Uno dei libri più interessanti che abbia mai letto è stato: "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di Oliver Sacks. In questo libro si narrano di bizzarre patologie neurologiche, di alcuni casi e di come questi siano stati trattati. Ad esempio, leggendo del caso che da il titolo al libro (appunto l'uomo che scambiò sua moglie per un cappello) è interessante far notare che "scambiare" in questo caso non è inteso nell'accezione di "barattare", ma proprio di "non distinguere". Si racconta infatti che un signore che era nel pieno delle sue facoltà mentali cercò di INDOSSARE sua moglie mettendosela in testa. Come non è menzionato.
Uno dei casi più affascinanti è la perdita della propriocezione di un tizio, ricoverato in ospedale per una sciocchezza.
Gli infermieri una sera lo sentono urlare. Corrono nella sua stanza e lo trovano a terra che urla ancora. Si lamentava di uno stupido scherzo che secondo lui gli era stato fatto da giovani infermieri. Diceva che era li sdraiato, quando si era ritrovato UNA GAMBA nel suo letto. Qualche buontempone doveva aver infilato la gamba tagliata ad un morto nel suo letto per fargli uno scherzo. Lui aveva deciso allora di lanciare fuori dal letto quello schifo, solo che dietro a quello schifo era volato via anche lui. Non si era reso conto che quella che aveva lanciato fuori era LA SUA gamba. Il signore in questione stava perdendo la propriocezione, ossia la corretta percezione del se!
In pratica noi sappiamo di avere giù da qualche parte il nostro paio di chiappe ma non sappiamo ritrovarcele se non usando uno specchio. Se ci pizzicasse il naso non ci verrebbe in mente di utilizzare la mano destra perchè questa, per chi ha perso la propriocezione è come se fosse la mano di qualcun'altro, come se fosse un oggetto, un complemento d'arredo perfettamente inanimato ed inutile alla questione.
Ebbene, quando mi capita di guardare la mia foto, e sempre più spesso la mia immagine allo specchio, inizio ad avere questa sensazione di mancanza di propriocezione. Non riesco proprio a farmi capace che quel che sono, quel che penso ... sia contenuto in quel bozzolo. Come un pesce messo in un bicchiere solo momentaneamente. Momentaneamente che dura così tanto da diventare timore che invece possa essere per sempre.
... E' una forma meno invalidante del disturbo bipolare ed è caratterizzata da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Ci sono dei periodi di normalità in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.Il ciclotimico soffre l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione.Nelle fasi di ipomania si intraprendono progetti anche grandiosi affrontati con entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia la ciclotomia non è mai così grave da compromettere la vita sociale e lavorativa dell'individuo.
Questo libro è in prima fila nella mia libreria... sono anni che lo guardo e penso che dovrei leggerlo. Ora penso lo farò :*
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