrettanto inutilmente) con altri pensieri e comportamenti ("compulsioni", in alcuni testi chiamati anche "psichismo da difesa" e più anticamente "coazioni").
martedì 20 gennaio 2009
Il Vecchierel
Oh Vecchierel canuto e chino
perchè fai pipì dall'uccellino?
La padronanza dello sfintere
abbandona il tuo sedere
Se non puoi più defecare
un clistere devi fare
E così con gran tuonare
gli intestini liberare
Oh Vecchierel sul cesso assiso
Non lasciarci all'improvviso!
La coprolalia è un disturbo psichiatrico e consiste nella PULSIONE del soggetto che ne è afflitto ad usare un linguaggio scurrile, razzista, offensivo e blasfemo. Talvolta la coprolalia è favorita dalla sindrome di Tourette e si sviluppa principalmente in età adolescenziale per poi decrescere fino ad estinguersi. Il contenuto scurrile del discorso di un coprolalico non necessariamente corrisponde al suo reale pensiero. La coprolalia, nei soggetti che ne sono affetti, può essere scatenata anche da qualche parola udita durante un discorso.
perchè fai pipì dall'uccellino?
La padronanza dello sfintere
abbandona il tuo sedere
Se non puoi più defecare
un clistere devi fare
E così con gran tuonare
gli intestini liberare
Oh Vecchierel sul cesso assiso
Non lasciarci all'improvviso!
La coprolalia è un disturbo psichiatrico e consiste nella PULSIONE del soggetto che ne è afflitto ad usare un linguaggio scurrile, razzista, offensivo e blasfemo. Talvolta la coprolalia è favorita dalla sindrome di Tourette e si sviluppa principalmente in età adolescenziale per poi decrescere fino ad estinguersi. Il contenuto scurrile del discorso di un coprolalico non necessariamente corrisponde al suo reale pensiero. La coprolalia, nei soggetti che ne sono affetti, può essere scatenata anche da qualche parola udita durante un discorso.
domenica 18 gennaio 2009
Armonie Cerebrali
Capisco che ognuno possa avere i propri gusti musicali. La sola cosa che mi fa incazzare più del Papa e di qualche porporato che parla in tv, ad esempio, è la musica partenopea. Eppure la musica partenopea non solo esiste e resiste ma ha i suoi seguaci anche lontano, molto lontano dai confini campani. La musica che piace a me è snobbata da altri e quella che per questi altri è forza, ritmo e potenza per me è solo casino di chitarre elettriche e rumori di digestione.
Nonostante questo mi domando ad esempio: Perchè il "fa diesis" non sta bene tra il classico giro di Do? Chi ha deciso questa matrice standard di assonanze?
C'è gente infastidita dallo stridore di un gessetto sulla lavagna, ad altri invece non fa nessun effetto, ma tutti storcono il muso se io suono un fa diesis su un re minore. Una bella canzone è riconosciuta da più gente, una canzone mediocre invece piacerà solo ad un "fan" di questo o quel cantante. Perchè?
Siamo chimicamente programmati per riconoscere una cacofonia, un suono disarmonico?
Un alieno potrebbe trovare armonico un suono che per i terrestri è disarmonico?
Nonostante questo mi domando ad esempio: Perchè il "fa diesis" non sta bene tra il classico giro di Do? Chi ha deciso questa matrice standard di assonanze?
C'è gente infastidita dallo stridore di un gessetto sulla lavagna, ad altri invece non fa nessun effetto, ma tutti storcono il muso se io suono un fa diesis su un re minore. Una bella canzone è riconosciuta da più gente, una canzone mediocre invece piacerà solo ad un "fan" di questo o quel cantante. Perchè?
Siamo chimicamente programmati per riconoscere una cacofonia, un suono disarmonico?
Un alieno potrebbe trovare armonico un suono che per i terrestri è disarmonico?
giovedì 15 gennaio 2009
Vertigini
Equilibrio e stabilità. L'uomo è sempre alla ricerca di queste due cose. Spesso addirittura vitali. Basti pensare ai circensi funamboli o alle più romantiche arti marziali. Molte di queste più che basarsi sulla forza fisica si affidano alla stabilità e tendono a squilibrare il peso dell'avversario. Aikido, Wing tsun... L'equilibrio è una condizione così consueta da risultare banale. Banale come la gravità ed il fatto che il mio sedere rimanga incollato su questa sedia mentre scrivo. Ma che succede quando una di queste consuetudini si viene a mancare? Quanto è forte la condizione di equilibrio? Cosa potrebbe rompere questa condizione?
La vertigine è un disturbo dell'equilibrio ed è causata da lesioni o disfunzioni dell'orecchio interno, ma anche da tumori, nevrastenie, gastropatie e labirintite. Quando invece ha origine psichica, stando in luoghi elevati, allora è per mancanza di un punto abituale di fissazione: guardi oltre il tuo solito... o guadi il nulla. Ti viene a mancare un riferimento.
Chi è colpito da vertigini ha l'impressione di essere instabile ed in continuo movimento. Chi è colpito vede l'ambiente girare ed oscillare. Il soggeto non è più autosufficiente. E' annientato.
La cosa pazzesca è che questo avviene all'improvviso. Sei sulla banchina di una stazione ad aspettare il tuo treno e all'improvviso ti ritrovi invece su una barca che naviga in un mare a forza cinque. Rischi di cadere sui binari e morire di trauma cranico. Rischi di non centrare la porta del treno e perderlo. Se poi quello che stavi per prendere è l'ultimo treno ti toccherà rimanere a terra da solo fin quando non sarà mattino e passerà un nuovo treno. Oppure aspettare che l'attacco passi e fare tutto con le tue forze.
Credo che la vertigine fisiologica possa essere trasposta anche nella realtà psicologica. Ed anche in questo caso basta davvero poco per squilibrarci e buttarci a terra. Basta leggere una notizia, ascoltare un discorso, fare una chiacchierata, poche parole e all'improvviso siamo privati del nostro equilibrio, della spensieratezza.
Si può perdere il punto abituale di vista, si può perdere un riferimento fisso e quindi si prende a vagare barcollando in attesa di un nuovo appoggio o di una nuova sagoma che ci permetta di rimettere a fuoco o che ci sostenga fino a quando la crisi non sarà passata.
La vertigine è un disturbo dell'equilibrio ed è causata da lesioni o disfunzioni dell'orecchio interno, ma anche da tumori, nevrastenie, gastropatie e labirintite. Quando invece ha origine psichica, stando in luoghi elevati, allora è per mancanza di un punto abituale di fissazione: guardi oltre il tuo solito... o guadi il nulla. Ti viene a mancare un riferimento.
Chi è colpito da vertigini ha l'impressione di essere instabile ed in continuo movimento. Chi è colpito vede l'ambiente girare ed oscillare. Il soggeto non è più autosufficiente. E' annientato.
La cosa pazzesca è che questo avviene all'improvviso. Sei sulla banchina di una stazione ad aspettare il tuo treno e all'improvviso ti ritrovi invece su una barca che naviga in un mare a forza cinque. Rischi di cadere sui binari e morire di trauma cranico. Rischi di non centrare la porta del treno e perderlo. Se poi quello che stavi per prendere è l'ultimo treno ti toccherà rimanere a terra da solo fin quando non sarà mattino e passerà un nuovo treno. Oppure aspettare che l'attacco passi e fare tutto con le tue forze.
Credo che la vertigine fisiologica possa essere trasposta anche nella realtà psicologica. Ed anche in questo caso basta davvero poco per squilibrarci e buttarci a terra. Basta leggere una notizia, ascoltare un discorso, fare una chiacchierata, poche parole e all'improvviso siamo privati del nostro equilibrio, della spensieratezza.
Si può perdere il punto abituale di vista, si può perdere un riferimento fisso e quindi si prende a vagare barcollando in attesa di un nuovo appoggio o di una nuova sagoma che ci permetta di rimettere a fuoco o che ci sostenga fino a quando la crisi non sarà passata.
lunedì 12 gennaio 2009
Sexomnia
Può capitare di addormentarsi durante un rapporto sessuale quando il partner non è particolarmente collaborativo, ma può capitare anche di addormentarsi prima di avere un rapporto sessuale ed averlo ugualmente. Anzi, è proprio l'addormentarsi che raramente è dispensatore di sesso. Curiosando sulla rete alla costante ricerca di particolari sindromi, mi sono imbattuto nella sexomnia che però, c'è da dirlo, è assai rara.
La rivista britannica New Scientist ha definito la Sexomnia come una particolare forma di sonnambulismo, nella quale chi ne è affeto chiede o fa sesso con chiunque sia a tiro.
Il bello è che a giochi fatti il soggetto "malato" non ricorda nulla.
Sarebbe fantastico conoscere amiche con questo problema, ma sarebbe terribile esserne affetto. Pensate, una volta che capita neanche ricordarsene!
Addirittura si stanno cercando delle caratteristiche fisiologiche o comunque scientemente riscontrabili di detta patologia da poter utilizzare in casi di denunce per violenza sessuale.
Praticamente anderemo a finire che gli stupratori avranno un halibi come gli assassini hanno le loro apparizioni demoniache sulla TV. Demonio che ordinava loro di ammazzare tutta la famiglia.
La rivista britannica New Scientist ha definito la Sexomnia come una particolare forma di sonnambulismo, nella quale chi ne è affeto chiede o fa sesso con chiunque sia a tiro.
Il bello è che a giochi fatti il soggetto "malato" non ricorda nulla.
Sarebbe fantastico conoscere amiche con questo problema, ma sarebbe terribile esserne affetto. Pensate, una volta che capita neanche ricordarsene!
Addirittura si stanno cercando delle caratteristiche fisiologiche o comunque scientemente riscontrabili di detta patologia da poter utilizzare in casi di denunce per violenza sessuale.
Praticamente anderemo a finire che gli stupratori avranno un halibi come gli assassini hanno le loro apparizioni demoniache sulla TV. Demonio che ordinava loro di ammazzare tutta la famiglia.
sabato 10 gennaio 2009
Propriocezione Fotografica
Uno dei libri più interessanti che abbia mai letto è stato: "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di Oliver Sacks. In questo libro si narrano di bizzarre patologie neurologiche, di alcuni casi e di come questi siano stati trattati. Ad esempio, leggendo del caso che da il titolo al libro (appunto l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello) è interessante far notare che "scambiare" in questo caso non è inteso nell'accezione di "barattare", ma proprio di "non distinguere". Si racconta infatti che un signore che era nel pieno delle sue facoltà mentali cercò di INDOSSARE sua moglie mettendosela in testa. Come non è menzionato.
Uno dei casi più affascinanti è la perdita della propriocezione di un tizio, ricoverato in ospedale per una sciocchezza.
Gli infermieri una sera lo sentono urlare. Corrono nella sua stanza e lo trovano a terra che urla ancora. Si lamentava di uno stupido scherzo che secondo lui gli era stato fatto da giovani infermieri. Diceva che era li sdraiato, quando si era ritrovato UNA GAMBA nel suo letto. Qualche buontempone doveva aver infilato la gamba tagliata ad un morto nel suo letto per fargli uno scherzo. Lui aveva deciso allora di lanciare fuori dal letto quello schifo, solo che dietro a quello schifo era volato via anche lui. Non si era reso conto che quella che aveva lanciato fuori era LA SUA gamba. Il signore in questione stava perdendo la propriocezione, ossia la corretta percezione del se!
In pratica noi sappiamo di avere giù da qualche parte il nostro paio di chiappe ma non sappiamo ritrovarcele se non usando uno specchio. Se ci pizzicasse il naso non ci verrebbe in mente di utilizzare la mano destra perchè questa, per chi ha perso la propriocezione è come se fosse la mano di qualcun'altro, come se fosse un oggetto, un complemento d'arredo perfettamente inanimato ed inutile alla questione.
Ebbene, quando mi capita di guardare la mia foto, e sempre più spesso la mia immagine allo specchio, inizio ad avere questa sensazione di mancanza di propriocezione. Non riesco proprio a farmi capace che quel che sono, quel che penso ... sia contenuto in quel bozzolo. Come un pesce messo in un bicchiere solo momentaneamente. Momentaneamente che dura così tanto da diventare timore che invece possa essere per sempre.
Uno dei casi più affascinanti è la perdita della propriocezione di un tizio, ricoverato in ospedale per una sciocchezza.
Gli infermieri una sera lo sentono urlare. Corrono nella sua stanza e lo trovano a terra che urla ancora. Si lamentava di uno stupido scherzo che secondo lui gli era stato fatto da giovani infermieri. Diceva che era li sdraiato, quando si era ritrovato UNA GAMBA nel suo letto. Qualche buontempone doveva aver infilato la gamba tagliata ad un morto nel suo letto per fargli uno scherzo. Lui aveva deciso allora di lanciare fuori dal letto quello schifo, solo che dietro a quello schifo era volato via anche lui. Non si era reso conto che quella che aveva lanciato fuori era LA SUA gamba. Il signore in questione stava perdendo la propriocezione, ossia la corretta percezione del se!
In pratica noi sappiamo di avere giù da qualche parte il nostro paio di chiappe ma non sappiamo ritrovarcele se non usando uno specchio. Se ci pizzicasse il naso non ci verrebbe in mente di utilizzare la mano destra perchè questa, per chi ha perso la propriocezione è come se fosse la mano di qualcun'altro, come se fosse un oggetto, un complemento d'arredo perfettamente inanimato ed inutile alla questione.
Ebbene, quando mi capita di guardare la mia foto, e sempre più spesso la mia immagine allo specchio, inizio ad avere questa sensazione di mancanza di propriocezione. Non riesco proprio a farmi capace che quel che sono, quel che penso ... sia contenuto in quel bozzolo. Come un pesce messo in un bicchiere solo momentaneamente. Momentaneamente che dura così tanto da diventare timore che invece possa essere per sempre.
venerdì 9 gennaio 2009
Il sogno vero
Affascinato dalla sua copertina, da ragazzino acquistai un libro della serie "Tutto a mille lire" in vendita in tutte le edicole. La copertina che mi rapì ritraeva una bellezza d'altri tempi (con la panzetta da alcolista) di fronte ad uno scheletro. Banale contrapposizione simbolica di bellezza e terrificità, abbondanza e carenza, vita e morte. Lessi il titolo: "Saggio sulla visione degli spiriti" e la mano si mosse da sola a prendere quel libro dall'espositore, anche se l'autore aveva un nome impronunciabile (Schopenhauer).
Si capiva subito che si trattava di "roba antica" e decisamente superata. Agli occhi di un ragazzino sembrava anche più antico di quanto non fosse in effetti. Gli spunti affascinanti c'erano, anche se era chiaro che si trattasse di filosofia o di teorie ampiamente smentite, nel frattempo.
Tra le varie esperienze descritte e, secondo lui spiegate: sonnambulismo, bilocazioni, apparizioni di fantasmi, chiaroveggenza, una mi colpì in particolare a proposito proprio di quest'ultima. Il sogno "vero".
Un sogno è "vero" quando ciò che accade nel tuo sogno sta accadendo anche nel mondo reale. Per far capire meglio il suo discorso, Arthur fa un esempio. L'esempio mi fece saltare dal letto. Era la descrizione esatta di quello che non troppo raramente mi accadeva, anche se dopo, Shopenhauer scivolava nell'irreale.
In poche parole lui dice: Immaginate di essere in camera vostra al buio aspettando che il sonno sopraggiunga. Immaginate di addormentarvi e di sognare di essere in camera vostra, al buio, ad aspettare di prender sonno. Vi sarà molto difficile stabilire l'esatto momento in cui avete iniziato a sognare. Sarà difficile stabilire quando avete preso sonno. Se non c'è un elemento "fuori posto", bizzarro, ad indicarci che quanto sta accadendo è solo un sogno è veramente dura stabilire se stiamo sognando o se siamo ancora svegli.
Il discorso fila, no? Per continuare a farlo filare, ometterò le deliranti teorie dell'immaginare, in un sogno del genere, di poter guardare attraverso le persiane chiuse e di vedere comunque ciò che avviene fuori.
Insomma, se sognate l'ambiente nel quale vi siete addormentati nelle condizioni e nell'aspetto che aveva quando vi siete addormentati il sogno avrà ancor meno l'aria di essere soltanto un sogno.
Solitamente agli amici, quando ne capita l'occasione, dico che preferisco avere un incubo piuttosto che fare un bel sogno. Ed è vero. Almeno quando ti svegli da un incubo ti ri trovi in una realtà migliore. Svegliandoti da un bel sogno invece finisci in un incubo.
Nell'anno passato ho avuto ben due incubi che invece non avrei voluto avere, ed uno la scorsa notte. Raccontati così sono banali ed anche ridicoli, ma a sognarli fanno tutt'altro effetto.
Beh il primo è davvero ridicolo e credo che fosse estate quando l'ebbi.
Ero al letto, nel MIO letto, nella MIA stanza, nel MIO buio. Quand'ecco un bagliore arrivare dalla parte della finestra. Io penso: "Cavolo già sta sorgendo il sole?" e così mi giro verso la finestra.
In quel momento la finestra si "trasforma" in due lastre d'oro acceso e nello stesso tempo una melodia assordante suonava con il timbro di quei violini sintetici alla "The show must go on" dei Queen. La cosa ridicolmente inquietante è che la melodia assordante era la natalizia "Piva Piva".
Poi è tornato tutto buio e silenzioso. Avevo aperto gli occhi nel mio vero letto, nella mia vera stanza e nel mio vero buio.
Nel secondo sogno che ricordo, ero sempre nella stessa ambientazione. Letto, stanza, buio. Fuori si sentono degli schiamazzi. Gente che passava facendo un casino terribile. Io, nel mio letto penso: Che palle quest che fanno casino di notte. Ma gli schiamazzi che prima si avvicinavano ora si allontanano ed io penso: menomale.
Ovvio, finito il pensiero sento nuovamente gli schiamazzi e questa volta così vicini da sembrare che provengano da dentro casa.
Voi cosa fareste? Intendo ... se mentre siete al letto sentire rumori strani in giro per casa, cosa fareste? Beh io mi sono alzato ed ho acceso la luce. La corrente però non c'era, la lampadina è rimasta spenta. La prima cosa che ho pensato di fare è andare nella stanza accanto, quella dei miei, e di chiedere aiuto a mio padre. Di svegliarlo, di avvisarlo di quello che stava succedendo. Così,al buio esco dalla mia stanza e giro a destra. Proprio in quel momento sento un forte rumore nella testa, dietro le spalle e faccio un salto dallo spavento. Come quando qualcuno vi fa "Buh" saltando fuori da un angolo buio. Io faccio un salto dallo spavento e le gambe si muovono nel letto.
Un attimo prima ero nel corridoio, in piedi, un attimo dopo ero di nuovo al letto, ma questa volta sveglio. Sveglio sul serio.
Il terzo ed ultimo sogno che descriverò è il meno impressionante, per fortuna. E' quello che ho avuto la scorsa notte.
Il prologo, l'ambientazione ormai già la conoscete. Vedo dei bagliori azzurri sul muro, penso che forse sta arrivando un temporale, anche se il tuono non si sente. Così mi giro verso la finestra e scopro che i bagliori in realtà sono proiettati dal piccolo schermo LCD dello stereo.Li per li ne sono spaventato, lo stereo non fa così, neanche quando va via la corrente e si "resetta" quando poi torna l'alimentazione. Però i bagliori dall'LCD cessano e così , spostando l'attenzione verso la finestra scopro che in effetti si vedono i sinistri bagliori dei lampi e questa volta si inizia a sentire anche il tuono.
Tutto qua.
Questa volta però non mi sono svegliato, ma ho continuato il sogno in maniera bizzarra . Quella finestra l'ho aperta e dei lapilli cadevano sul terrazzo di fronte. Avevo pensato a comete, a piccole meteore, ma poi ho capito che si trattava di fuochi d'artificio. Nonostante fosse notte inoltrata (meglio dire mattino presto) una folla era affacciata dai balconi dei palazzi tutto intorno. Quando i fuochi sono cessati tutti quanti, me compreso, abbiamo applaudito. Nel sogno sapevo che erano applausi sarcastici e non d'apprezzamento.
Shopy ha toppato. Nessuno questa notte mentre dormivo ha sparato petardi. Nessuno applaudiva. Anche se io potevo guardare fuori da una finestra chiusa in un sogno che almeno dalle premesse era "Vero"
Si capiva subito che si trattava di "roba antica" e decisamente superata. Agli occhi di un ragazzino sembrava anche più antico di quanto non fosse in effetti. Gli spunti affascinanti c'erano, anche se era chiaro che si trattasse di filosofia o di teorie ampiamente smentite, nel frattempo.
Tra le varie esperienze descritte e, secondo lui spiegate: sonnambulismo, bilocazioni, apparizioni di fantasmi, chiaroveggenza, una mi colpì in particolare a proposito proprio di quest'ultima. Il sogno "vero".
Un sogno è "vero" quando ciò che accade nel tuo sogno sta accadendo anche nel mondo reale. Per far capire meglio il suo discorso, Arthur fa un esempio. L'esempio mi fece saltare dal letto. Era la descrizione esatta di quello che non troppo raramente mi accadeva, anche se dopo, Shopenhauer scivolava nell'irreale.
In poche parole lui dice: Immaginate di essere in camera vostra al buio aspettando che il sonno sopraggiunga. Immaginate di addormentarvi e di sognare di essere in camera vostra, al buio, ad aspettare di prender sonno. Vi sarà molto difficile stabilire l'esatto momento in cui avete iniziato a sognare. Sarà difficile stabilire quando avete preso sonno. Se non c'è un elemento "fuori posto", bizzarro, ad indicarci che quanto sta accadendo è solo un sogno è veramente dura stabilire se stiamo sognando o se siamo ancora svegli.
Il discorso fila, no? Per continuare a farlo filare, ometterò le deliranti teorie dell'immaginare, in un sogno del genere, di poter guardare attraverso le persiane chiuse e di vedere comunque ciò che avviene fuori.
Insomma, se sognate l'ambiente nel quale vi siete addormentati nelle condizioni e nell'aspetto che aveva quando vi siete addormentati il sogno avrà ancor meno l'aria di essere soltanto un sogno.
Solitamente agli amici, quando ne capita l'occasione, dico che preferisco avere un incubo piuttosto che fare un bel sogno. Ed è vero. Almeno quando ti svegli da un incubo ti ri trovi in una realtà migliore. Svegliandoti da un bel sogno invece finisci in un incubo.
Nell'anno passato ho avuto ben due incubi che invece non avrei voluto avere, ed uno la scorsa notte. Raccontati così sono banali ed anche ridicoli, ma a sognarli fanno tutt'altro effetto.
Beh il primo è davvero ridicolo e credo che fosse estate quando l'ebbi.
Ero al letto, nel MIO letto, nella MIA stanza, nel MIO buio. Quand'ecco un bagliore arrivare dalla parte della finestra. Io penso: "Cavolo già sta sorgendo il sole?" e così mi giro verso la finestra.
In quel momento la finestra si "trasforma" in due lastre d'oro acceso e nello stesso tempo una melodia assordante suonava con il timbro di quei violini sintetici alla "The show must go on" dei Queen. La cosa ridicolmente inquietante è che la melodia assordante era la natalizia "Piva Piva".
Poi è tornato tutto buio e silenzioso. Avevo aperto gli occhi nel mio vero letto, nella mia vera stanza e nel mio vero buio.
Nel secondo sogno che ricordo, ero sempre nella stessa ambientazione. Letto, stanza, buio. Fuori si sentono degli schiamazzi. Gente che passava facendo un casino terribile. Io, nel mio letto penso: Che palle quest che fanno casino di notte. Ma gli schiamazzi che prima si avvicinavano ora si allontanano ed io penso: menomale.
Ovvio, finito il pensiero sento nuovamente gli schiamazzi e questa volta così vicini da sembrare che provengano da dentro casa.
Voi cosa fareste? Intendo ... se mentre siete al letto sentire rumori strani in giro per casa, cosa fareste? Beh io mi sono alzato ed ho acceso la luce. La corrente però non c'era, la lampadina è rimasta spenta. La prima cosa che ho pensato di fare è andare nella stanza accanto, quella dei miei, e di chiedere aiuto a mio padre. Di svegliarlo, di avvisarlo di quello che stava succedendo. Così,al buio esco dalla mia stanza e giro a destra. Proprio in quel momento sento un forte rumore nella testa, dietro le spalle e faccio un salto dallo spavento. Come quando qualcuno vi fa "Buh" saltando fuori da un angolo buio. Io faccio un salto dallo spavento e le gambe si muovono nel letto.
Un attimo prima ero nel corridoio, in piedi, un attimo dopo ero di nuovo al letto, ma questa volta sveglio. Sveglio sul serio.
Il terzo ed ultimo sogno che descriverò è il meno impressionante, per fortuna. E' quello che ho avuto la scorsa notte.
Il prologo, l'ambientazione ormai già la conoscete. Vedo dei bagliori azzurri sul muro, penso che forse sta arrivando un temporale, anche se il tuono non si sente. Così mi giro verso la finestra e scopro che i bagliori in realtà sono proiettati dal piccolo schermo LCD dello stereo.Li per li ne sono spaventato, lo stereo non fa così, neanche quando va via la corrente e si "resetta" quando poi torna l'alimentazione. Però i bagliori dall'LCD cessano e così , spostando l'attenzione verso la finestra scopro che in effetti si vedono i sinistri bagliori dei lampi e questa volta si inizia a sentire anche il tuono.
Tutto qua.
Questa volta però non mi sono svegliato, ma ho continuato il sogno in maniera bizzarra . Quella finestra l'ho aperta e dei lapilli cadevano sul terrazzo di fronte. Avevo pensato a comete, a piccole meteore, ma poi ho capito che si trattava di fuochi d'artificio. Nonostante fosse notte inoltrata (meglio dire mattino presto) una folla era affacciata dai balconi dei palazzi tutto intorno. Quando i fuochi sono cessati tutti quanti, me compreso, abbiamo applaudito. Nel sogno sapevo che erano applausi sarcastici e non d'apprezzamento.
Shopy ha toppato. Nessuno questa notte mentre dormivo ha sparato petardi. Nessuno applaudiva. Anche se io potevo guardare fuori da una finestra chiusa in un sogno che almeno dalle premesse era "Vero"
martedì 6 gennaio 2009
Onore alla befana
Oggi è finalmente il giorno della Befana. Sarebbe stato facile fare una ricerca su wikipedia e poi fare un riassunto da quinta elementare così da far credere ai lettori che la mia cultura è vasta. Ho deciso invece di fare qualcosa di ancora più semplice: ringraziare simbolicamente la Befana. Finalmente con il suo arrivo l'odioso periodo natalizio è finalmente finito. Dal primo dicembre ho visto ogni giorno il luogo di lavoro. Per un paio d'ore anche a Natale e Santo Stefano. Mentre in giro non c'era nessuno, se non una coppia di ubriachi in piedi a stento, mentre tutte le famiglie erano riunite in casa a magiar pandoro e giocare a carte, io ero la a lavorare. Non un lavoro pesantissimo, ma pur sempre un extra in tempo di riposo. Un extra, che va detto, non è propriamente calcolato in busta paga. Busta paga, che va detto, non è neanche proprio una busta paga. E finalmente questa notte la befana è arrivata. Mi ha lasciato nella calza un bel po di domeniche e qualche pomeriggio libero. Mi ha lasciato qualche ora tarda della notte e locali affollati e qualche ora di sonno in più. La befana ha portato via con se un po di stress, fatica e frustrazione.
Carbone invece per le innovative battute che ogni anno la befana dispensa. Ragazzotti allegri che augurano alla propria bella una felice festa. Davvero ragazzi, è patetico!
Carbone invece per le innovative battute che ogni anno la befana dispensa. Ragazzotti allegri che augurano alla propria bella una felice festa. Davvero ragazzi, è patetico!
sabato 3 gennaio 2009
Morti improvvise
Se Hitler fosse morto suicida o se avesse ammazzato un migliaio di persone in meno, chessò se ne avesse ammazzate due o tre, allora sarebbe stato un bravo ragazzo. Un gran bravo ragazzo.
Avete presente? Pietro Maso, Erica ed Omar o tutti gli altri indagati per omicidi efferati quali Alberto Stasi, Olly e Rosy (Romano) sono tutti bravi ragazzi. Ti appendi un bel PRESS PASS al collo e inizi a gironzolare nei luoghi del delitto. Giochi a campana tra i segni tracciati a terra con il gesso dalla polizia, fai un salto e fai una giravolta e ti ritrovi di fronte al vicino di casa con gli occhi gonfi e lucidi.
Chiedi informazioni sulle vittime e loro:
- Poverini ! Che brava gente! Mai dato fastidio a nessuno! Visti ieri! Stavano bene! Mai avrei immaginato!-
Chiedi informazioni sul carnefice e loro:
- Poverino ! Che brava persona! Mai dato fastidio a nessuno! Visto ieri! Stava bene! Mai avrei immaginato!-
Insomma nessuno che fosse uno stronzo bastardo. Nessuno che rompesse tanto le palle da esasperare l'omicida (non si fa, sia chiaro, ma se uno rompe, rompe!) e nessuno che fosse pazzo da legare da essere potenzialmente pericoloso. Tutta brava gente.
Capita anche di svegliarsi una domenica mattina senza avere niente da fare e quindi rimani a letto a tirarla tardi sollazzandoti con televendite, vecchi cartoni animati e telegiornali. Così scopri che un ragazzo/fiaschetta di vino/panetto di droga/cespuglio di cannabis s'è schiantato in macchina uccidendo tre amici. Ad anche lui, poverino, che brava persona, mai fatto del male, mai fatto sciocchezze.
Se dovessi morire stanotte o se dovessi uccidere uno di voi, per favore evitate di dire in TV che ero un così sant'uomo perchè non è affatto vero. Dite la verità. Se dovessi morire non potrei farvi causa, se dovessi uccidere difficilmente potrei farlo da dietro le sbarre.
Avete presente? Pietro Maso, Erica ed Omar o tutti gli altri indagati per omicidi efferati quali Alberto Stasi, Olly e Rosy (Romano) sono tutti bravi ragazzi. Ti appendi un bel PRESS PASS al collo e inizi a gironzolare nei luoghi del delitto. Giochi a campana tra i segni tracciati a terra con il gesso dalla polizia, fai un salto e fai una giravolta e ti ritrovi di fronte al vicino di casa con gli occhi gonfi e lucidi.
Chiedi informazioni sulle vittime e loro:
- Poverini ! Che brava gente! Mai dato fastidio a nessuno! Visti ieri! Stavano bene! Mai avrei immaginato!-
Chiedi informazioni sul carnefice e loro:
- Poverino ! Che brava persona! Mai dato fastidio a nessuno! Visto ieri! Stava bene! Mai avrei immaginato!-
Insomma nessuno che fosse uno stronzo bastardo. Nessuno che rompesse tanto le palle da esasperare l'omicida (non si fa, sia chiaro, ma se uno rompe, rompe!) e nessuno che fosse pazzo da legare da essere potenzialmente pericoloso. Tutta brava gente.
Capita anche di svegliarsi una domenica mattina senza avere niente da fare e quindi rimani a letto a tirarla tardi sollazzandoti con televendite, vecchi cartoni animati e telegiornali. Così scopri che un ragazzo/fiaschetta di vino/panetto di droga/cespuglio di cannabis s'è schiantato in macchina uccidendo tre amici. Ad anche lui, poverino, che brava persona, mai fatto del male, mai fatto sciocchezze.
Se dovessi morire stanotte o se dovessi uccidere uno di voi, per favore evitate di dire in TV che ero un così sant'uomo perchè non è affatto vero. Dite la verità. Se dovessi morire non potrei farvi causa, se dovessi uccidere difficilmente potrei farlo da dietro le sbarre.
Iscriviti a:
Post (Atom)